Berlusconi contro tutti

berlusomnibus-defaultOspite martedì mattina negli studi di Omnibus, Berlusconi sfodera l’ennesimo attacco a 360 gradi nel quadro di quella che si sta rivelando come una delle più aspre campagne elettorali degli ultimi anni. Il bersaglio preferito, anche in luce di recentissime sortite — «Berlusconi tenta di illudere gli italiani; sul piano internazionale non è credibile» — è l’ex premier Mario Monti, un «leaderino» a cui i sondaggi attribuiscono numeri irrisori e che si è arrogato il merito di aver fatto calare lo spread, frutto, in realtà, «dei movimenti finanziari e della speculazione internazionale». Berlusconi sembra indispettito dalle critiche di cui è stato oggetto durante la serata di lunedì nel salotto di Porta a Porta, che lo vedevano come potenziale dissipatore dei sacrifici chiesti agli italiani; la risposta non si fa aspettare: «L’insuccesso gli ha dato alla testa. L’Italia non era sull’orlo del baratro: un Paese che spende ottocento miliardi all’anno non può essere in difficoltà per l’incombenza di un pagamento di circa sei miliardi di interessi sull’aumento dello spread. Sono delle mascalzonate». Secondo Berlusconi, il governo — epurato da una congiura — era diventato un ostacolo insuperabile per il raggiungimento di interessi internazionali: «La mia preoccupazione era quella di difendere l’interesse del mio Paese, non di cercare la simpatia di Angela Merkel». Il presidente della coalizione che guiderà il centrodestra ribadisce, inoltre, che l’aumento della pressione fiscale ha avuto come unico risultato la contrazione dei consumi — la ricetta sarebbe stata quella di alleggerire il peso delle tasse sui ceti bassi per non gravare sulla propensione marginale al consumo.

In merito alla bassa credibilità di cui, si vocifera, goda Silvio Berlusconi in ambito internazionale, l’ex premier ricorda di aver imposto Draghi alla BCE nonostante il dissenso di Sarkozy e Tremonti; anche Barroso (presidente della Commissione europea, ndr) in accordo con Tony Blair «l’ho messo lì io». Il Cav apre quindi ad un’eventuale nomina di Draghi al quirinale, qualora la sua candidatura sia appoggiata da un’ampia maggioranza.

Berlusconi ammette che proprio dopo la sentenza di condanna sul processo Mediaset ha maturato il desiderio di tornare in politica e di togliere la fiducia al governo tecnico: «È stata una concausa. C’era già la conoscenza dei sondaggi per cui il Pdl senza di me era al 10% e c’era la consapevolezza di cosa sono stati capaci di combinare questi giudici. Allora mi sono detto: non è possibile che io non sia di nuovo in campo per lottare contro questa patologia». Stando alle parole dello stesso, i giudici sono diventati come mostruose macchine di diffamazione. Se la prende poi, in particolare, con Ilda Boccassini, rea di aver sperperato ingenti risorse dello Stato per accuse infondate e inesistenti — «dovrebbe andare sotto processo». Incontrando negli studi di La7 Antonio Ingroia, il Cav improvvisa uno sketch, facendo il gesto delle manette: «Forse dovrei salutarti così». Provocazione non raccolta dall’ex PM di Palermo accusato di essersi fatto pubblicità come magistrato in virtù della premeditata candidatura alle elezioni politiche.

di Andrea Capati

foto: politica.excite.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.