Nell’ambito delle indagini sul caso Mps, Antonio Rizzo, ex funzionario della banca d’affari Dresdner, è stato sentito dalla Guardia di Finanza di Roma ed ha confermato tutte le accuse che aveva già messo a verbale nel 2008.
Secondo Rizzo c’era una vera e propria “una banda del 5%” che prendeva una percentuale illecita su ogni operazione e c’erano “pagamenti riservati” ai vertici di Mps. Rizzo ha quindi ribadito le sue accuse contro Gianluca Baldassarri, ex direttore dell’area finanza di Mps, e contro Matteo Pontone, già responsabile della filiale Mps di Londra, ed ha quindi aggiunto i nomi di alcuni funzionari Dresdner che avrebbero partecipato alle riunioni in cui si decidevano le percentuali per i funzionari di Rocca Salimbeni e che saranno adesso ascoltati nei prossimi giorni dalla procura di Siena.
Rizzo ha confermato quindi la presenza di due o tre nastri registrati da lui stesso in occasione di riunioni di funzionari della Dresdner in cui si parlava di Mps, nastri registrati su suggerimento dei legali prima Rizzo procedesse con la denuncia.
Nella giornata di ieri anche Giuseppe Mussari (foto), ex presidente Abi e Mps, doveva essere sentito dalla procura di Siena nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta, ma ha chiesto ed ottenuto il rinvio dell’interrogatorio. Secondo il legale Mussari era pronto a rispondere alle domande ma ha preferito aspettare l’arrivo dell’altro difensore, Tullio Padovani, ieri impegnato in Cassazione.
I dipendenti di Mps si lamentano intanto dell’immagine dell’azienda data dai media: “Premesso che le responsabilità, ove accertate, devono essere pagate, è ingiusto e meschino buttare fango su un’azienda in cui lavorano 31.000 dipendenti, con passione, orgoglio, professionalità e soprattutto con onesta!”.
di Redazione
foto: english.mps.it
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