Il M5s boicotta Draghi e il PNRR

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Mario Draghi, Presidente del Consiglio autorevole e rispettato in tutto il mondo, non trova più le condizioni per restare alla guida del nostro Paese e portare a termine il lavoro in favore di famiglie e imprese già programmato dal suo Governo. Si assume la responsabilità di questa crisi l’ex premier, Giuseppe Conte. 

Scelta politica scellerata

Il Movimento 5 stelle, con la scellerata scelta di sottrarsi al voto e uscire dall’aula del Senato perché contrario al Ddl Aiuti, ha di fatto boicottato il presidente Draghi, il PNRR, gli obiettivi nazionali prefissati dall’esecutivo e spinto il Paese in una grave crisi economica e sociale. I 5 stelle perseguono, così, solo il proprio fine politico. Legittimo ma irresponsabile.

Dopo l’implosione, la paura di sparire del M5s

Dopo l’implosione del Movimento, dovuta all’uscita del Ministro Luigi Di Maio e dei suoi sostenitori, la paura di sparire dall’agone politico e la voglia di sostenere a tutti i costi il reddito di cittadinanza, che finora non ha aiutato i disoccupati né le imprese, metterà in forte difficoltà proprio quella popolazione che a parole il partito di Conte ritiene di tutelare. 

Europeismo e atlantismo garantiti

Grazie alla stabilità del Governo e all’autorevolezza del nostro premier, si stava garantendo europeismo ed atlantismo e il nostro paese stava tornando ad essere credibile nel mondo. Tant’è che da diversi paesi europei e dagli Stati Uniti sono arrivate pressioni sul nostro Presidente del Consiglio affinché torni sulla sua decisione di dimissioni e cerchi di trovare una soluzione alla crisi politica.

La situazione internazionale

La drammatica situazione internazionale che stiamo vivendo a causa della pandemia ancora in corso, la guerra in Ucraina e gli aumenti indiscriminati in ogni settore dovuti anche alla minaccia dello stop alle forniture di gas da parte della Russia, necessita di un governo di unità nazionale sostenuto fino alla fine delle emergenze o, quantomeno, fino a fine legislatura, anche dal M5s. 

Insomma, in un momento storico come quello attuale si sperava nella responsabilità istituzionale di tutti i parlamentari e, soprattutto, in quella di un ex premier evidentemente sopravvalutato. 

Foto di Harri Vick da Pixabay

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