La vergogna ha finalmente un nome: Parlamento

rissa6Scontri fisici davanti  alla Presidentessa della Camera Boldrini, mi chiedo come si faccia ad andare davanti agli studenti a parlare di non violenza (pareri di donne comuni), con quale volto mi presento ad una scolaresca (la signora Boldrini in questi giorni ha parlato di non violenza agli alunni dello storico liceo Mamiani di Roma), come spiegare questi segnali di incapacità?

Pensiamo tutte che si debbono fermare; lo Stato ha bisogno dI recuperare dignità, rispetto e educazione. Tornare credibili per dovere verso i nostri figli,  per non lasciare sempre l’ impressione che chi alza di più la voce ha sempre ragione. Altrimenti lasceremo  i nostri ragazzi con problemi maggiori dei nostri.

Si legge in un articolo, scritto da un grande “giornalista”, che dobbiamo far finta che schiaffoni e insulti, volgarità e similari, sono ammissibili nel nostro ordinamento, perchè abbiamo problemi più grandi. Secondo il “giornalista”  la scazzottata a Montecitorio non deve destare preoccupazione. Il caos secondo lui “è figlio della prima Repubblica”: “Suvvia, onorevole Lupo, una col suo cognome dovrebbe sapere che homo homini lupus. Il senso del nostro discorso è il seguente: datevele pure di santa ragione, poi però non atteggiatevi a vittime. Picchia tu che picchio anch’io, e che sia finita lì. Livido più, livido meno, che volete che sia?”.

Mi rifiuto, e come me moltissime donne, di pensare che tutto questo sia accettabile, in nome di molte cose più importanti. Da anni in Italia si ammazzano donne e persone indifese. Molti sono gli operatori che giorno e notte con nomi come: task force codice rosa, si battono per far si che tutto questo non avvenga. Prendere a schiaffi una deputata è un atto gravissimo, non giustificabile dal fatto che i componenti del M5S hanno sconfinato. Sono 49 anni che i nostri politici sconfinano e per poco tutto si tramuta in rissa.

Da una ricerca fatta su internet,  indietro nel tempo:

 26 ottobre 2011 – La seduta è stata sospesa dal Presidente di turno, On.Bindi, a seguito di scontri “fisici” tra parlamentari leghisti e parlamentari di Futuro e liberà, il tutto di fronte alle scolaresche in visita a Montecitorio che dalle balconate hanno assistito incredule all’accaduto.

29 aprile 1998 – Uno scontro verbale su Juventus-Inter tra il deputato di An Gramazio e l’ex calciatore e deputato Ds Massimo Mauro si trasforma in scontro fisico. Gramazio scatta verso i banchi della maggioranza, Mauro cerca di allontanare con un calcio l’avversario, che intanto lo strattona e cerca di colpirlo. Gran lavoro dei commessi per sedare la rissa.

2 agosto 1996 – Scambi di insulti e strattoni tra deputati di Polo e Lega nella discussione sul finanziamento dei partiti. Il leghista Cavaliere salta un banco e cerca di raggiungere il deputato Giovine e altri esponenti di Forza Italia. Rotti gli occhiali a Vittorio Sgarbi.

19 maggio 1993 – Durante la discussione della riforma Rai, il deputato missino Teodoro Buontempo cerca di parlare in aula con un megafono e, all’ordine di consegnarlo, scappa per le scale dell’emiciclo rincorso dai commessi. Il vicepresidente lo richiama e poi lo espelle insieme al collega di partito Marenco che ha urlato “ladri-ladri” e altro.

1 aprile 1952 – Il deputato Dc Albino Stella, coltivatore diretto, si getta contro il monarchico popolare Ettore Viola, agricoltore, colpendolo con un pugno.

Chi pensa che la rissa scatenata dai grillini in Parlamento sia un fatto nuovo, si sbaglia di grosso.

Parolacce ed insulti, calci e spintoni, bagarre tra i banchi della politica in 60 anni di repubblica ce ne sono stati molti . Una lunga serie di episodi dello stesso genere hanno contraddistinto la vita politica del nostro parlamento. Nel nostro paese, insomma, c’è una ricca bibliografia. Da anni il vento della bagarre soffia sullo Stivale: i nostri rappresentanti vantano un record di parapiglia senza eguali.

Cominciamo nel 1949 quando fu votata l’adesione alla Nato, presiedeva la Camera Giovanni Gronchi, futuro inquilino del Quirinale.Era Venerdì 18 marzo. Da tre giorni, ininterrottamente, si discute, a Montecitorio, il testo del trattato di adesione dell’Italia al Patto Atlantico. Sono tutti sfiniti. Per due giorni e due notti i rappresentanti al Parlamento di 46 milioni di italiani si sono nutriti di panini e bibite.

Ad un tratto I comunisti si gettarono in massa nell’emiciclo, mentre i democristiani tentavano di arginare l’attacco. Semeraro, nella furibonda rissa, trova i compagni al suo fianco, mentre Giancarlo Pajetta inveisce, ormai afono, contro il centro. Ad un tratto, l’altro Pajetta, Giuliano, con un salto acrobatico piomba disteso sulla massa. Pugni gli piovono addosso. Rimettendosi in piedi, Giuliano Pajetta attacca a sua volta. Ma non basta. Da sinistra, uno dei cassetti degli scanni lanciato da un comunista va a cadere sulla massa umana che si aggroviglia sempre. Più fra urla e grida altissime, invano trattenuta dagli atletici commessi e questori, travolti essi stessi dalla spinta che incalza da tutte le parti. pulcinella291.forumfree.it

Abbassare i toni iniziando dalla televisione, in famiglia, posti di lavoro, per la strada, altrimenti tutti, ma proprio tutti un giorno si sentiranno in dovere di prendere a schiaffi chi non è daccordo con loro, il lavoro di molti finirà nelle fogne e saremo sommersi da bombe di fango, moriremo soffocati dalle urla.

di Adelfia Franchi

foto: ilportinaio.com

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