Chi origlia il Papa ?

Roma - Papa Francesco al Centro AstalliPadre Federico Lombardi, il Direttore della Sala Stampa Vaticana, è intervenuto in merito alle ultimissime news sulle intercettazioni. Riguardo alle insinuazioni apparse sulla stampa, su possibili intercettazioni avvenute nei mesi scorsi ad utenze (sia vaticane che italiane) di cardinali e vescovi, dalle quali non sarebbe stato immune neanche il Santo Padre (sia l’attuale che l’emerito), il portavoce vaticano si è affrettato a far presente quanto segue: “Non ci risulta nulla su questo tema e in ogni caso non abbiamo nessuna preoccupazione in merito”. Queste, appunto, le sue parole; suscita curiosità il fatto che Padre Lombardi abbia voluto specificare che “in ogni caso” in vaticano non si hanno preoccupazioni in merito.

Certo, almeno per il momento.

Secondo il settimanale Panorama una cellula della National Security Agency (guidata dalla CIA) avrebbe una base nell’ambasciata di Roma. Ed è lì che gli 007 americani avrebbero controllato tutte le telefonate in entrata e in uscita dalla Santa Sede; inoltre, il settimanale sostiene che i criteri con cui le telefonate venivano classificate, riguardavano il sistema finanziario, le intenzioni politiche dei governi, le minacce al sistema finanziario, gli obiettivi di politica estera e i diritti umani. In quest’ottica può apparire fondato il sospetto che a suscitare particolare interesse per gli “ascoltatori” siano state le telefonate relative a tutto ciò che riguarda il sistema finanziario della Santa Sede, in modo speciale le informazioni relative alla scelta del nuovo Presidente dello IOR, dopo la “cacciata” di Ettore Gotti Tedeschi.

Il tutto sarebbe datato fra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013 e riguarderebbe 46 milioni di telefonate effettuate in Italia.

La cellula sarebbe la stessa che si sarebbe occupata di controllare i telefoni e i computer dei nostri politici.

A contattare e ad inserire sul “libro paga” i vari personaggi “utili” (come i gestori dei sistemi di comunicazione, banchieri, ingegneri, amministratori di database…) sarebbe, appunto, la CIA.

Verrebbe da dire: niente di nuovo sotto il sole… se non fosse che ad essere totalmente nuovo, se risultasse vero, è il fatto che le intercettazioni avrebbero riguardato anche il periodo in cui si è svolto il conclave dello scorso mese di marzo, nel quale fu eletto Papa l’allora cardinal Bergoglio, l’attuale Papa Francesco. Lascia perplessi quindi, a tal proposito, quell’ “in ogni caso” con cui il portavoce vaticano ha tenuto ad allontanare immediatamente l’idea che la Santa Sede possa nutrire una benchè minima preoccupazione (più che legittima), derivante dal sentirsi, o piuttosto (fatto ancor più inquietante) dal “sapersi” spiati. Anche perché di solito la preoccupazione presuppone l’esistenza di un problema da risolvere, mentre, in questo caso, l’assenza previa di preoccupazione starebbe a dimostrare che l’essere intercettati (a prescindere se ciò sia vero o no) non è considerato un problema. Seguiremo con attenzione gli sviluppi, a maggior ragione ora che, come ha riferito nelle scorse ore una nota dell’agenzia Ansa, il nuovo Segretario di Stato Vaticano, Sua Eccellenza Monsignor Pietro Parolin starebbe per giungere a Roma.

Il quotidiano francese Le Monde riporta la notizia che a fornire alla National Security Agency americana, i dati degli utenti francesi, sarebbe stata la stessa Francia. Alla base di questo meccanismo, un segreto accordo “di amicizia” in virtù della quale si è potuto mettere in pratica il vecchio motto latino: “Do ut des” (dal significato letterale, «io do affinché tu dia»); stessa cosa, sarebbe successa in Italia.

Il quotidiano spagnolo El Mundo, basandosi su quanto si evince da diversi documenti in possesso di Edward Snowden (l’ex analista), rincara la dose: i servizi di intelligence spagnoli non solo sapevano dell’azione di spionaggio in corso nei confronti dei loro concittadini, ma hanno addirittura facilitato il compito ai loro “colleghi”. Inoltre, è scritto sempre sul quotidiano spagnolo, tra i paesi che la NSA considerava “partner affidabili e amici”, c’è anche l’Italia. Affidabilità e amicizia che il nostro paese si è guadagnato raccogliendo dati contro gli interessi americani. Una serie di documenti che il giornalista Glen Greenwald ha reso pubblici, farebbero da supporto a queste affermazioni.

Dal canto loro gli americani, si difendono dalle accuse replicando che anche gli “alleati europei spiano i leader e i servizi d’intelligence americani”. Il Direttore della Intelligence nazionale Usa (che riunisce 16 agenzie, tra cui la Nsa), James Clapper, è stato ascoltato dalla commissione sui Servizi Segreti della Camera dei Rappresentanti, ed ha ribadito che l’intelligence americana svolge legittimamente il proprio lavoro, a tutela della sicurezza nazionale, nella legalità più assoluta

Le attività di spionaggio all’estero, secondo il dottor Clapper, hanno il solo scopo di proteggere, oltre la sicurezza nazionale, quella dei “nostri alleati”, così li ha definiti; alleati che ora sono in preda ad una confusione senza precedenti. Infatti i servizi italiani negano di aver mai scambiato dati su cittadini italiani con i servizi americani. “Non abbiamo raccolto noi le informazioni sui cittadini europei (aveva detto il generale Alexander, capo della Nsa) perché questi dati erano forniti dai nostri partner europei”.

La Germania smentisce categoricamente di avere spiato gli Stati Uniti e intende espellere i diplomatici coinvolti.

Insomma c’è grande fibrillazione tra i governi dei paesi cosiddetti “alleati”; i capi di governo si stanno affrettando a convocare le rispettive commissioni di controllo e nel frattempo la Cina è “preoccupata” (a differenza del Vaticano), per le notizie sull’attività di spionaggio da parte degli americani e dichiara che “rafforzerà le misure di sicurezza delle proprie comunicazioni”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega per la sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, su mandato del Premier Enrico Letta ha convocato per questa mattina, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR), per affrontate le questioni relative alla sicurezza delle telecomunicazioni che, alla luce degli ultimi eventi, assumono una gravità dalle conseguenze ancora imprevedibili.

Il presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Giacomo Stucchi, ha fatto sapere di aver chiesto di poter ascoltare il premier in audizione nei prossimi giorni.

Di Redazione

Fotowww.papaboys.org

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