Un sito web del Parlamento europeo dedicato ai risultati delle elezioni

Il sito www.elezioni-europee.eu sarà consultabile in tutte le lingue ufficiali dell’Unione e metterà a disposizione tutti i risultati delle elezioni europee. Durante la notte del 26 maggio sarà aggiornato continuamente con i dati ricevuti dai singoli Stati europei.

Molte le informazioni destinate a riempire la sua memoria: tutti i Parlamenti europei dal 1984, tutti i risultati nazionali dal 2009 e la ripartizione per partiti nazionali e gruppi politici dal 1979.

Sarà possibile confrontare i dati delle elezioni; dopo le prime proiezioni si potranno verificare con il calcolatore le coalizioni parlamentari; saranno scaricabili utili schede tecniche; saranno forniti i risultati delle elezioni precedenti e di quelle prossime in diretta.

Il 25 aprile, il 7 e il 14 maggio alcuni test controlleranno il regolare funzionamento di trasmissione e ricezione dati. Si può partecipare ai test scrivendo a election-results-data@europarl.europa.eu.

Una cartella stampa metterà a disposizione dei giornalisti interessati una serie di contatti e le tante informazioni dei sondaggi Eurobarometro, oltre ai fatti e ai numeri sui candidati. 

Gli Europarlamentari chiedono di limitare la durata dei controlli alle frontiere dello spazio Shengen.

Il voto del Parlamento ha definito con chiarezza la volontà di ridurre la durata dei controlli interni allo spazio Schengen, portandoli dai sei mesi iniziali previsti oggi ai due mesi e dagli attuali due anni di durata massima ad un solo anno.

Una discussione in corso tra il Parlamento ed il Consiglio, volta a modificare il ‘Codice Frontiere Schengen’- che lascia la possibilità agli Stati membri di avviare controlli a tempo determinato alle frontiere interne quando ritengono minacciata la sicurezza interna e l’ordine pubblico – ha fatto emergere serie difficoltà di raggiungimento di un accordo di compromesso e ha pertanto convinto il Parlamento ad ufficializzare il suo punto di vista.

“Schengen non è negoziabile – ha detto la relatrice Tanja Fajon (S&D, SI) – Il testo odierno mira a ripristinarlo completamente. Purtroppo il Consiglio non ha mostrato alcuna volontà di negoziare un compromesso perché lo status quo è adatto ad alcuni grandi Stati membri come la Francia e la Germania. I controlli illegali e illegittimi alle frontiere interne di Schengen sono in atto da oltre tre anni e mezzo. È tempo che finiscano, o è tempo che la Commissione agisca contro di loro in tribunale”.

Secondo i deputati la prosecuzione, dopo i primi due mesi, dei controlli temporanei alle frontiere dovrebbe essere preceduta da una valutazione dettagliata dei rischi da parte dei Paesi Schengen. Mentre l’estensione dei controlli alle frontiere dopo i sei mesi dovrebbe essere sottoposta alla valutazione della Commissione ed all’autorizzazione del Consiglio UE. La prima lettura del provvedimento è passata con 339 voti favorevoli, 205 contrari e 62 astensioni. Le ulteriori azioni saranno di competenza del nuovo Parlamento.

Gli attuali controlli alle frontiere dell’area Schengen vengono effettuati dalla Francia, in conseguenza di una prolungata minaccia terroristica e da altri cinque Stati (Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia) a causa della crisi dei migranti nata nel 2015.

Nuove norme dell’Unione Europea per i gasdotti dei Paesi terzi.

Serviranno a creare un mercato del gas più competitivo nell’Unione Europea a vantaggio dei consumatori, che potranno così ottenere prezzi più bassi. L’UE importa più del 70% del gas naturale che consuma dall’Algeria, dalla Norvegia e dalla Russia, in gran parte tramite  gasdotti.

“Molti soggetti interessati orientati al profitto – ha detto il relatore Jerzy Buzek (PPE, PL) – avrebbero voluto che questi negoziati fallissero, poiché senza questo accordo le norme UE non si applicherebbero ai gasdotti provenienti da paesi terzi. Ma quello che porterebbe profitto ad alcuni operatori del mercato comporterebbe una perdita multidimensionale per i nostri cittadini e per l’Unione dell’energia nel suo complesso. D’ora in poi, tutti i gasdotti provenienti da paesi terzi, compreso il NordStream 2, dovranno rispettare le norme UE: accesso di terzi, separazione proprietaria, tariffe non discriminatorie e trasparenza. Ciò si tradurrà in una maggiore sicurezza energetica nel nostro continente. Questo è sempre stato l’obiettivo principale del Parlamento europeo e sono lieto che sia stato raggiunto”.

Le nuove regole, passate con 465 voti favorevoli, 95 contrari e 68 astensioni, dopo l’approvazione dei ministri dell’UE, saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione. La proprietà dei gasdotti provenienti dai Paesi terzi in entrata nell’UE sarà separata dalla proprietà dell’approvvigionamento del gas. Dovranno soggiacere alle nuove regole anche i futuri gasdotti  dei Paesi terzi, ivi compreso il Regno Unito quando avrà completato le procedure di uscita dall’Unione. L’UE mantiene la competenza esclusiva sui nuovi accordi ed il potere di concedere deroghe. 

Tajani: “In Libia dobbiamo evitare il caos e una nuova crisi migratoria. L’Unione europea intervenga immediatamente”

“Sono molto preoccupato per l’evoluzione della situazione in Libia. Mi appello a tutte le parti affinché si fermino e evitino qualsiasi azione violenta.

Non vi può essere una soluzione militare alla crisi libica. Un nuovo conflitto causerebbe solo altre perdite di vite umane e danni enormi al Paese e alla sua popolazione. Rischiamo anche una nuova crisi migratoria, con l’aumento di flussi, principalmente verso l’Italia e gli altri Paesi mediterranei.

Di fronte a questa escalation, l’Unione europea deve intervenire immediatamente e parlare con una voce unica e autorevole, contribuendo a una soluzione pacifica e democratica, nel quadro delle Nazioni Unite, come chiesto a più riprese dal Parlamento europeo.

L’avanzata delle milizie di Haftar verso Tripoli e possibili scontri nella capitale, porterebbero il Paese al caos di una guerra civile, rompendo il fragile equilibrio instauratosi nel quadro del processo di pace guidato dall’ONU. Rischia anche di interrompersi definitivamente il percorso verso elezioni libere e democratiche, che devono essere le fondamenta su cui ricostruire uno Stato libico basato sulla partecipazione e la riconciliazione.

Solo uno Stato di diritto, con istituzioni elette, può davvero garantire la sicurezza dei cittadini e rilanciare l’economia, dando solide prospettive al Paese.

La Libia è un partner strategico dell’Unione europea. Quanto sta accadendo a Tripoli non può non avere ripercussioni sulla stabilità e la sicurezza di tutta l’area del Sud del Mediterraneo e del Sahel. Il Paese gioca anche un ruolo chiave nella gestione dei flussi migratori”.

Nuove norme UE su lavoro e famiglia

Rafforzano il ruolo del padre nella famiglia e aumentano la possibilità di lavoro delle donne. Prevedono congedi di paternità, pagati come malattia per un minimo di 10 giorni, congedi annuali di cinque giorni per operatori dell’assistenza, congedi parentali non trasferibili pagati per due mesi.

“Questa direttiva – ha detto il relatore David Casa (PPE, MT) – vuole realizzare una maggiore parità di genere e una migliore divisione delle responsabilità. Le donne hanno sofferto a causa della mancanza di parità, che ha portato a differenze di retribuzione e a un divario pensionistico. Ora saranno sostenute per entrare nel mercato del lavoro e raggiungere il loro pieno potenziale, mentre i padri avranno un ruolo più importante nell’educazione dei loro figli. Questa direttiva va anche a vantaggio dei familiari che si occupano di una generazione più anziana. È positiva per gli uomini, le donne, le famiglie e l’economia”.

Rappresenta una soluzione importante a favore della vita familiare, del lavoro, dei bambini e aiuta anche la parità di genere. Le nuove norme, approvate con 490 voti a favore, 82 contrari e 48 astensioni, entreranno in vigore dopo venti giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale UE.

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