Mps: il pericolo della nazionalizzazione è vicino?

Monte-paschi-siena-2Siena. Ieri in seconda convocazione si sono riuniti gli azionisti del Monte di Paschi di Siena per decidere sulle sorti della Fondazione.

Come sappiamo, gli azionisti avevano bocciato la proposta del cda (presieduto da Alessandro Profumo), il quale voleva varare entro gennaio un aumento del capitale da 3 miliardi, per restituire allo Stato i “Monti bond”, rispettando così gli accordi pattuiti a settembre con la Commissione Europea.

Poche ore fa l’assemblea ha approvato quasi all’unanimità la proposta di slittare l’aumento , che sarà dunque posticipato alla fine del secondo trimestre ( giugno).

Hanno votato a favore l’82% degli aventi diritto al voto, 1,7% contro.

Adesso dunque Palazzo Sansedoni (sede della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.) potrà avere il tempo di studiare le strategie dei negoziati futuri, che avranno come obiettivo quello di cedere l’intero pacchetto di Mps a un prezzo prefissato.

Di questi soldi, 339 milioni servirebbero a rimborsare i debiti contratti con le banche creditrici, (risalenti ai tempi del finanziamento dell’operazione Antonveneta), gli altri (circa 400 milioni), potrebbero essere reinvestiti nell’aumento di capitale del Montepaschi, in modo da risollevarla dal baratro e magari raccogliere un gruppo d’investitori che facciano da garanti all’aumento, scongiurando la tanto temuta nazionalizzazione della banca.

Nei giorni scorsi, Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola, non vedendo di buon occhio tale decisione , avevano fatto intendere di voler rassegnare le dimissioni, cosa che si era altresì dedotta da una lettera inviata alla vigilia di Natale.

In allegato alla missiva infatti, Viola e Profumo avevano inserito il parere legale di Piergaetano Marchetti, professore ordinario di Diritto Commerciale della Bocconi, il quale spiegava “se si votasse il rinvio dell’aumento, la Fondazione incapperebbe nel conflitto d’interessi, rendendo impugnabile la delibera messa all’ordine del giorno dell’assemblea”.

Oggi tuttavia il cda ha smentito le voci sulle sue presunte dimissioni ” Dimissioni? Queste sono decisioni che si assumono a sangue freddo e nei luoghi deputati”.

Intanto la presidentessa dell’ente, Antonella Mansi, che da sempre ha sottolineato la sua volontà di agire nel rispetto dello statuto e del codice civile, ha declamato ” L’ odierna assemblea non deve rappresentare comunque un punto d’arrivo ma, a nostro giudizio, un nuovo punto di partenza, per un cammino che, almeno per quello che ci riguarda, intendiamo riprendere insieme, in lealtà e trasparenza, più forti di prima”. 

di Simona Mazza

foto: tempi.it

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