Vladimir Putin cerca di risollevare la sua immagine in vista delle elezioni presidenziali del 4 marzo 2012 sfruttando l’immaginario della vecchia URSS
Nel giorno della sua nomina a candidato per la presidenza della Federazione Russa, Vladimir Putin ha invitato i paesi stranieri, con toni piuttosto accesi, a non finanziare l’opposizione al suo partito, la Russia Unita: «Io so che alla vigilia delle elezioni alla Duma statale e delle presidenziali russe i rappresentanti di certi Stati stranieri riuniscono coloro a cui danno i soldi […] li consultano e li invitano a fare un apposito lavoro per influenzare la campagna elettorale del Paese. Questo è un lavoro inutile, sono soldi buttati al vento»
Nei giorni scorsi Putin aveva ammonito gli Stati Uniti a non portare a termine lo scudo spaziale, il fantomatico sistema difensivo contro le minacce al suolo americano, altrimenti avrebbe fermato il programmato disarmo congiunto fra i due paesi.
In una Russia preda di movimenti nazionalistici -sembrerà incredibile ma sono numerosi anche quelli di stampo neo nazista- Putin fa leva, nella sua campagna elettorale, sui timori che attanagliavano la ormai defunta URSS.
In crisi di consensi e con i sondaggi a suo sfavore, l’ex premier sfida Europa e Stati Uniti sul piano militare e in politica estera, supportando l’Iran e opponendosi alle sanzioni economiche che l’ONU vorrebbe imporgli.
Per riottenere il favore della popolazione Putin si atteggia a novello Stalin, facendo leva sui vecchi dogmi sovietici e rispolverando la lotta fra blocco occidentale e blocco sovietico. Peccato che la Russia, come superpotenza, sia morta nel 1989.
Matteo Testa
Foto: blitzquotidiano.it
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