“Camaiani nelle stanze di Capucci”: vi racconto la collezione sospesa

“Dunque è questo quanto abbiamo dovuto lasciare sospeso. Ma attendiamo. Guardiamo avanti. Restiamo pronti alla riapertura del mondo. E non vediamo l’ora di riprendere il nostro lavoro pieno di colore e fantasia, perché anche di quella ci sarà bisogno”.

Le genuine riflessioni di Vittorio Camaiani, in una lettera d’accompagno al comunicato stampa, fanno da apripista alla sua ultima linea: la Primavera Estate 2020. Amletica come i quesiti esistenziali del pittore post-impressionista Paul Gauguin – nel celeberrimo Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? -, la mente del poeta della moda non si arresta per decreti e lockdown, e guardinga s’interroga sul futuro del fashion system. “Cosa faremo domani? Come riorganizzarci per tornare a fare quello che facevamo? E il futuro della moda? Torneremo alle sartorie di un tempo? Pochi pezzi, ben realizzati, su misura, come se fossimo costretti a riavvolgere il nastro del tempo”.

Suggestioni imboccate dalla Primavera Estate 2020, silenziosa e tangibilmente sospesa, nello spazio del suo atelier; uno smacco che lascia di stucco, a due passi dalla presentazione ufficiale, e dagli eventi collaterali di promozione pronti a partire in diverse città d’Italia. 

Sotto il segno dei pesci

A distanza da un anno dalla linea Sotto il segno dei pesci (Spring 2019), lanciata dalla prestigiosa Coffee House di Palazzo Colonna, nel cuore della Capitale, Vittorio Camaiani – come tutto il fashion biz del resto -, subisce la sua imprevedibile e feroce battuta d’arresto. Portavoce di una serie di domande dal valore universale, ne La collezione sospesa lo stilista marchigiano guarda avanti con qualche passo indietro: riflette sul tempo incerto del dubbio e ipotizzando una sorta di liberazione dal superfluo, infine lascia le sue conclusioni a ciò che più gli sta a cuore: la presentazione del suo ultimo lavoro.  

Non si sa quale sarebbe stata la location, non si sa quale sarebbe stata la playlist, che come abile condottiera dietro una certosina selezione, puntualmente avrebbe catapultato ospiti e stampa, tra suggestioni pindariche e paesaggi artistici, in una carezzevole decodifica di quel linguaggio istantaneo che solo gli abiti sono capaci di articolare. 

Camaiani nelle stanze di Capucci è la collezione sospesa

Camaiani nelle stanze di Capucci è il nome della collezione sospesa. Una linea celebrativa che prende le distanze dai soliti twist evocativi: per una kafkiana stagione in corso, l’handmade di Vittorio Camaiani abbandona il surrealismo di Magritte (Fall 2013), il baffo di Velasquez (Spring 2017), la Grecia, il Marocco e le piramidi d’Egitto (Fall 2015), per allocarsi tra i ricordi d’infanzia, quando da bambino il creativo marchigiano, sognava semplicemente la moda e i suoi imperiosi artefici. Immaginando di sfruttare la bellezza della città eterna, prova lo stesso a regalare la sua porzione di magia, e compiendo un viaggio temporale, trae linfa vitale dalle straordinarie creazioni di uno dei più grandi maestri dell’Alta Moda italiana: Roberto Capucci.

Partendo dal moodboard, e da scatole immaginarie che il designer invia al maestro, la donna Camaiani si veste di beige e bianco, e grazie al lino spalmato e a simpatici incroci di corde, con ironia richiama (non) colori e texture degli imballaggi di cartone. Per esigenze pandemiche – probabilmente-, il lookbook della linea Primavera Estate 2020, si compone così di pochi pezzi selezionati. Una sorta di retrospettiva che oltre a mostrare i capi, apre una finestrella sui primi bozzetti, insieme ad alcuni scatti che mostrano le conversazioni private di Camaiani con il couturier.

Il poeta della moda restituisce una visione moderna e leziosa

Attraverso un linguaggio che rielabora la sofisticazione degli abiti di Capucci, ripescati dai decenni patinati della dolce vita, il poeta della moda restituisce la sua visione moderna e leziosa. Da cordoncini con nappe in seta, a nodi con ricamo baguette su uno svolazzante abito plissettato, il retropalco evocativo di quest’ultima linea, etichetta il giorno e la notte, marcando sul ritmo compassato di un’eleganza retro. I colori sono caldi e speziati, interrotti con misura da proposte in grigio o black & white.

L’organza in tartan è arzigogolata in sontuose balze all over, il tubino nero ha pregiati filamenti sulle spalle, il completo con pantalone è classico, e la struttura in doppia seta verde oliva e giallo, accende ogni suo dettaglio e sfaccettatura. Un gioco equilibrato di linee e lavorazioni, per una donna moderna che si tiene ben stretta la stravaganza, insieme all’intramontabile desiderio di leggerezza – vaneggiando negli echi e nel mood di una dolce vita forse mai dimenticata. 

Camaiani nelle stanze di Capucci è la PE 2020 che in barba al lockdown, si palesa in una serie di scatti dinamici; i volumi di una maxi gonna a plissé, l’organza di una camicia con fili colorati, gli intrecci di un imballaggio etichettato pronto a partire, e infine lo stilista attento, nella cura di ogni minuzia, al ritmo cadenzato di un’audace (e solo apparente) sospensione. 

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