Pubblicata la valutazione delle acque di balneazione europee: la qualità resta elevata

L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e la Commissione europea hanno fornito i dati sulla qualità delle acque dei siti balneari in tutta Europa. 

L’AEA ha anche divulgato una mappa interattiva aggiornata di tutti i siti di balneazione. Il quadro è completato da relazioni per paese aggiornate .

“Le acque di balneazione pulite – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – sono qualcosa che generalmente diamo per scontato, ma sono invece uno dei successi collettivi europei. Sono il risultato del duro lavoro di molte persone nel corso di molti anni. La relazione di quest’anno conferma ancora una volta che i cittadini europei possono godere di standard di qualità molto elevati quando si immergono nelle acque europee e che occorre adottare tutte le misure necessarie per continuare in questa direzione.”

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA, ha detto: “Il monitoraggio e la valutazione regolari delle acque di balneazione sono essenziali per assicurare il mantenimento di una qualità che in tutta Europa è già molto elevata; inoltre, se necessario, possiamo adottare misure efficaci per affrontare il problema dell’inquinamento idrico. Acque di balneazione più pulite non vanno esclusivamente a vantaggio della nostra salute e del nostro benessere, ma anche della salute dell’ambiente.”

Dalla nota informativa  emerge che quasi tutti i 22 295 siti di balneazione continentali controllati nel 2019 (Albania e Svizzera inclusi) sono in regola con i requisiti di qualità minimi. Di questi 21981 erano nei 28 Stati membri dell’UE (compreso Regno Unito). 

L’85 % circa dei siti balneari verificati nel 2019 in Europa soddisfa gli standard di qualità dell’UE più elevati e può attribuirsi la qualifica di “eccellente”. Sale al 95 % la rispondenza ai requisiti minimi per potersi attribuire la qualità “sufficiente”. Risulta anche che la qualità dei siti balneabili costieri è migliore di quelli in zone interne. Il numero dei siti qualificati “scarsi” si è fermato all’1,3 % (nel 2013 era del 2 %). Viene confermata, pertanto, la tendenza nel tempo verso il miglioramento della qualità delle acque di balneazione europee.

Le tante restrizioni a suo tempo  imposte dal coronavirus e la prudente liberalizzazione in corso hanno indotto la Commissione a realizzare un pacchetto di orientamenti e di raccomandazioni. Queste indicazioni aggiornate sono preziose per i cittadini europei, le imprese turistiche e gli operatori balneari. 

La situazione attuale, che vede siti di balneazione sempre più numerosi con rispondenza ai requisiti minimi e tanti altri addirittura all’eccellenza, trova riscontro in una direttiva UE sulle acque di balneazione che risale al 1980. Direttiva che basa la sua valutazione su due parametri microbiologici, Escherichia coli ed enterococchi intestinali. In base ai livelli di batteri fecali rilevati la qualità delle acque di balneazione può essere classificata “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”.

Nel 1991 un’altra direttiva ha regolato il trattamento delle acque reflue urbane, destinate a raggiungere e mescolarsi con le acque di balneazione. La presenza di batteri fecali nell’acqua rappresenta un pericolo per la salute dei bagnanti.

Nella foto, Cala goloritze, Baunei, Sardegna. Fonte: viagginews.com

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