L’O.M.S.: proseguire l’allattamento fino al VI° mese del bambino

L’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’allattamento al seno è quella di proseguire, se possibile, questa azione esclusiva fino al VI° mese compiuto del bambino, per aumentare il beneficio di salute suo e della mamma. A sei mesi il bambino è sicuramente pronto dal punto di vista psichico, motorio e digestivo. Le raccomandazioni sono dirette all’intera popolazione, ma è evidente che poi devono tradursi in consigli e scelte valide per ogni singola coppia mamma-bambino, anche sulla base del desiderio del bambino, della volontà della madre, della sua produzione di latte, della necessità di ritornare a lavoro. Pertanto, è consigliato in questo periodo di tempo di iniziare lo svezzamento. Con questo termine si intende la fase in cui ad un bambino allattato al seno vengono dati altri alimenti, latte artificiale compreso. Non si tratta di smettere di allattare al seno in quanto il latte materno continua ad essere l’elemento base dell’alimentazione, ma ad esso vengono aggiunti i cibi solidi e semisolidi. In genere il bambino si fa capire quando è pronto per lo svezzamento perché mostra curiosità verso ciò che osserva fare dagli adulti, perché si mostra capace di star seduto e perché cercherà di prendere qualsiasi cosa sia commestibile e la porterà alla bocca. Ogni bambino ha il proprio carattere e così anche tempi e modi differenti per incominciare a mangiare. In principio è molto importante non costringerlo né forzarlo al cucchiaino dato che l’allattamento al seno è per lui ancora l’esperienza centrale. Può essere disinteressato al cibo quando è affamato, ma esserne attratto non appena ha placato la fame. Quindi se si trovano difficoltà a proporre il cibo, si può provare ad allattarlo un pochino per poi metterlo a tavola con i nuovi assaggi. Molti padri attendono con ansia il momento in cui il loro bambino mangerà i suoi primi alimenti solidi perché allora potranno contribuire attivamente alla sua nutrizione. Gli alimenti solidi danno ai padri l’opportunità di trascorrere più tempo da soli con i loro bambini e consentono alle madri di avere più tempo per se stesse. D’altronde molte donne conciliano l’essere madre con il lavoro. Tornare al lavoro non è una buona ragione per cessare l’allattamento al seno. Bensì è molto importante riuscire a pianificare l’intera giornata conciliando i bisogni del bambino con quelli lavorativi. Per mantenere una valida produzione di latte materno le mammelle devono continuare ad essere drenate dal latte, anche se il bambino non succhierà direttamente dal seno. Si ricorrerà perciò alla spremitura da effettuarsi settimane o mesi prima di rientrare a lavoro e/o nella fascia oraria in cui si è fuori casa.

 

Ostetrica Angela Ricci

 

Foto: pourfemme.it

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