Biologico: sì, ma senza eccessi

image001Dal movimento dello slow food nascono bio-bar, bio-caffè, ristoranti etici, negozi equo-solidali: locali che hanno l’ambizione di offrire cibo sano, pulito ed etico a volte con qualche eccesso di esotismo rispetto al gusto comune.

Eh si, confessiamolo: chi di noi non ha esitato leggendo fra i piatti del giorno “minestra di azuki verdi” e “grigliata di tofu”? E chi di noi sa cosa mai siano gli azuki verdi? (fagioli molto ricchi di omega3 ma occorre cercarlo sul web). Insomma biologico, naturale, sano si, ma se conosciuto sarebbe meglio.

In Italia, non è necessario fare troppa strada per avere cibo di qualità: la tradizione alimentare e culinaria italiana si nutre di combinazioni di sapori semplici, gustosi e colorati.

Una recente segnalazione della coldiretti mette in guardia i consumatori proprio dall’abuso del termine “bio”: chi acquista biologico si aspetta di avere in tavola dei prodotti privi di impatti sull’ambiente e sui diritti dei lavoratori, ma se il cibo prodotto secondo le prescrizioni viene poi caricato su una nave e attraversa mezzo pianeta, o su un camion che inquina, non dovrebbe più essere definito biologico, invece è quello che succede.

Quindi, mangiamo ciò che viene prodotto rispettando le regole ma meglio se coltivato vicino casa.

di Patrizia Calamia

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