Vegan Healthy: intervista al dott. Marino, ideatore del metodo HND

A proposito di salute ed alimentazione a base vegetale, intervistiamo oggi il dott. Mariano Marino (classe 1981), dietista e professionista delle attività motorie, personal trainer, preparatore atletico e istruttore.

Il giovane dottore bolognese vanta un curriculum di tutto rispetto: laureato in Dietistica  nel 2006 con massimo dei voti presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, c.d.l. in Dietistica all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha conseguito un Master in Scienze dello Sport e del Fitness presso l’Università di Camerino ed una seconda laurea in Scienze delle attività motorie e sportive presso l’Università Ecampus di Novedrate nel 2016.

Nel 2006 ha lavorato per circa un anno nel Centro di ricerca Scienza e Sport presso il CONI di Modena. Dal 2008 al 2012 è membro dell’associazione Onlus Amici del Fegato dove ha collaborato come membro di un equipe multidisciplinare specializzata a diversi studi di tipo clinico-epidemiologico, fra cui lo studio AIFA, su pazienti con epatite C, e lo studio Europeo EFC10143-10144 promosso dalla Sanofi Avantis, riguardante la sperimentazione del farmaco Rimonabant nella cura delle steato-epatiti di origine non alcolica (NAFLD e NASH).

Ma sopratutto, è il creatore del metodo HND (Healthy Natural Diet), un sistema dietologico innovativo e rivoluzionario nel campo della nutrizione.

Lei non ama la definizione Vegan, preferisce al suo posto quella di “Healthy”, poiché a suo dire “non tutto ciò che è vegan è healthy”. Può chiarirci questo concetto? In cosa consiste l’alimentazione Helathy?

Si tratta di una dieta totalmente naturale, composta da cibi interi, non lavorati, non contaminati e dall’elevato potere nutrizionale, adatta a tutte le persone e compatibile con l’anatomia e la fisiologia dell’uomo.

Lei parla di alimentazione a base vegetale, eppure la medicina tradizionale ad oggi continua a storcere il naso e decantare i benefici della “Dieta mediterranea”, dimostrando una scarsa conoscenza sul tema vegetale. Come viene affrontata la questione “alimentazione” in facoltà, nello specifico quella a base vegetale, visto che andando dal medico devi quasi avere paura a fare “outing”?

Noi siamo stati formati secondo la dieta mediterranea – parlo per la mia esperienza universitaria nei primi anni 2000 -.

I precetti della nutrizione si basano sostanzialmente su di essa.

Personalmente tuttavia, nel corso della mia carriera, ho visto che c’erano dei limiti, qualcosa non funzionava…

Ad esempio, quando facevo una dieta, mi accorgevo che non si ottenevano i risultati sperati, che bisognava stare sempre attenti alle calorie. 

Inoltre, molti prodotti che un tempo venivano considerati “naturali”, oggi non lo sono più a causa di molteplici fattori – processi di industrializzazione, contaminazioni ambientali ecc -. Di conseguenza, non ci si può basare solo principalmente sulle calorie.

Sostanzialmente mi sono reso conto che mancava qualcosa a livello “dietologico” così ho approfondito gli studi.

Per tornare alla prima domanda “non tutto ciò che è vegan è healthy” sono arrivato alla conclusione che un’alimentazione totalmente vegetale e naturale, non può trascendere di altri aspetti, tra cui il rispetto dei cicli circadiani oppure la distribuzione corretta dei pasti nella giornata seguendo comunque la composizione bromotalogica del cibo.

In sintesi, non bisogna soltanto stare attenti a ciò che si mangia, ma occorrono regole comportamentali precise. 

La medicina è solo poco informata o assoggettata al potere delle multinazionali?

Quando si studia medicina vieni formato in un certo sistema e l’Università è considerata il massimo livello di istruzione. Ti senti quasi onnipotente. 

Quando cominci a lavorare, l’università – almeno fino a qualche anno fa – ti metteva in guardia contro l’alimentazione vegetale.

Per cui, quando termini gli studi, esci con una certa impostazione. 

Poi arrivi ad un paradosso, sempre se cui vuoi arrivare, e ti chiedi: è giusto? è vero? E metti in discussione ciò che hai studiato perché vedi i limiti. 

Se sei onesto intellettualmente e soprattutto umile, allora ti metti in gioco e capisci che devi riveder qualcosa, ma devi essere bravo ad ammettere la tua incompetenza e ignoranza in quel contesto.

Lei parlava di paura di fare “outing” dal medico. Ebbene, il medico spesso non è consapevole che dietro a certi dogmi c’è una manipolazione delle multinazionali, c’è qualcosa che dall’alto ti porta a determinati studi. La medicina occidentale è fondata sul farmaco, non si parla abbastanza di prevenzione. 

C’è molta superficialità, per cui spesso ti dicono “mangia bene”: una parola che vuole dire niente e vuol dire tutto. 

Per imparare uno stile di vita corretto servono mesi di lavoro.

Il medico inoltre, non fa esami di alimentazione. Non è colpa sua se ha dei “limiti” in questo campo, di conseguenza un medico generale dovrebbe essere affiancato da un equipe multidisciplinare al fine di gestire meglio i pazienti.

Chi si purifica attraverso l’alimentazione a base vegetale, nota fin da subito dei netti miglioramenti. Perché?

Una dieta vegetale porta incredibili benefici alla salute e fa in modo che non devi contare le calorie. 

Si sta bene perché il cibo nutre e da benessere psicofisico, energia, sazietà.

Voglio puntualizzare che la sazietà dipende da quello che mangi: se mangi ad esempio riso integrale, rispetto a riso bianco – quindi raffinato -, il tuo corpo si ferma, si autoregola, ti senti sazio e non ingrassi. 

La dieta inoltre è una parola sbagliata, vuol dire sacrificio restrizione, qualcosa che l’uomo non può sopportare a lungo termine, perché un sacrificio non è mai piacevole.

Già viviamo una vita piuttosto stressata…

Di contro, se ti nutri bene, di qualità, ti sazi prima, stai in forma senza contare le calorie. 

L’uomo può autoguarire. 

Si ammala perché segue un regime di vita sbagliato, dal fumo, allo stress, all’inquinamento, all’alimentazione. Il cibo incide maggiormente perché è ciò che mangiamo tutti i giorni, anche se non è l’unica cosa che ci fa ammalare.

La maggior parte delle persone si alimenta di animali, convinta che noi umani siamo “carnivori”. Cosa può dire a riguardo?

L’uomo non deve mangiare alimenti morti, non è affatto “carnivoro”, e i carnivori comunque si cibano di sangue vivo non di carogne. Un cadavere non può dare nutrienti…

Essere “healthy” significa rispettare e consumare alimenti vivi, compatibili con l’anatomia dell’essere umano. Tutto ciò che è vivo è Healthy, tutto ciò che è morto, elaborato dall’industria non lo è. 

I cibi confezionati del supermercato non sono salutari.

Evoluzione o adattamento? 

L’uomo, durante la sua evoluzione si è adattato a mangiare tutto.

Se prima potevamo mangiare solo un ristretto numero di alimenti, adesso possiamo nutrirci di altri cibi compatibili i quali, anche se non sono perfetti per la nostra salute apportano comunque nutrienti importanti. 

Non siamo più dei primitivi, siamo cambiati. 

Nel corso della storia ci siamo adattati ed abbiamo giustamente dato peso all’aspetto “conviviale” dei cibi. Ecco perché abbiamo introdotto alimenti quali ad esempio i cereali o i legumi che non sono strettamente “healthy” ma non sono dannosi – i romani hanno conquistato il mondo a pane e lupini! -.

Ma ciò vuol dire anche che abbiamo tanta varietà di scelta e possiamo mangiare diversamente.  

Per seguire una dieta vegan bilanciata occorre affidarsi a medici e nutrizionisti esperti. Perché quali sono i rischi del fai da te?

Occorre conoscere e studiare i principi nutrizionali ed essere preparati. 

I professionisti “tradizionali” hanno dei limiti perché non sono aggiornati a 360° ma al tempo stesso conoscono aspetti di biochimica, anatomia e fisiologia che una persona non conosce.

Dunque è sempre meglio affidarsi a un professionista per comprendere come alimentarsi, poiché improvvisare non è mai corretto e chi mangia vegetale deve rispettare i principi dietologi di base. Detto ciò, ovvio intuire che un vegan si dovrebbe rivolgere ad un nutrizionista affine alla sua ideologia.

La carenza di B12 è il tormentone di chi attacca i vegan. Ci può spiegare qualcosa tra verità e falso mito?

La B12 è una vitamina di origine batterica. L’animale non la produce, la assume mangiando erba addizionata con la B12.

Essa è contenuta nella frutta e verdura e ne bastano microgrammi per il fabbisogno quotidiano.

Purtroppo però si trova nella buccia e come sappiamo, spesso siamo costretti a lavare frutta e verdura a causa dei pesticidi,  raggi gamma e tutte le sostanze ammesse dalla moderna agricoltura.

Ciò che a mio avviso occorre sottolineare è che la carenza di B12 deve interessare tutti gli esseri umani, non solo chi si nutre a base di vegetali.

I “Carnivori” seguono una dieta acida e dunque più assumono carne o derivati animali più inibiscono la B12. 

Seguendo una dieta vegetale, alcalina, si ha meno necessità di assumere B12.

Inoltre se si ha un “fattore intrinseco” – proteina presente nello stomaco – poco sviluppato, anche se si assume B12 non si riesce ad assorbirla dunque in questo caso occorre assumere o gli integratori o fare iniezioni.

Come vede, è un discorso generalizzato non legato solo a vegan e vegetariani. Tutti devono tenerlo in considerazione!

La B12 si trova addirittura nell’acqua piovana.

Tormentone numero due: “da dove prendi le proteine”?

Quello delle proteine è un discorso assurdo.

Innanzitutto, bisogna sapere che le proteine consumate in eccesso sono dannose!

In secondo luogo, è impossibile che una persona che segue una dieta occidentale -che supera 1700 calorie – abbia una carenza di proteine. 

Quando in ospedale facevo le diete per chi aveva insufficienza renale e doveva assumere poche proteine, le assicuro che era impossible creare una dieta con fabbisogno proteico ridotto, sopra le 1600 calorie. 

Gli amminoacidi – i singoli componenti delle proteine – sono praticamente dappertutto!

Il fabbisogno proteico è di 0.8 grammi pro kilo. Sopra le 1600 calorie lo abbiamo superato! 

Se si fanno i calcoli reali studiano la tabella degli alimenti, vediamo che sicuramente ne ingeriamo in quantità maggiore.

E’ molto più importante assumere antiossidanti che proteine: la proteina è il macroelemento meno importante per il nostro corpo.

Addirittura secondo numerosi studi sono causa di patologie infiammatorie, tumori ecc. meno ne assumiamo – rispettando il reale fabbisogno – meglio è. 

A riprova di ciò, basti pensare che il latte materno ha un quantitativo profetico ridotto al minimo proprio perché è meglio che un neonato e successivamente un bambino assuma un’alimentazione ricca di carboidrati, fitocoposti, fattori di crescita, antiossidanti, che aiutano la crescita.

Eppure sembra che la gente abbia le idee confuse circa  gli alimenti necessari per una corretta alimentazione. Non trova? 

Si sono confuse le cose. L’alimentazione vegetale copre tutti i fabbisogni, quella animale è spesso causa di obesità e patologie metaboliche. I bambini che hanno più rischi sono quelli che mangiano proteine animali, cibi industriali, cibi spazzatura. E’ chiaro però che una buona dieta vegetale deve essere bilanciata e che è preferibile essere seguiti.

Ruolo dei media. Trova sia un tema affrontato in maniera adeguata? Spesso infatti delle fake news porterebbero a pensare che chi si nutre in maniera vegetale – sopratutto i bambini – sia soggetto a rischi seri per la vita. Si fa leva sul terrorismo psicologico nella fattispecie usando i bambini o cosa? E perché? 

I media hanno grosse responsabilità. La gente non legge abbastanza o legge solamente tv e giornali spesso pilotati, non obiettivi nati per far parlare.

Si punta al sensazionalismo ed alla notizia facile.

Detto ciò, dobbiamo ricordare che in occidente abbiamo la più alta percentuale di obesità infantile – superiore al 10 % – che diventa sovente causa di malattie cardiache e metaboliche. Inoltre nei reparti oncologici, tra i malati cardiaci ecc, raramente si trovano persone vegan.

L’unica verità è che un bambino che segue un’alimentazione vegetale si ammala di meno e quasi sempre perché non segue una dieta corretta e bilanciata.

Vegan: è una moda o una tanto auspicabile raggiunta consapevolezza?

Ce chi ha capito che è un sistema che funziona, mi riferisco ai mercati. Basti pensare alla speculazione sia a livello di iva sui prodotti a base vegetale, sia all’alto margine di guadagno sulla frutta e verdura andando ad esempio al ristorante – un piatto di verdure grigliate costa quasi quanto una bistecca -.

Non è che la gente è diventata consapevole tutt’a un tratto, è il sistema che ha voluto che si diffondesse questa “consapevolezza”. Si è capito probabilmente che un’alimentazione industriale non ha più margine di guadagno, non è più sostenibile.

Siamo troppi, si ammazzano troppi animali e non si riesce a soddisfare la richiesta della popolazione. 

I cibi vegan costano molto di più di quello che in realtà dovrebbero costare, quindi c’è un margine di guadagno altissimo.

Nelle mense scolastiche, nelle scuole pullulano macchinette che distribuiscono schifezze. Tra il rischio obesità e malattie legate alla cattiva alimentazione , perché si continua a preferire questo stile di vita? La medicina è serva delle multinazionali alimentari?

Mense e ospedali sono pericolosi. Le macchinette devono vendere e purtroppo vince sempre il business: la “droga”, gli zuccheri creano assuefazione, piacciono e fanno vendere. Se metti frutta e verdura nelle macchinette in pochi comprerebbero!

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