La vergogna europea dell’accoglienza

Succede in Europa. Un bambino viene accoltellato a morte e si salva per miracolo. Succede che non si tratta del primo caso di brutalità ed aberrazione. Ma si tratta di un minore non accompagnato e pure extra-europeo. Allora, forse, si può chiudere un occhio, tanto non sono figli nostri. Così le autorità continuano a soffocare nel silenzio la verità.

Sull’isola di Samos

A nord dell’arcipelago del Dodecanneso, a due passi dalla Turchia, si trova la piccola l’isola greca di Samos, meta turistica di prim’ordine. Sulla stessa isola sorge uno dei più grandi buchi neri d’Europa. L’hotspot di Samos è stato costruito come centro di prima accoglienza per migranti con una capienza di massimo 700 persone, tuttavia ad oggi ne ospita più di 5000. Uomini, donne e bambini – perlopiù siriani, afghani, iraqueni – arrivano sognando la libertà e di fatto trovano l’inferno non appena raggiungono le coste della Grecia.

Qui i migranti sopravvivono stipati come topi e trattati come neppure bestie al macello, nell’attesa di un colloquio per la propria richiesta d’asilo. Famiglie e minori non accompagnati dormono in una tenda da campeggio, quando ne hanno “il lusso”, altrimenti a terra, all’addiaccio e tra i boschi, tra ratti e serpenti. In tutta la struttura ci sono solo due medici e i servizi igienici sono impraticabili. La gente resta in fila per ore aspettando di ricevere un pasto, ma spesso lo stomaco resta vuoto perché il cibo non è sufficiente.

Mazì: educazione, amore, protezione

E’ qui che nasce Mazì. Mazì significa “insieme”, in greco. Mazì nasce grazie alla coraggiosa ed appassionata iniziativa dei tre co-fondatori di Still I rise, piccola Onlus presente sull’isola da circa due anni. Attraverso Mazì, Still I rise è in grado di offrire educazione, protezione ed alimentazione a minori profughi di età compresi tra gli 11 e i 17 anni che vivono nell’ hotspot. Mazì è scuola, è educazione, è casa, è cura, è gioco, è famiglia, ed è purtroppo l’unica realtà educativa di questo genere sull’isola, forse nel mondo. Qui i bambini possono seguire corsi di inglese, storia, breakdance, kickboxing, informatica, attualità, scienze, cinema, geografia, greco, educazione sessuale e cultura europea. Così i minori vengono preparati affinché possano vivere da cittadini europei e sentirsi parte della società, ovunque essi vadano in Europa. Ma soprattutto, grazie a Mazì, i bambini possono tornare ad essere bambini veri, affamati di educazione e di vita.

La maggior parte dei bambini presenti a Samos arrivano con grandi traumi ed una voragine nell’anima, dovuti ad un’infanzia rubata dalla guerra, spesso segnata dalla perdita di un familiare. Mazì cerca di riempire con qualità ed attenzione il loro vuoto, impedendo che questo vada a distruggere la loro vita. Perché se vieni trattato come una bestia, finisci per credere di essere una bestia ed inizi a comportarti come tale. A Mazì invece i bambini imparano e guariscono a poco a poco.

Qual è l’alternativa di fronte alla guerra?

Mazì è un rivoluzionario nido di amore, è il bello che nasce da tutto il marcio che giace intorno. Mazì cresce grazie al contributo dei volontari che vi operano ed agli oltre 1000 studenti che hanno frequentato la scuola in quest’ultimo anno. Gli stessi studenti, assieme ai loro insegnati, hanno lavorato per mettere in piedi Mazi, tutti i giorni se ne prendono cura, lasciando pulite le stanze a fine lezione. Mazì è una bolla di bellezza e di sicurezza che tuttavia viene spezzata dalla quotidianità infernale che i minori sono costretti a vivere rientrando nel centro di detenzione. Qui i minori trascorrono la notte, al freddo e senza protezione, nel costante rischio di abusi e percosse.

A dispetto di tante organizzazioni ed associazioni senza volto, Still I Rise fa della trasparenza e dell’indipendenza i propri principi cardine: questa Onlus non accetta soldi provenienti dall’Europa o da altre istituzioni, così da poter agire senza compromessi, reggendosi esclusivamente sui fondi inviati dai sostenitori che credono in questa grande missione.

La politica del nonsense

A Samos, la dignità di un padre disperato ed il suo ultimo briciolo di speranza vengono lentamente fagocitate dall’indifferenza e dall’incuria. Nell’interesse di chi avviene questa disumanizzazione? Funzionale a quale società?

La verità di Samos ha raggiunto anche i banchi del Parlamento europeo, grazie al costante lavoro e alle denunce di Still I Rise. Pietro Bartolo ha personalmente visitato il centro e ha promesso di farsi carico di quanto ha potuto vedere con i propri occhi. Nell’attesa di reali provvedimenti, tuttavia, le persone a Samos aspettano impotenti l’inverno.

Circa una settimana fa un rogo è divampato presso il centro di Samos; 4000 persone sono state evacuate, circa 500 hanno perso tutto. In sole 24h Still I Rise ha raccolto circa 10.000€ su base volontaria, grazie all’appello di Nicolò Govoni, giovane italiano di Cremona, tra i co-fondatori della Onlus. Questo è il contributo che “la Famiglia più bella d’Italia”, come Nicolò ama chiamarla, ha voluto donare per esprimere il proprio dissenso e dire “no, non in mio nome”. Ed è la parte più vera d’Italia, quella che non accetta che un presidente curdo utilizzi i migranti per tenere in scacco l’Europa.

Fonte foto: mostra fotografica Mazì

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