Processo Ruby, 7 anni di carcere e interdizione a vita dai pubblici uffici a Berlusconi

img_pod_silvio-berlusconi-pod-1001-anteprima-600x400-900154Era l’aprile del 2011 quando cominciò a Milano il processo a Silvio Berlusconi per il presunto rapporto sessuale avuto con la minorenne Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori.

L’ex premier era accusato di concussione e prostituzione minorile. Oggi i giudici del Tribunale di Milano hanno riconosciuto Silvio Berlusconi responsabile del reato ad egli attribuito, condannandolo a sette anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Un anno in più di quanto chiesto dal pubblico ministero. Sostanzialmente, legalmente fuori dalla politica. Questo il punto su cui vorrei fare una riflessione.

A prescindere dall’appartenenza politica di ognuno di noi o, se preferite, di fazione visto che quando si parla di Berlusconi o si è a favore o si è contro tutto ciò che lo riguarda; l’ex premier continua ad essere un caso unico, non calcistico, nel quale difficilmente si riesce a dare una opinione lucida senza pregiudizi di parte. Ora, considerando i fatti, secondo cui Berlusconi avrebbe “abusato” e indotto alla prostituzione la minorenne Ruby, è indubbio che un uomo ultra settantenne che approfitti di una giovane ragazza e la convinca ad accettare rapporti sessuali a pagamento debba essere condannato senza attenuanti.

Tuttavia è altrettanto vero che, oggi, adolescenti molto più giovani di Ruby si propongono su internet ad uomini maturi in cambio di una ricarica di cellulare o di un abito griffato. Questo non giustifica nella maniera più assoluta un comportamento inaccettabile compiuto da un uomo potente e, a quel tempo, addirittura capo del governo di un paese occidentale ma dovrebbe far riflettere sulla giustezza della maggiore età a 18 anni. Una ragazza scaltra come la stessa Ruby non può essere considerata una minorenne ingenua che non sapeva cosa le stava succedendo.

Legalmente è assolutamente legittimo condannare un uomo per ciò che, secondo le prove che i giudici avranno sicuramente agli atti, egli ha compiuto nei confronti di una minorenne “indifesa” ma è altrettanto vero che se la sentenza fosse frutto di astio politico, come sostengono i difensori di Silvio Berlusconi, togliere di mezzo un uomo con un seguito di dieci milioni di elettori è sbagliato e politicamente scorretto. Un leader politico andrebbe sconfitto alle urne e non per vie legali.

Comunque, per dovere di cronaca, ricordiamo che questo è “solo” il primo grado di giudizio, la sentenza definitiva si avrà dopo il terzo grado quando la Cassazione porrà una pietra tombale ed epocale sopra questo processo.

di Enzo Di Stasio

Foto: Reality Show

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