Psicostasia: la pesatura delle anime

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La rappresentazione della psicostasia è basata su una cerimonia religiosa, durante la quale il defunto veniva messo alla prova dalle divinità prima di affrontare il suo viaggio verso l’Oltretomba.

L’origine di questa “pratica” è millenaria, difatti la troviamo fin dall’antico Egitto e si è tramandata ad oggi con l’iconografia della “pesatura del cuore” o “pesatura dell’anima”.

Antico Egitto

La bilancia come simbolo di valutazione dell’anima risale all’antico Egitto: le rappresentazioni iconografiche della “pesatura” derivano dal periodo dell’Antico Regno (2705 – 2225 a.C.), raffigurate sulle pareti delle camere funerarie dei sovrani, i così detti “Testi delle Piramidi”.

Durante il Medio Regno (1987 – 1640 a.C.) si diffusero i “Testi dei Sarcofagi”, utilizzate anche per le sepolture dei cittadini.

Tuttavia, la formula più completa della pesatura la ritroviamo durante il Regno Nuovo (1539 – 1075 a.C.) ed è testimoniata fino all’età tolemaica nella raccolta dei testi funerari del Libro dei Morti: si tratta di un compendio di formule magico religiose con rappresentazioni figurate, che servivano al defunto per raggiungere l’immortalità.

Difatti l’anima del defunto veniva giudicata da Osiride: su un piatto della bilancia veniva posto il cuore che rappresentava la vita terrena dell’uomo, mentre sull’altro piatto veniva posta una piuma della dea della giustizia Maat. Il dio Anubi conduceva il defunto verso il verdetto, mentre il dio Thot registrava il risultato della pesa su un papiro. Se il cuore era leggero e i piatti in equilibrio la prova era superata e il defunto aveva accesso al regno di Osiride e Iside; se il cuore era più pesante della piuma, il defunto sarebbe morto una seconda volta divorato da Ammit, un mostro dalle sembianze di leone, coccodrillo e ippopotamo.

Antica Grecia

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In ambito greco la prova della bilancia assume una connotazione differente: la pesatura non esprime un giudizio morale nei confronti di un defunto, bensì decide il destino dei personaggi ancora in vita.

Si tratta della kerostasia, la pesatura delle keres intesa come la personificazione del destino dei guerrieri, della loro sorte in battaglia.

Un esempio è la contesa tra Achille e Memnone descritta nell’Etiopide di Arctino di Mileto e poi ripresa in una tragedia, ormai perduta, di Eschilo. L’episodio è stato raffigurato in vari esempi vascolari attici del VI secolo a.C. (tra i vari esempi: un lekythos rinvenuto a Capua, oggi al British Museo di Londra; una coppa attica oggi conservata al Louvre).

Giudice della prova è Zeus, o Hermes. In alcuni esempi il giudice è seduto mente regge la bilancia al cospetto o dei due eroi o delle loro madri, Eos e Teti: in tal caso i duellanti sono simbolicamente rappresentati da due opliti sul piatto della bilancia. Spesso però non è sempre rappresentato il risultato della prova, in quanto i piatti sono in equilibrio.

Tra Occidente e Oriente

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La psicostasia si sviluppò parallelamente sia in Oriente che in Occidente. La sua funzione escatologica è presente sia nella letteratura apocalittica monoteista ebraica, cristiana ed islamica.

Esistono vari passaggi biblici che citano l’uso della bilancia al momento dei giudizi pronunciati al cospetto dio: Giobbe, 31,6 “Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode, mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconoscerà la mia integrità”; IV Libro di Esdra o Apocalisse di Esdra, 3, 34 “Peso sulla bilancia le nostre colpe e quelle degli abitanti della Terra e vedremo da che parte scende il piatto”.

Da Osiride, a Zeus ed Hermes, il ruolo di pesatore e accompagnatore nell’Aldilà delle anime, passa nella religione cristiana a San Michele Arcangelo, il protagonista della cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso. Il culto di San Michele era già presente nel culto ebraico, metabolizzato dai culti pagani preesistenti e assimilato dal cristianesimo.

La rappresentazione della bilancia, nell’arte cristiana, per stabilire la sorte dell’anima nell’Aldilà inizia a fare la sua comparsa all’interno dei Giudizi Universali tra il X e XI secolo.

In genere nei piatti della bilancia vi sono raffigurazioni simboliche della figura umana o della sua anima. Talvolta invece i piatti sono vuoti, e l’esito è evocato dalla presenza di angeli o diavoli che si contendono la pesatura.

Un esempio precoce della pesatura delle anime è presente su una delle due facce di una croce celtica di Muiredach a Monasterbaich in Irlanda del X secolo (923 circa).

In questa croce, al di sotto del Giudizio Universale, è presente l’Arcangelo Michele che, mentre pesa un’anima, trafigge con un bastone un diavolo che cerca di portare l’anima del defunto con sé.

In ambito bizantino, esempi assai antichi si trovano in Cappadocia, specie per il Giudizio Universale di Yilanli Kilise (la chiesa dei serpenti) nella Valle del Goreme. Il Giudizio è datato al X secolo ed è situato sotto il nartece. La psicostasia sta nell’estremità meridionale del registro inferiore: qui l’Arcangelo Michele poggia su uno dei piatti della bilancia la testa di un eletto, mentre dall’altro lato un diavolo tenta di far pendere la bilancia dalla sua parte con una testa di un dannato.

Altri importanti esempi bizantini sono il Giudizio Universale sul nartece della Panagia Ton Chalkeon a Salonicco (Tessalonica) del 1028 e il Tetravangelo del Monastero di San Giovanni di Studion a Costantinopoli della metà del XI secolo.

Nella basilica di Santa Maria Assunta a Torcello, il mosaico del Giudizio Universale dell’inizio dell’XI secolo, traspone la formula bizantina classica in cui è presente la psicostasia. Anche qui, un angelo si contende la bilancia contro due demoni che portano delle sacche “piene di peccati” per rendere più pesante il piatto dalla loro parte.

Quale che sia stato il tragitto compiuto dalla rappresentazione della psicostasia o il suo possibile tramite, certo è che questa immagine ebbe una diffusione eccezionale nei progetti decorativi dell’arte medievale e rinascimentale, sia all’interno del sistema del Giudizio Universale, sia come immagine a sé stante intesa come separazione tra eletti e dannati, tra bene e male.

Foto di pubblico dominio. Fonte: wikipedia.org

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