Palermo, un carico di 15 kg di esplosivo per il Pm Di Matteo

Nino-Di-MatteoSecondo un confidente legato al traffico della droga, (estraneo all’ambiente mafioso), a Palermo sarebbe arrivato un carico contenente 15 kg di esplosivi destinati al Pm Nino Di Matteo, titolare del processo sulla Trattativa Stato/Mafia.

L’esplosivo sarebbe corredato di un sofisticato sistema telecomandato ed è per questo che è stata concessa al magistrato una scorta di primo livello, comprensiva di tre carabinieri del Gis (Gruppo intervento speciale dell’Arma), teste di cuoio, tre auto blindate, una quarta che dovrebbe fare da”staffetta”, specialisti ed esperti che si occuperanno di coordinare le squadre speciali. La notizia sarebbe arrivata un mese fa, ma vi erano dubbi sul nome del togato.

Il confidente ha svelato che la decisione è stata maturata a seguito di incontri fra boss mafiosi, che avrebbero sollecitato “l’esecuzione dell’attentato”. Il “casus belli” che ha portato a tale decisione, sarebbe legato al processo contro gli ex ufficiali del Ros Mori e Obinu, accusati di aver favorito la latitanza di Provenzano.

Dietro le quinte del progetto ci sarebbe la firma, non solo dei boss mafiosi e parti di istituzioni marce coinvolte nella Trattativa, ma anche l’interesse della parte deviata dei servizi segreti, dal momento che in ballo c’è anche un fascicolo sull’inchiesta bis, che cerca di scoprirne eventuali coinvolgimenti, durante la stagione delle stragi.

Di Matteo è un pm scomodo anche per la magistratura, è stato sottoposto a un procedimento disciplinare dal Pg della Cassazione, definita “inopportuna, se non addirittura scandalosa” dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e adesso è isolato.

Non è la prima volta che Di Matteo è vittima di minacce di morte. Ad Aprile erano arrivate delle lettere anonime che annunciavano un attentato nei suoi confronti, programmato dal super latitante Matteo Messina Denaro.

Ecco un passo della lettera ” Amici romani di Matteo hanno deciso di eliminare il pm Nino Di Matteo in questo momento di confusione istituzionale, per fermare questa deriva di ingovernabilità. Cosa Nostra ha dato il suo assenso, ma io non sono d’accordo”. L’anonimo conoscerebbe dettagliatamente spostamenti ed abitudini del pm, per questo il Procuratore di Palermo Messineo ha chiamato forze dell’ordine e Di Matteo per verificare l’attendibilità delle notizie.

Attualmente anche altri magistrati corrono seri rischi. Ricordiamo che solo un mese fa, ignoti si sono introdotti a casa del pm Roberto Tartaglia, anch’egli titolare della processo sulla Trattativa e hanno sottratto una pen drive su cui si trovavano verbali non ancora depositati.

Da tempo le associazioni antimafia stanno cercando di sollevare un polverone, proprio nella speranza che la loro voce giunga a chi di dovere e si mettano in atto le dovute precauzioni per difendere uno dei magistrati che combatte la mafia in prima linea. Adesso c’è da sperare che non si debba piangere sul latte versato.

di Simona Mazza

foto: Antonio di Pietro

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