Rischio Ebola in Italia? Il Ministero smentisce, ma i controlli non sono adeguati

carte_ebola-map-606La nuova ondata di sbarchi in Italia ha suscitato l’allarmismo generalizzato di quanti credono che i clandestini stiano veicolando il pericolosissimo virus Ebola, tanto che per giorni sono circolate notizie fasulle circa l’avvenuto contagio.

Sebbene il Ministero della Salute abbia precisato che “ non c’è nessun rischio per Ebola”, una cosa è certa, ovvero che in nostro Paese si è mosso con grande ritardo, almeno in termini di prevenzione, per evitare il propagarsi di malattie endemiche contagiose.

Secondo l’Osm (organizzazione mondiale della Sanità), il virus Ebola è uno dei più devastanti degli ultimi anni e già il 4 aprile scorso, il Ministero della Sanità, aveva dato l’allarme, insistendo sulla necessità “di adottare ogni utile azione di vigilanza in riferimento ad arrivi indiretti”, qualora si riscontrino sintomi riconducibili alla malattia in atto. La nota era stata girata altresì al Ministero della Difesa, le Regioni, l’ENAC, la Croce Rossa e l’Istituto Nazionale per le Malattie infettive.

Non avendo tuttavia fatto ulteriori specifiche, l’Italia ha bypassato il punto più critico, quello relativo agli sbarchi non facilmente controllabili, inclusi ovviamente i clandestini che sbarcano a Lampedusa o la missione Mare Nostrum.

Un’altra circolare è stata indirizzata al Comando Generale della Capitaneria di Porto e all’Enac, il giorno 8 aprile. Essa chiede “la sospensione della concessione della libera pratica via radio alle navi provenienti dai porti del Paesi dell’Africa occidentale interessati dall’evento che, al momento, sono Guinea, Liberia, Mali, Sierra Leone. La dichiarazione marittima di sanità verrà altresì richiesta alle navi che nei 21 giorni precedenti abbiano fatto scalo nei porti di tali Paesi”.

Sul fronte aereo invece si trova scritto “gli aeromobili in arrivo su scali autorizzati al traffico aereo internazionale segnaleranno con il dovuto anticipo eventuali casi sospetti di malattie infettive per consentire la messa in atto di misure di sanità pubblica, incluso il possibile dirottamento dell’aeromobile sugli aeroporti sanitari”.

Ripetiamo: sono state segnalate tutte quelle “misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica” e concernente “Febbri emorragiche Virali”, senza che tuttavia siano state specificate le misure di prevenzione da adottare a Lampedusa, né per la missione Mare Nostrum, nella quale i nostri militari si trovano a contatto con gente ammassata nelle stive di barconi fatiscenti, in condizioni igieniche talmente devastanti da poter veicolare virus epidemici preoccupanti.

 Il Ministero infatti sottolinea che le misure sono precauzionali e “che l’OMS non raccomanda, in base alle informazioni correnti disponibili, restrizioni a viaggi o a rotte commerciali da applicare ai Paesi interessati da questo evento” ed ha anche precisato che “il rischio d’infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni elementari” e, al momento, considera “remoto” il contagio in Italia.

di Simona Mazza

foto:  it.euronews.com

 

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