8 Marzo e consapevolezza vegan: una ricetta e una riflessione sul tema

menu-vegan-per-la-festa-della-donnaIn diversi scritti “femministi/animalisti” emerge la certezza, che il femminismo possa trattare della questione animale, senza per questo rinunciare alle sue peculiarità.

Anzi, l’alleanza reciproca dei due soggetti “deboli”, può fiaccare la permanenza del sistema di dominio sulle donne, la natura e gli animali.
La questione femminista entra così a pieno titolo nell’animalismo, in virtù del fatto che il femminismo ha da sempre avuto un approccio critico verso il sistema e lottato per il riconoscimento delle ineguaglianze, concetto estremizzato e sposato mirabilmente dal pensiero vegano ed antispecista. Vegan e femminismo dunque sono due mondi che si integrano e che si accomunano sia da un punto di vista teorico che della prassi.

Per “festeggiare” in maniera alternativa tale connubio, brindiamo all’8 Marzo, proponendo un aperitivo goloso e gourmand che anche i “gastrofighetti” onnivori apprezzeranno.

L’ideatrice della ricetta (che presenteremo alla fine dell’articolo) si chiama Serena Scuteri.
Ecco cosa ha creato per la nostra redazione:

IMG-8269Bicchierino con carote marinate allo zenzero, cagliata di mandorle e granola salata
Si tratta di un’idea per un aperitivo sfizioso e diverso dal solito da proporre alle proprie amiche per una serata di chiacchiere in occasione della festa della donna.
Una golosissima granola in versione salata che per il suo bel colore giallo ricorda la mimosa e che sorprenderà per la sua bontà! Forse più che granola dovremmo chiamarla muesli visto che non ha la classica consistenza della granola ma è più simile ad un muesli… ad ogni modo, al di la del nome, posso assicurarvi che è davvero sfiziosa.
Buonissima da sgranocchiare da sola e perfetta per completare tante ricette dando un tocco particolare e gustoso.
Nel caso di questi bicchierini, la granola dona un tocco croccante e si accompagna perfettamente a delle carote marinate con succo di limone, olio e zenzero, servite con della cagliata di mandorle. Il risultato è questo golosissimo bicchierino.
Ecco la ricetta, sia della granola che della cagliata di mandorle

INGREDIENTI
Per la granola
100 gr di fiocchi di avena
50 gr di riso soffiato
25 gr di semi di girasole
25 gr di semi di zucca
30 gr di semi di sesamo
50 gr di mandorle
50 gr di anacardi
1/2 cucchiaino di semi di cumino in polvere
1/2 cucchiaino di curcuma
1/2 cucchiaino do coriandolo in polvere
1 pizzico di pepe
20 gr di olio di coco
3 cucchiai di salsa tamari
Per la cagliata di mandorle
250 gr di mandorle
1 litro di acqua
50 gr di succo di limone
2 pizzichi di sale
PROCEDIMENTO:
Per la granola, riunite tutti gli ingredienti secchi in una ciotola capiente e mescolate bene. Aggiungete l’olio di cocco e la salsa e mescolate nuovamente. Fate cuocere nel forno prcedentemente riscaldato a 160° per 25/30 minuti. Una volta pronta, sfornate la granola e fatela raffreddare completamente.
Per la cagliata occorre per prima cosa preparare il latte. Dopo aver lasciato in ammollo le mandorle per qualche ora, scolatele, buttate l’acqua dell’ammollo e frullatele a lungo con l’acqua prevista negli ingredienti. Filtrate con un’etamina il latte così ottenuto. Scaldate il latte e non appena raggiunge il bollore, spegnetelo e aggiungete il sale e il succo di limone mescolando. Coprite e lasciate riposare per circa 30 minuti. Trascorso questo tempo vedrete che si saranno formati dei piccoli fiocchi. Versate la cagliata su un colino ricoperto da un panno pulito e lasciatela colare per qualche ora.
Una volta pronta, potete utilizzare la cagliata come preferite, caratterizzandola a seconda della ricetta dove la volete impiegare. Nella ricetta che vi propongo, è abbinata con delle carote tagliate a julienne e fatte marinare con olio, succo di limone e succo di zenzero.
Componete i bicchierini mettendo alla base le carote, aggiungete un paio di cucchiai colmi di cagliata e la granola. Completate con dell’erba cipollina fresca e un pizzico di curcuma. Buon appetito!
La granola si conserva per 4 settimane in un barattolo di vetro. La cagliata per 2 o 3 giorni in frigo in un contenitore ermetico.

Serena, quando è nato il tuo amore per la cucina e come riesci a miscelare creatività, gusto e salutismo nei piatti vegan?
“Il mio amore per la cucina è iniziato molto presto… Adoro cucinare fin da quando ero bambina e mi è sempre piaciuto sperimentare e creare nuove combinazioni. Sono vegana dall’estate del 2013; mi sono avvicinata a questo tipo di alimentazione per risolvere una serie di piccoli disturbi dovuti ad intolleranze alimentari. Questa scelta mi ha portato ad alimentarmi in modo sano ed equilibrato, senza però dover rinunciare al gusto; ho infatti scoperto nuovi sapori ed ingredienti che prima non conoscevo, o semplicemente utilizzavo poco, che mi hanno aperto le porte verso un vero universo di nuove ricette, combinazioni, idee…
Il mondo vegetale offre una gamma di ingredienti molto ricca e varia e permette di creare piatti semplici e genuini ma soprattutto vivi, colorati e profumati. Evitare l’utilizzo di qualsiasi ingrediente di origine animale non significa quindi che si debbano fare delle rinunce! La cucina rappresenta per me una grande forma di espressione e realizzazione dove dare libero sfogo alla mia creatività. Quando ho fatto questa scelta ho iniziato a leggere parecchi libri e testi per documentarmi e imparare quanto più possibile su questo mondo. Ho anche frequentato qualche corso di base e un corso di pasticceria crudista presso la “Grezzo Faculty” di Roma. La vera svolta però è arrivata grazie al mio incontro con la Joia Academy, la più importante scuola di Alta Cucina naturale in Italia, fondata dal maestro Pietro Leemann, dove ho frequentato inizialmente delle lezioni monotematiche serali e successivamente il loro percorso professionalizzante (sia il livello base che quello avanzato). Questa scuola mi ha insegnato davvero molto e tutt’ora quando riesco frequento altre loro lezioni. Oltre ai tantissimi insegnamenti pratici, una cosa fondamentale che mi ha trasmesso la Joia Academy è la profonda “Gratitudine” verso il cibo, imparando a vederlo come un elemento vivo in grado di nutrire il corpo, ma anche la mente e l’anima e in grado di trasmettere qualcosa alle persone per cui viene preparato.
La Joia Academy mi ha insegnato a soffermarmi a ringraziare ciò che la natura ci offre e quanto sia importante, quando si cucina, non limitarsi a “cucinare” ma anche a cercare di trasmettere un messaggio alle persone per le quali i piatti vengono preparati. Nei piatti che preparo c’è quindi tutta la mia passione e sicuramente molto amore e, con un po’ di presunzione, spero che questo amore venga percepito da chi assaggia i miei piatti”.

Trovate tutte le ricette di Serena sulla pagina Facebook @lamerendadellafragola

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