I 50 anni di un vero mito, ascoltiamo “Il Suono del Silenzio”.
L’album di Simon e Garfunkel “Sounds of Silence” uscì il 17 gennaio del 1966; un capolavoro del genere folk, il primo grande successo del duo. “Hello darkness my old friend “, uno degli incipit di canzone più belli, struggenti e famosi al Mondo, nella storia della musica.
La canzone che ispira il titolo è The Sound of Silence, che compie oggi cinquanta primavere, originariamente registrata come pezzo acustico e basta; cinquanta, dunque, portati benissimo.
Il significato di questa canzone molto intensa è l’incomunicabilità, l’incapacità che noi abbiamo di relazionarci, di provare spesso empatia, la mancanza di dialogo soprattutto in amore, ma non solo. La difficoltà di capirci, di intenderci. Il testo fa riferimento anche a qualcosa che ci impedisce di essere semplici e comunicativi.
Nel 1965 Paul Simon inserì la canzone nel suo primo LP solista registrato a Londra, “The Paul Simon Songbook”. L’anno seguente la canzone fu inclusa nell’album stesso.
Il brano fu usato nel film “Il laureato” con Dustin Hoffman (così come l’altra, celeberrima, Mrs. Robinson) e appare nei titoli iniziali, nella scena della piscina e durante la parte finale (un film indimenticabile, ci sono alcune scene scolpite nella memoria e nel cuore di almeno due generazioni); inoltre, la canzone, appare anche nel film “Bobby”, che racconta di alcune persone che si trovavano nell’albergo dove Robert “Bobby” Kennedy fu assassinato, durante le 24 ore antecedenti il delitto. Nel film, poi , la canzone appare anche dopo l’assassinio. The Sound of Silence si alza e si eleva anche nel film “Watchmen”, durante il funerale di uno dei personaggi, il Comico.
Un duo meraviglioso, che tra separazioni e ritorni, tra alti e bassi ed altalene, si è distinto nel 1978 come “miglior album internazionale degli ultimi 25 anni” (Bridge over Troubled Water); tantissimi i premi presi, tanto affetto da parte del pubblico che li consegna all’eternità.
“Salve, oscurità, mia vecchia amica, sono venuto ancora a parlarti, perchè una visione, che furtivamente strisciava, lasciò i suoi semi mentre dormivo. E quella visione, che si era impressa nel mio cervello, rimane ancora, nel suono del silenzio…”
di Alessandra Paparelli
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