Cinque italiani da sei mesi nelle mani di pirati somali

savina-caylyn

L’8 febbraio scorso cinque marinai italiani, insieme ad altri 17 membri dell’equipaggio, furono fatti prigionieri da giovanissimi pirati somali mentre si trovavano a bordo della Savina Caylyn, una petroliera di una società navale italiana che navigava nelle acque antistanti la Somalia.

Per liberarli i pirati chiesero 14milioni di euro, la società proprietaria della nave ne offrì 7 e mezzo ma da quel momento le trattative furono interrotte. In una conversazione telefonica col Corriere della Sera, avvenuta qualche giorno fa, il comandante Giuseppe Lubrano diceva di essersi rivolto a tutti: “ Dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a quello del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ora ci rivolgiamo ai giornali. Ci hanno detto di non parlare con i giornalisti perché avremmo reso le cose più difficili. Certo sarebbe stato più complicato abbassare il prezzo da pagare. Ma qui ci sono in gioco le nostre vite, mentre loro pensano al denaro”.

Secondo i familiari dell’equipaggio di un’altra nave, sequestrata dai pirati oltre tre mesi fa, il ministero degli Esteri imporrrebbe loro di non parlare con i giornalisti, immaginiamo per agevolare le trattative. Secondo noi, invece, dopo sei mesi di trattative infruttuose portate avanti dalla Farnesina per liberare l’equipaggio della Savina Caylyn, è giusto e doveroso dare risalto alla notizia, soprattutto quando in ballo c’è la vita di persone che non facevano altro che il proprio lavoro.  

Enzo Di Stasio

Foto: procida.tv

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.