Bourdaloue: storia e curiosità del settecentesco vasino portatile 

Bourdaloue

Il bourdaloue era un vasino portatile ampiamente usato dalle nobildonne per rilasciare i propri bisogni in qualsiasi luogo

Bourdaloue: “mi scappa la pipì, io la faccio qui!”

Bourdaloue. Ricordate la canzone “Mi scappa la pipì?” di Pippo Franco? Ebbene, se l’ipotesi di lasciare i vostri bisogni ovunque vi lascia perplessi, sappiate che nel ‘700 era una normalità.

Il vasino era infatti un oggetto che le nobildonne portavano con sé ovunque: ai balli, a tavola, in chiesa, in carrozza, con la stessa naturalezza con cui oggi portate il vostro cellulare quando uscite.

Il “simpatico” accessorio, aveva un coperchio ed era finemente decorato con porcellane di Sèvres o Limoges, lapislazzuli o decorazioni floreali d’oro o d’argento. In alcuni casi, era impreziosito anche all’interno. Insomma, un pezzo d’arte attraverso cui sfoggiare la propria condizione sociale!

Bourdaloue: origini del nome 

Il nome si deve probabilmente al suo inventore, Louis Bourdaloue (1632-1704), un gesuita francese che celebrava messa alla corte di Re Luigi XIV, nella cappella di Versailles. 

Stando alla leggenda, l’uomo si dilungava così tanto nei suoi sermoni, che le dame del tempo, imprigionate in gonnelloni, sottogonne, sovragonne e infagottamenti vari, o si facevano scoppiare la vescica o dovevano ricorrere a qualche espediente per non perdere una parola del predicatore. Del resto, all’epoca le chiese e i teatri non avevano servizi igienici e non c’erano pause durante i sermoni. Fu così che il gesuita inventò l’omonimo vasino portatile, studiato anatomicamente per le signore. Da quel momento, le aristocratiche iniziarono a liberarsi del fastidioso fardello corporeo, nascondendosi discretamente in un angolino o in una stanza posteriore o laterale della chiesa.

Altre spiegazioni sul nome 

Non tutti gli storici credono tuttavia che il nome derivi dal gesuita. 

Secondo alcuni studiosi, la notoria disinibizione, unita allo scarso senso dell’igiene tipicamente francese, sarebbe alla base del termine. 

In inglese loo indica il gabinetto e probabilmente, gli eterni rivali, avrebbero coniato il nome quale forma di insulto rivolto ai francesi.

Una zuppiera? Ma niente affatto!

Bourdaloue

I moderni visitatori dei museo, che osservano questi raffinati capolavori d’arte in porcellana in una vetrina, presumerebbero che si tratti di zuppiere, vista la forma. Anche se tuttavia erano abbastanza decorativi per un elegante tavolo del passato, non contenevano di certo una succulenta zuppa.

Il bourdaloue, aveva una forma ovale, oblunga o rettangolare, sagomata sui lati per evitare di danneggiare le parti intime. Da un lato c’era un beccuccio per poter svuotare i bisogni, dall’altro un manico per impugnarlo. Quanto alle dimensioni, essendo un oggetto da viaggio, era piccolo e compatto. Alcune versioni erano più pratiche e modellate in stagno o pelle.

Come si utilizzava il bourdaloue?

 bourdaloue

Grazie alla sua forma, le donne potevano usarlo sia stando in piedi, sia sedute o accovacciandosi leggermente. Ad aiutare la dama durante l’operazione, era una povera cameriera. La fortunata, le posizionava l’aggeggio tra le cosce e quando la signora aveva espletato le funzioni corporali, richiudeva il coperchio e provvedeva a svuotare il vasino.

Dopodiché, con la massima naturalezza, la gentildonna riprendeva a camminare, passando sopra i residui con il suo lungo strascico.

E gli uomini? In loro aiuto la Natura!

Gli uomini non avevano bisogno dell’aggeggio. 

Oltre a essere dotati anatomicamente di “accessori” fisici più vantaggiosi, anche il loro abbigliamento consentiva una maggiore praticità nelle manovre. 

Avevano inoltre accesso ai bagni pubblici dove, pagando, potevano liberarsi senza farsela letteralmente addosso. 

Declino dell’orinatoio portatile 

Il bourdaloue fu usato per tutto il XVIII e per la maggior parte del XIX secolo in età vittoriana, anche quando le gonne erano diventate più comode. 

Nel 1775, Alexander Cummings, ispirandosi a una ingegnosa invenzione del 1596 di Sir John Harlington, (figlioccio della regina Elisabetta d’Inghilterra), il quale aveva ideato un marchingegno fornito di una torre-serbatoio d’acqua, presentò al mondo un oggetto rivoluzionario. Di cosa parliamo? Del primo esemplare di Wc ovviamente. 

Fonte foto: facebook – catawiki

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