1861. I pittori del Risorgimento

Si apre a Roma, alle Scuderie del Quirinale, la mostra “1861. I pittori del Risorgimento” che celebra l?Unità d’Italia e ha come tema il confronto tra la pittura italiana e gli eventi che, tra il 1859 e il 1861, hanno determinato la conquista della libertà e dell’indipendenza. Accanto ai grandi dipinti dei pittori protagonisti del Risorgimento, vengono accostate opere di dimensioni più contenute, che documentano la partecipazione popolare e collettiva all’ideale risorgimentale. Il cuore della mostra e’ rappresentato dalla pittura di battaglie ad opera dei cosiddetti “pittori soldati”, quali Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini, Michele Cammarano; tutti convinti patrioti, che presero parte a molte di quelle battaglie, e ne resero testimonianza attraverso la pittura. L’altro grande protagonista della pittura di quegli anni è Giovanni Fattori, capofila dei Macchiaioli, che pur non essendo partito come volontario, fu comunque ideologicamente partecipe alle lotte risorgimentali, e si recò spesso sui luoghi degli scontri. Prive di accenti celebrativi, nonostante di committenza pubblica e addirittura reale, destinate a residenze ufficiali quali il Palazzo Reale di Milano, queste opere rappresentano le retrovie: i semplici soldati, i feriti curati grazie alle prime forme di assistenza (dalla quale nascerà la Croce Rossa), i nemici caduti. Nella prima sala espositiva si trovano alcune opere introduttive ai temi della mostra, che anticipano la pittura di quegli anni. Nella stessa sala, a inizio del percorso espositivo, troviamo alcuni eroi del passato visti come esempi di riscatto e desiderio di libertà; ad esempio Spartaco e Masaniello. Il primo piano e’ dedicato ai dipinti monumentali che illustrano l’epopea nazionale, dalla guerra di Crimea al 1870, con il coronamento del sogno mazziniano e garibaldino, mentre al secondo piano si entra attraverso una serie di dipinti all’interno delle coscienze di quanti aderirono al Risorgimento non dal fronte degli scontri ma dagli interni domestici, dalle strade, dalle osterie. Nell’ultima parte della mostra, capolavori tardi di Giovanni Fattori, denunciano gli orrori della guerra e il sacrificio di tanti, quasi a monito di un nuovo impegno civile e morale: quello di essere, dopo tante sofferenze, italiani.  

Sara Citterio

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