Donald Trump dichiara guerra ai social network

Tra la celebre piattaforma social Twitter e l’inquilino della Casa Bianca si è scatenata una vera e propria “guerra fredda” che sta facendo molto discutere l’opinione pubblica d’oltreoceano e non solo. Lo scontro è stato innescato martedì scorso, quando i responsabili del sito hanno segnalato due tweet del presidente come contenenti “informazioni fuorvianti”, quindi infondate o false. Nello specifico, nei due brevi messaggi Trump aveva puntato il dito contro la regolarità della modalità di voto “per posta”, che potrebbe essere adottata in occasione delle elezioni presidenziali di Novembre, qualora la situazione dell’emergenza Coronavirus fosse ancora delicata nel Paese. A suo dire, c’è la certezza che in questo modo ci saranno brogli, schede falsificate ed operazioni fraudolente per alterare i risultati del voto, premiando chi riuscirà meglio degli altri a mettere in atto tali azioni. Secondo lui, ovviamente, i democratici.

Poco tempo dopo era quindi arrivata la suddetta segnalazione del tweet da parte della piattaforma, la quale inoltre allegava un link contenente info sulle votazioni per posta, invitando gli utenti ad informarsi meglio sulla questione. Da qui, l’ira del presidente, impegnatosi nelle ore successive a pubblicare una raffica di altri tweet, attraverso cui accusava i social di censurare le opinioni dei repubblicani e di favorire apertamente i democratici, servendosi anche della diffusione di fake news. Le frasi pronunciate non tendono certo alla diplomazia, con attacchi espliciti rivolti, oltre che ai giganti della rete e della stampa, anche all’amministrazione Obama, rea, secondo Trump, di aver “spiato” la sua campagna elettorale durante le elezioni del 2016.

Tra i tanti messaggi pubblicati in rapida sequenza uno dopo l’altro, quello che ha forse creato maggiore scalpore è stato l’annuncio di severi provvedimenti contro i social network, accompagnato dalla minaccia di chiusura: “li regolamenteremo fortemente, oppure li chiuderemo, prima di permettere che cose del genere accadano di nuovo. Abbiamo visto cosa hanno provato a fare, fallendo, nel 2016. Non possiamo permettere che ciò accada di nuovo, con mezzi ancora più sofisticati”.

La scelta di mettere in guardia gli utenti dalle insinuazioni del magnate newyorkese è stata motivata pubblicamente dalla portavoce di Twitter, Katie Rosborough, in un comunicato inviato alla CNN. “Questi tweet contengono informazioni potenzialmente fuorvianti sui processi di voto e sono stati etichettati per fornire un contesto aggiuntivo riguardo alle votazioni per posta elettronica” ha spiegato. Tale provvedimento rappresenta un qualcosa di inedito per ciò che riguarda un presidente degli Stati Uniti. Di fatto, nonostante Trump sia sempre stato solito pubblicare sul proprio profilo dichiarazioni di questo tipo, solamente adesso il social fondato da Jack Dorsey ha preso esplicitamente posizione nei riguardi di un suo tweet. A dare la spinta definitiva poiché ciò avvenisse, è stata una lettera inviata ai vertici di Twitter da Timothy Klausutis, la cui moglie morì nel 2001 a causa di un problema cardiaco mentre si trovava in ufficio, dove lavorava come collaboratrice del politico Joe Scarborough, oggi conduttore Tv. Ebbene, in alcuni sue recenti esternazioni social, il presidente aveva insinuato (senza peraltro avere prove a supporto) che la donna non fosse deceduta per cause naturali e che il responsabile della morte fosse lo stesso Scarborough.

Nel suo messaggio, indirizzato direttamente a Dorsey, Klausutis ha voluto esprimere il suo dolore nell’essere venuto a conoscenza delle dichiarazioni in questione, definite dall’uomo come “orribili bugie” messe in circolazione per diffondere odio e disinformazione, tanto più se ciò viene fatto in prima persona dal presidente degli Stati Uniti, attraverso un profilo Twitter che vanta più di 80 milioni di follower.

Foto di Shahid Abdullah da Pixabay

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