Martedì incandescente a Palazzo Madama

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Un martedì caotico a Palazzo Madama, dove ieri si è riunito il Senato per votare su alcuni emendamenti al ddl Gelmini; approvati per errore e col rischio di tornare una quarta volta in aula a gennaio. In più l’opposizione ha colto il ministro della Cultura Sandro Bondi mentre votava al posto del collega Maurizio Sacconi. Belisario dell’IDV ha immediatamente chiesto le dimissioni del ministro o la ripresa delle votazioni, ma Gaetano Quagliariello (PDL) ha ricordato che anche il senatore del Pd Gianrico Carofoglio era stato rimproverato dal presidente Nania per lo stesso motivo. La seduta è ripresa il pomeriggio sotto la guida di Rosi Mauro e qui si è fatto un pasticcio; la situazione è sfuggita di mano alla presidentessa che dopo aver urlato “Vergogna!” contro i banchi dell’opposizione che chiedevano insistentemente le votazioni con scrutino elettronico, decide di far votare a raffica senza ascoltare l’opposizione, ad alzata di mano, per intenderci, e tra le continue proteste degli oppositori. A questo punto l’aula diventa ingestibile, urla e schiamazzi vengono dai senatori dell’opposizione, così Mauro sospende la seduta troppo tardi, però. Schifani propone, allora, di far ripetere le votazioni applicando il comma 1 dell’articolo 118 che permette di rinnovare e ripetere immediatamente le votazioni se si è registrata qualche irregolarità. Così le votazioni saranno rifatte su alcuni emendamenti contestati dall’IDV: 6.21, 6.303, 6.23, 6.26. Il portavoce del PD, Anna Finocchiaro si è dichiarata contraria a questa decisione perché sarebbe impensabile ripetere tante votazioni. Ma la decisione era già stata presa.

di Redazione

Foto: gliitaliani.it

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