Cause e previsioni future dell’innalzamento del livello marino

livello-del-mare” Stima delle variazioni del livello marino e loro cause durante i passati periodi caldi” è il titolo di un workshop organizzato dall’Ist. Naz. Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’ Università della Florida e altri Istituzioni e Università internazionali, che si terrà dal 21 al 25 ottobre p.v. in Italia presso la Sala Conferenze dell’INGV di via di Vigna Murata, 605 a Roma.

Lo scopo del meeting è quello di favorire un confronto tra esperti della materia sui diversi e principali fattori che causano le variazioni del livello marino. Il dibattito verterà sulla ricostruzione delle fasi di scioglimento delle calotte glaciali, le oscillazioni del livello marino globale e le previsioni attese di futuro innalzamento.

I cinquantuno scienziati, provenienti da molte Università del Mondo, avranno anche l’occasione di visitare alcuni siti geologici e archeologici marittimi nel Lazio. Gli ultimi si riferiscono ad antiche peschiere romane, alcune delle quali situate presso Civitavecchia e oggi sommerse, da cui sono state tratte informazioni nuove e determinanti sull’innalzamento del livello marino avvenuto negli ultimi 2000 anni. Gli studi hanno avuto implicazioni sui cambiamenti climatici e i movimenti tettonici della crosta terrestre.

“L’obiettivo del workshop, spiegano gli scienziati Marco Anzidei, convenor del meeting e Andrea Dutton del Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università delle Florida (USA),è quello di esploraree dibatteresulle cause e i processidi cambiamentodel livello marino attraverso tecniche diverse come quelle geologiche, geofisiche e strumentali, che nel loro insieme concorrono a fornire stime sulle variazioni passate e attuali. Queste sono fondamentali per comprendere gli scenari di innalzamento futuro del livello marino e per delineare un quadro scientifico più chiaro possibile e di utilità per la società, che oggi si trova costretta ad affrontare nuove pianificazioni territoriali delle coste in molte parti del mondo. In particolare, le aree costiere più basse, continua Anzidei, stanno continuamente arretrando sotto la spinta della forte aggressione marina. E gli effetti sono ancora più sensibili in quelle zone che soffrono di subsidenza naturale o indotta dalla attività umana”.

Fonte: INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

foto: ecologiae.com

 

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