Amore e Vita in mostra al Chiostro del Bramante: Chagall

chiostro-15-698x298Roma. Fino al 26 Luglio, al Chiostro del Bramante, sarà possibile entrare in contatto non soltanto con le 140 opere di Marc Chagall provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme, ma anche, e soprattutto, con le esperienze di vita e gli appassionati sentimenti sperimentati dall’autore nel corso della sua esistenza.

Già il titolo della mostra “Chagall. Love and Life” rivela che l’attenzione è posta sulle vicende del vissuto dell’artista, raccontate e rappresentate nella sua opera “Ma vie” -un misto di prosa e illustrazioni- e soprattutto sul grande amore che lo legò a sua moglie Bella Rosenfeld, morta prematuramente nel 1944, imprescindibile e costante fonte d’ispirazione per Chagall.

La mostra, divisa in sezioni tematiche, tocca vari aspetti del percorso artistico e spirituale, decisamente complesso, dell’artista, la poetica del quale nasce dall’incontro delle tre culture alle quali appartiene: quella russa, quella ebraica (Chagall nasce infatti nel 1887 a Vitebsk, da una famiglia di religione ebraica) e quella occidentale (assimilando l’arte dei grandi artisti della tradizione e di quelli delle avanguardie). La produzione artistica di Chagall è inoltre caratterizzata da una forte sperimentazione – l’autore infatti si esprime attraverso la pittura, la scultura, il mosaico, la scenografia, la litografia e l’incisione- e dall’attenzione posta non soltanto alle arti figurative ma anche a quelle verbali e al possibile connubio tra le due differenti forme espressive. L’artista giunge, infatti, ad una fusione tra immagine e parola creando delle illustrazioni, estremamente fedeli al testo, per le due opere letterarie della moglie “Burning Lights” e “First Encounter” pubblicate dopo la morte della stessa, realizzando, su commissione dell’editore Vollard, delle acqueforti per raffigurare la Bibbia, illustrando il celebre romanzo di Gogol “Le anime morte” e rappresentando, attraverso acqueforti, acquerelli e gouache, le favole di La Fontaine.

Dopo aver attraversato le sale adibite all’esposizione delle numerosissime illustrazioni e degli autoritratti dell’artista, giungendo nell’ultima sala della mostra, è possibile ammirare alcuni dei suoi dipinti più celebri ed alcune litografie. Le tematiche delle opere sono molteplici, tutte accomunate dal desiderio dell’artista di esprimere un sentimento proprio rendendolo universale. Quest’intento spiega la scelta effettuata da Chagall di rappresentare, negli anni dell’antisemitismo, le sofferenze del popolo ebraico attraverso l’iconografia cristiana. In particolare in un dipinto come “Il Crocifisso” (1944) la croce, immagine privilegiata della sofferenza di Cristo, diventa testimonianza del dolore di un popolo intero: l’autore, attraverso la scelta dell’utilizzo di un simbolo universalmente riconosciuto, sembra voler ricordare che, a prescindere dalla religione a cui appartengono, gli uomini soffrono tutti allo stesso modo.

Ma la maggior parte delle opere esposte nell’ultima sala sono quelle dedicate alla moglie Bella, o a lei ispirate, “lei sembra costantemente volteggiare sulle mie tele guidando la mia arte”, affermò l’artista; sono opere in cui l’amore viene rappresentato da Chagall come un dono divino, un’esperienza totalizzante, una fonte continua di felicità. Il colore esplode, così come il sentimento, nel dipinto “Gli amanti” (1937), in cui l’artista e sua moglie appaiono immersi in un enorme mazzo di fiori – oggetto considerato da Chagall come il dono più bello in assoluto per la donna amata- che li tiene, nel suo abbraccio, come sospesi sui tetti dell’aggregato di case sottostante e sui due piccoli animali, un gallo ed una capra, inseriti in questo quadro (ma anche in molte altre opere) come rappresentazione dell’amore come sentimento che, dal rapporto tra individui, si estende nel rapporto tra Uomo e Natura.

A farci meravigliare seguendo il percorso della mostra non sono solamente i dipinti dell’artista, ma anche alcuni estratti delle opere letterarie sue (“Ma vie”) e di sua moglie (“First Encounter” e “Burning Lights”), riportati su alcuni pannelli o citati nell’audio guida, che mettono in luce quelli che sono i veri soggetti della mostra: un forte attaccamento alla vita e un amore profondo, cui è affidato un potere che potrebbe definirsi trascendentale, come suggeriscono opere come “La passeggiata” (1917) o “Coppia di amanti e fiori” (1949). Amore e vita, dunque, fanno da protagonisti e creano un unicum, diventano l’uno l’essenza stessa dell’altra, stando alle parole di quell’artista poliedrico che è stato Marc Chagall: “Nelle nostre vite c’è uno solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore.”

di Noemi Cinti 

info: Chiostro del Bramante

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