Tradimento: “cuculo”, “cornuto”, “becco” e il loro Santo protettore

tradimento

Per indicare il tradimento si usano diversi termini. Oggi scopriremo da dove derivano i due più curiosi, cioè “cuculo” e “cornuto” e perché sono diventati l’emblema stesso dell’infedeltà. 

Vedremo poi come la pratica delle corna sia diventata socialmente accettabile e infine concluderemo con il tripudio del “cornuto”, categoria che ha persino un suo Santo protettore.

Inghilterra: perché il cuculo indica infedeltà?

In Inghilterra il tradimento viene indicato con il termine “cuckoldry”.

Esaminiamolo da un punto di vista linguistico.

L’inglese cuckold (risale al trisillabico cukeweld) è un vocabolo del XIII secolo che deriva da un sostantivo francese antico. 

La sua radice “cuck” indica il cuculo

Questo comune uccello europeo, depone le sue uova nei nidi di altri uccelli e quello appena schiuso mangia gli altri nidiacei

Per questi motivi, il “cuculo” è stato usato per indicare un uomo che cresceva un figlio generato dall’amante della moglie. 

Troviamo questa espressione anche nel grande poema epico dell’alto tedesco medio, The Lay of the Nibelungen (1205).

In un passo del romanzo, Hagen, il consigliere dei tre re regnanti, sospetta che il padre del figlio della regina non sia il marito ma l’eroe Sigfrido.

Di conseguenza chiede con tono stizzito: “Suln wir gouche ziehen?”  (“Dovremmo allevare cuculi?”). Gouch, che nel moderno tedesco diventa gauch, significa “cuculo“.

Germania: il galletto cornuto 

In Germania, si utilizzava il termine “hahnrei”, un sostantivo del XIII secolo per definire un adulterio.

L’origine della seconda sillaba (rei) è piuttosto oscura, la radice hahn significa invece “gallo” ed è imparentata con l’inglese gallina.

Perché questa associazione gallo=tradimento?

Pare che in tutta l’Europa occidentale, sopratutto nelle Fiandre, i galletti venissero castrati in tenera età, per essere ingrassati e mangiati. 

I galli castrati si chiamavano capponi

Gli speroni dei capponi castrati venivano tagliati e impiantati nella cresta, per distinguere questa specie dal resto dei polli “normali”. 

Dopo qualche settimana, gli speroni si inserivano perfettamente al posto della cresta e crescendo a dismisura, cominciavano ad assomigliare a vere corna

Il capponeinnestato” prendeva così il nome di “gallo cornuto” 

La parola “hahnrei” originariamente era tuttavia applicata non tanto al marito di una donna adultera, bensì a un castrato, o meglio a un impotente, che non riusciva a soddisfare la propria sposa.  

Italia: cornuto e becco vanno per la maggiore

In Italia, usiamo delle espressioni colorite per parlare di tradimento: “portare le corna” nel caso in cui lo subiamo, o “fare le corna a qualcuno” nel caso in cui tradiamo. L’origine dell’espressione è incerta e circolano diverse spiegazioni a riguardo.

1) C’è chi ritiene che deriverebbe dal greco: “cherata poiein” ovvero “fare le corna” e la sua introduzione si deve all’imperatore di Costantinopoli Andronico Comneno (1120 circa -1185).  

Andronico era un uomo spietato e si accanì contro quei nobili che lo avevano avversato durante la conquista del potere.

Per vendicarsi, prima fece arrestare per futili motivi i nobili, poi andò a letto con le loro mogli e, dulcis in fundo, ordinò di appendere sulla facciata dell’abitazione dei malcapitati una testa di cervo o di altro animale cornuto.

Quando il 24 agosto del 1185 l’esercito siciliano del re Guglielmo II di Normandia conquistò la bizantina Tessalonica (l’odierna Salonicco), i soldati chiesero spiegazioni riguardo a quelle teste cornute appese sui muri della città.

Quando venne svelato il motivo, questi diffusero l’epiteto “fare le corna” prima in Sicilia e poi in tutta la penisola;

2) Anche nell’Antica Roma si alludeva alle corna come segno rivelatore dell’infedeltà delle mogli.

Un’ ipotesi sostiene che i legionari vittoriosi portassero a casa degli elmi decorati con vistose corna.

Pu essendo ignari del comportamento delle mogli durante la loro assenza, donavano alle donne quel singolare trionfo. Le corna erano infatti simbolo di virilità, coraggio, audacia, tanto che gli dei venivano rappresentati con le corna sul capo e per imitazione i regnanti le inserivano nei loro diademi;

3) Un’altra tesi attribuisce l’idioma ai combattimenti tra cervi, tori e animali simili in calore. Tutti animali “cornuti”;

4) Qualcuno suggerisce che l’aggettivo cornuto, nel senso di tradito, derivi dal maschio della capra (detto anche becco: da qui le espressioni “far becco”, “essere becco”) la cui compagna è nota per la disinvoltura con cui cambia partner;

5) Anche nella mitologia greca troviamo un riferimento alle corna come allusione del tradimento, a proposito della nascita del Minotauro.

Il sovrano di Creta, Minosse, figlio di Zeus ed Europa, costruì un altare dedicato al dio del mare Poseidone.

Qui avrebbe dovuto immolare un toro bianco inviatogli in dono dal dio.

Colpito dalla bellezza dell’esemplare, Minosse decise di non restituirlo, di farli diventare un toro delle sue ma dire e così al suo posto sacrificò un altro animale.

Poseidone, scoperto l’inganno, punì il re facendo innamorare sua moglie Pasifae del bovino.

Poiché al toro piacevano solo le giovenche, la regina si fece costruire da Dedalo una statua di legno a forma di mucca e si nascose al suo interno.

Qui ebbe un amplesso con l’animale e diede poi alla luce il Minotauro, un mostro metà uomo e metà toro.

Da quel momento, i cretesi per prendere in giro Minosse e ricordargli che era stato tradito con un toro, ogni volta che lo vedevano passare per le strade gli facevano il segno delle corna.

Fu così che da quel giorno le corna divennero il simbolo stesso del tradimento.

Cuckolding: quando il tradimento è cercato

Fin qui, abbiamo narrato la storia dell’etimo, evidenziando la sua accezione negativa. Eppure, ci sono persone che trovano sessualmente eccitante il tradimento. La strana pratica prende il nome di cuckolding

Si tratta di un feticcio, un modo perverso attraverso cui una persona prova eccitazione quando il proprio partner fa sesso con qualcun altro.

Per quanto riguarda la gelosia, anche se può essere intensa, chi pratica il cuckolding la trova addirittura motivante e piuttosto eccitante.

L’umiliazione inoltre sembra svolgere un ruolo di primo piano nel cuckolding. Per alcuni, come nel caso della gelosia, aumenterebbe l’intensità erotica dell’atto. 

Per altri, l’umiliazione non viene nemmeno presa in considerazione perché, mentre è normale nella vera infedeltà, il cornuto tra adulti e consenzienti, rimuove – o per lo meno smorza – questo sentimento.

Una curiosità. Paradossalmente il cornuto assume in genere il ruolo sessualmente dominante.

Inoltre, non è necessario che l’atto sessuale venga consumato effettivamente. Il cuckolding può comportare anche solo l’ascolto del partner che parla di sesso con un altro individuo, reale o immaginario.

La festa dei cornuti

Concludiamo in bellezza con una festa che celebra il cornuto e che ha persino un suo patron: San Martino di Tours, vescovo e confessore francese nato 316 o 317 d.C. nell’attuale Ungheria

Sebbene la Chiesa cattolica lo abbia eletto patrono dei soldati e dei viaggiatori, il popolo lo ha santificato quale “patrono dei cornuti”

Chi sperimenta questa spiacevole condizione si affida a San Martino affinché li aiuti a sopportare il fardello della corna.

Perché è stato scelto San Martino come patron dei cornuti? 

Il Santo morì l’11 novembre 397 a Tours e la data della morte fu scelta per celebrare la sua santa festa.

Associare il Santo al tradimento e alle corna si deve a diversi fattori: 

1) La forma del numero 11, data della sua morte, ricorda le corna;

2) Nella Francia del terzo secolo d.C. a novembre si tenevano le fiere bovine, dove le corna abbondavano;

3) Nella liturgia celtica, novembre segnava il passaggio da un anno all’altro. L’evento si celebrava con orge e sfrenatezze sessuali di ogni genere, durante le quali ci scappava qualche tradimento;

4) Il giorno 11, ricorda il segno delle corna fatto con le mani.

5) Infine, pare che la sorella di San Martino fosse avvezza ai piaceri della carne, tanto che il Santo la portava addirittura in spalla, per salvarla dalle tentazioni. 

Ma la ragazza trovava sempre il modo di fuggire dalla custodia e dall’attenzione del fratello per concedersi agli spasimanti, incurante del fatto che avessero moglie.

Foto di StockSnap da Pixabay

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