Violenza sessuale infantile, un attentato alla vita

Si è spesso portati a pensare che una violazione tanto grave quanto l’abuso sessuale possa verificarsi solo all’interno di nuclei multiproblematici e in contesti socioculturali deprivati. Al contrario esso è un fenomeno trasversale a tutti i ceti, indipendentemente (sebbene possano di fatto essere rilevanti) da fattori quali etnia di appartenenza, livello di istruzione e condizioni economiche.

Qualsiasi gesto di violazione dell’intimità produce un disagio nel qui ed ora, potendo avere conseguenze ed effetti a lungo termine (Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare). L’abuso sessuale infantile è un pernicioso attentato all’infanzia e alla vita dell’adulto che quel bambino o quella bambina un giorno diventerà.

Omertà e negligenza

Non vi sono statistiche precise sull’entità del fenomeno dell’abuso sessuale su minori in Italia, così come nel resto d’Europa. I dati disponibili non rappresentano la vera entità del fenomeno – spesso sottostimato – principalmente poiché molti casi non vengono denunciati. Questo determina quindi una notevole discrepanza tra il numero di casi riportati alla polizia e ai servizi sociali e la realtà effettive.

Di rado le vittime di questi reati si confidano. I bambini incontrano infatti difficoltà nel riferire di essere stati abusati sessualmente; oltre ad essere soggetti a minacce, vi sono spesso familiari o conoscenti coinvolti nel reato. Secondo quanto riportato dall’organizzazione no-profit Thorn, 1 bambino su 3 non ne parla con nessuno, spesso per vergogna, imbarazzo e sensi di colpa. Nella maggior parte dei casi le violenze restano coperte dal silenzio.

Si tratta di un fenomeno drammaticamente diffuso e verosimilmente trascurato; di una realtà sempre più frequente e accentuata dai rischi legati all’uso delle nuove tecnologie e dalla crisi economica.

Quando si parla di abuso sessuale?

Per abuso sessuale di minore s’intende il coinvolgimento, intenzionale e interpersonale di un minore in esperienze sessuali forzate o comunque inappropriate dal punto di vista dello stadio di sviluppo. Tali esperienze possono non comportare violenza esplicita o lesioni; possono avvenire senza contatto fisico e/o essere vissute come osservatori (AGIA – Cismai – TDH, 2015).

A seconda del rapporto esistente tra il bambino e il soggetto abusante, si possono avere realtà di abuso intra-familiare/intra-domestico, attuatato da membri della famiglia nucleare o allargata (madre, padre, fratelli/sorelle, nonni); peri-familiare, attuato da persone conosciute dal minore, comprese quelle a cui è affidato per ragioni di cura/educazione – queste due forme di abuso sono le più frequenti – extra-familiare, se l’abusante è una figura estranea all’ambiente familiare e al minore (conoscenti, amici di famiglia).

Secondo la definizione data dall’OMS, si intende per abuso sessuale qualsiasi attività sessuale tra un adulto e un/una bambino/a che, per ragioni di immaturità psicologica e/o affettiva, o per condizioni di dipendenza dagli adulti (o in quanto ne subisce l’influenza), non è ritenuto in grado di poter compiere scelte consapevoli o di avere adeguata consapevolezza del significato e del valore delle attività sessuali in cui viene coinvolto (OMS, 1999).

Tra statistica e realtà

L’ultimo dossier di abuso sessuale e pedofilia, frutto di un’indagine realizzata da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids (2019), presenta un quadro allarmante in merito al fenomeno pedofilia.

A livello nazionale, l’abuso sessuale è la principale motivazione di richiesta di aiuto rivolta al servizio di Telefono Azzurro. 6 casi su 10 hanno infatti avuto come oggetto l’abuso sessuale offline (61,60%), mentre più di 1 caso su 5 ha riguardato casi di sexting (21,20%). In percentuali minori seguono i casi di adescamento di adulto su minore, pedopornografia online, crimini online, immagini di bambini nudi, segnalazioni sito internet. In totale quindi, le situazioni di violenza si sono verificate sia nell’online (38%) che nell’offline (62%).

Considerando il genere dei minori coinvolti, emerge come le vittime siano in più di 7 casi su 10 femmine. Gli adolescenti dai 15 ai 17 anni sono prevalentemente vittime di abuso sessuale o pedofilia (42,60%). I bambini dagli 0 ai 10 anni coinvolti in questa tipologia di violenza sono il 36,20% del totale.

Facendo un paragone con i dati di altri paesi, è possibile stimare che il numero di casi di trascuratezza e violenza assistita in Italia è in linea con quanto rilevato in altri paesi europei e extra-europei; il valore dell’abuso sessuale in Italia è invece fra i più bassi registrati nei Paesi sviluppati (4 bambini su 100 maltrattati).

Come le stesse indagini e organizzazioni riconoscono, sarebbe utile, in tal senso, approfondire la realtà statistica allo scopo di comprendere se si tratta di una difficoltà di emersione e rilevazione da parte dei servizi o, piuttosto, di un’effettiva ridotta prevalenza.

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