L’estate è arrivata troppo presto

Il lockdown ha creato un vuoto temporale: solo ieri Conte bloccava tutto e adesso siamo gia in piena estate, non eravamo preparati.

La prova costume si farà sulla fiducia ignorando qualche chilo di troppo: del resto abbiamo passato mesi chiusi in casa a preparare pizze e lievitati.
E così l’estate ci è esplosa in faccia e quasi non sappiamo come comportarci.

La mascherina è ancora obbligatoria, ma metterla diventa sempre meno sopportabile e allora si porta un po’ dégagé: al braccio o sotto al mento per la maggior parte, pronti coprirsi il viso appena s’incontra un po’ di folla o si deve entrare in un locale chiuso, oppure nel taschino, come una pochette.

Resistono gli osservanti a oltranza, come il pensionato che a Pescara pretendeva di farci il bagno con la mascherina e quasi moriva affogato, ma i più optano per il distanziamento, che poi fa caldo, si suda e distanziarsi viene naturale.

Sui marciapiedi affollati vanno in scena danze rituali per mantenere le giuste misure: passo prima io o prima lei?

I giovani invece hanno deciso che l’estate è comunque estate e come al solito si assembrano, si baciano e si abbracciano suscitando le ire degli adulti. A spingerli l’idea, che poi gl’abbiamo inculcato noi con la pubblicità, le canzoni ed il cinema, che l’estate sia la stagione della gioventù, delle regole allentate, delle feste, degli amori nati per non durare, dei sapori di mare e degli abbronzatissimi.
Vagli a spiegare che quest’anno non vale.

La voglia d’estate ci prende, ci tenta e noi, stanchi di ceppi e cariche virali, proprio non sappiamo resistergli, certi di esserecela guadagnata un po’ di libertà accaldata anche perché dagli esperti, sempre più divisi e rissosi, arrivano messaggi contraddittori.

Dobbiamo tornare produttivi o andare in vacanza?
E i nonni, che fino a ieri dovevamo proteggere, adesso faranno i baby sitter a tempo pieno con tanto di bonus?
Certe raccomandazioni ricordano il «corri, ma non sudare» delle nostre madri apprensive.

I media continuano a ripetere i dati dei contagi e a minacciare la seconda ondata a settembre o giù di lì, ma invece di frenare la voglia d’estate bloccano investimenti e consumi: se davvero dovessero richiudere tutto toccherà ancora aiutarsi da soli.

E tutto si confonde assonnato in un rumore di sottofondo in cui gli appelli alla prudenza si mischiano ai tormentoni estivi ed al canto delle cicale.
Ancora una volta è estate, malgrado tutto.

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