Elezioni USA. Bernie Sanders può vincere la nomination del Partito Democratico?

bernie-sandersE’ la domanda che cominciano a porsi in molti dopo la sua vittoria nel New Hampshire. Se prima dello IOWA il suo ruolo sembrava quella di uno sparring partner per la Clinton, ora dopo i risultati ottenuti nel New Hampshire la sua candidatura non appare cosi improbabile.

Alcuni analisti, paragonano la candidatura di Sanders a quella del senatore democratico George McGovern, che perse contro Nixon, quando i democratici persero anche il controllo di 48 stati. Lo stesso paragone viene fatto per l’esperienza repubblicana del candidato Senatore Barry Goldwater che venne sconfitto da Lyndon Johnson dando la maggioranza totale ai democratici.

Proprio per questi precedenti più Sanders cresce in popolarità più aumentano gli attacchi anche dal suo steso partito. Si parla di una candidatura a rischio di sicura sconfitta.

Eppure gli esempi non mancano della vittoria di un candidato non considerato all’inizio. Oltre Obama, Reagan stesso non godeva i favori dell’establishment dei repubblicani eppure vinse, portando un cambiamento epocale nella politica americana, dando inizia all’era dei conservatori.

Sia Sanders che Trump, sono due candidati invisi all’establishment dei rispettivi partiti, e seppur con toni diversi, attaccano il sistema delle banche, la corruzione politica, le politiche commerciali, ma soprattutto le politiche militari che hanno portato a guerre senza fine, con grandi spese, ma senza vittorie. Curiosamente sono quelli che al momento godono il favore dell’elettorato.

Chi è più elegibile tra Sanders e la Clinton? Ovviamente si ritiene la Clinton, il candidato più moderato ed esperto, che però ha punti di deboli, su cui si scateneranno gli attacchi dei repubblicani, come i fondi provenienti da Wall Street, la Fondazione Clinton, i problemi delle e-mail, ancora tutte da decifrare e qualcos’altro che in campagna elettorale può venire fuori da un momento all’altro.

I sondaggi indicano come la Clinton debba difendersi principalmente dai dubbi sulla sua onestà. Quello che è evidente e che esiste tra i due candidati, un allarmante “gap di entusiasmo” tra gli elettori democratici. Sanders ha chiaramente elettrizzato i giovani, al contrario della Clinton.

Gli Usa stanno cercando di riprendersi da quella che viene definita la “lunga depressione.” I giovani si trovano gravati di debiti all’università, alle prese con basse opportunità di lavoro e con salari stagnanti.

In questo contesto, Sanders offre una visione chiara e appassionata. Lui incolpa un’economia truccata da pochi e per pochi, e una politica corrotta dal sistema finanziario. Le sue richieste di riforme fondamentali: Medicare per tutti, università pubblica lezioni-free, un salario minimo $ 15, tasse eque per i ricchi, rompendo con le grandi banche, le politiche commerciali degli Stati Uniti. Parla di una “rivoluzione politica”, finanziando la sua campagna con milioni di piccole donazioni, rifiutando la creazione di Super PAC (comitati di raccolta fondi) per evitare i finanziamenti delle “lobby”.

Clinton respinge l’agenda di Sanders come irrealistica, proponendosi come il candidato della continuità difendendo le riforme di Obama. Hillary Clinton sostiene che il progresso può venire solo un passo alla volta, cercando di trovare “schegge” di un terreno comune con i repubblicani.

L’elezione del primo presidente donna sarebbe storico, ma al momento non sembra che Hillary Clinton abbia un “feeling” con l’elettorato democratico.

Sanders cerca di consolidare una coalizione basata sul suo populismo economico e politico di base, senza abbandonare il liberalismo sociale. Egli riconosce che le donne single, persone di colore e i giovani sono uniti dalla loro necessità di riforme economiche e politiche fondamentali.

Hillary Clinton, comunque rimane il candidato più probabile per vincere la nomination democratica del 2016. Ma deve dimostrare di avere quella capacità di rottura con il sistema che Sanders dimostra di avere.

Se non lo fa il rischio è che Sanders continui a crescere, ed a minare la credibilità politica della Clinton. Pochi in effetti pensano che Sanders possa arrivare vincitore alla Convention finale, ma con una Clinton debole, vincere le elezioni presidenziali per i democratici non è più una certezza.

di Gianfranco Marullo

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