In punta di piedi: intervista al ballerino Andrea Piermattei

Danzare vuol dire muovere il corpo in modo ritmico,  allo scopo di esprimere un’idea o un’emozione, rilasciare energia o semplicemente trarre piacere dal movimento stesso.

La danza stessa, tuttavia, assume un’ampia varietà di forme, dalla semplice attività spontanea, all’arte formalizzata.

A parlare con noi di danza e di tutte le sue sfumature è Andrea Piermattei, ex ballerino diplomato alla prestigiosissima Accademia Vaganova di S.Pietroburgo, la prima scuola di danza teatrale russa.

Personaggio vulcanico ed eclettico, nel 1997 ha fondato  il portale della danza “Balletto.net”, nel 2012 ha ideato l’applicazione per smartphone “Ballet Class”, che offre una selezione di brani musicali al pianoforte, per svolgere lezioni di danza classica e balletto. 

Attualmente, Andrea Piermattei collabora con parecchie scuole di danza, in qualità non solo di insegnante, ma anche di coreografo e curatore degli allestimenti.

Dal 2014 è Maître e Direttore di Palcoscenico dei tour del “Roberto Bolle And Friends” e dal 2018 è entrato di diritto nel team della direzione artistica del festival “OnDance” e della omonima piattaforma online creata da Roberto Bolle per ballare da casa.

Andrea Piermattei

Maestro, come si è avvicinato alla danza, chi le ha dato questa spinta?

Sono nato a Roma dove ho iniziato i miei studi di danza grazie a mia sorella, sì è stata lei la prima che mi ha detto: “prova magari ti piace! Guarda che bel collo del piede che hai!” e in effetti aveva ragione, mi è piaciuto fare danza!

Poi, dopo la maturità classica, sono voluto partire per S. Pietroburgo contro tutto e contro tutti. Erano anni difficili, la Russia nel ‘92 stava attraversando una profonda crisi economica con la caduta dell’Unione Sovietica e andare a studiare alla Vaganova in quegli anni è stata una vera e propria sfida.

Nel ’94 mi sono diplomato e sono tornato in Italia, ho iniziato a lavorare prima al S. Carlo di Napoli, poi all’Arena di Verona e infine sono approdato al Teatro alla Scala dove ho fatto tutta la mia carriera di 25 anni di Corpo di Ballo.

Il Covid ha dato vita a una serie di attività online, anche lei hai deciso di allenare gli amanti della danza classica attraverso delle dirette. Quali risultati ha raggiunto? 

Bisogna dire grazie a Roberto Bolle che è sempre attento a quello che succede intorno a lui, pochi giorni dopo l’inizio del lockdown mi chiama e mi dice: “te la senti di dare una lezione in diretta sul canale Instagram di OnDance?

Come si può dire di no a Roberto Bolle… “certo che me la sento!” e così abbiamo iniziato senza sapere bene come sarebbe andata e quali riscontri avremmo avuto.

Abbiamo avuto un riscontro enorme, tantissime persone collegate tutte insieme, valanghe di messaggi di ringraziamento. E’ stato bello sapere di essere stati utili a qualcuno in un momento così difficile. 

L’attività artistica di un ballerino, così come quella di qualsiasi sportivo ha vita breve. In che modo si è “reinventato” per continuare a lavorare nel campo della danza e quanto è stata dura la transazione ?

Amo la danza e fare questo mestiere ma mi ritengo fortunato perché non solo mi piace ballare ma amo anche insegnare. Sempre, anche quando ero nel Corpo di Ballo della Scala, mi vedevo un giorno dall’altra parte ad insegnare e mi dicevo: “quando insegnerò io mi devo ricordare di dire questo…”.

Inoltre ho anche un profondo amore per quella scatola magica che è il Teatro, adoro lavorare nei Teatri, ogni volta entrare in uno nuovo respirare quell’atmosfera magica e iniziare a preparare un nuovo spettacolo. Ogni spettacolo è una magia che si ricrea grazie ad una sottile alchimia di tutte le persone che ci lavorano dentro, è come un’orchestra che si accorda, si “percepisce” e inizia a creare musica.

Lei ha collaborato con artisti di grosso calibro, incluso Roberto Bolle. Tra i personaggi del mondo del balletto, chi l’ha maggiormente colpita e lasciato un segno e perché?

Beh effettivamente Roberto è tanta “roba” e avere la possibilità di lavorare con lui a così stretto contatto credo che sia un privilegio unico. 

Ecco la magia di cui parlavo prima si percepisce quando si lavora con lui. Si entra in un teatro che all’inizio sembra solo una scatola vuota e gli si dà vita. Poi arriva il pubblico la tensione sale, tutti si mettono al proprio posto e si inizia. Alla fine un’esplosione di gioia e di vita e poi tutto si spegne e torna alla normalità come se nulla fosse successo. Pura magia

Ci può raccontare una curiosità, un aneddoto che ha lasciato un segno indelebile nel suo percorso? 

Lavorare in un posto magico ti regala ogni giorno qualcosa di speciale, se da ragazzo avessi pensato alla mia vita, mai avrei potuto sperare di riuscire un giorno a dare una lezione sul palcoscenico delle Terme di Caracalla o quello dell’Arena di Verona ad un Bolle and friends.

Quanto lavoro c’è dietro la costruzione di un balletto?

Moltissimo! E se se ne avesse di più non andrebbe comunque mai sprecato.

Il nostro è un lavoro che tende alla perfezione per cui in un contesto del genere ad avere tempo di lavorare si possono passare giorni anche solo per rifinire un gesto, un particolare. Tutte cose che all’occhio del pubblico possono sfuggire ma che sicuramente alla fine fanno la differenza.

La sua più grossa soddisfazione e la sua più grande delusione

Una grande soddisfazione è essere riuscito a creare e produrre la mia app per le musiche della lezione di danza (www.balletclass.eu). E’ un’app unica al mondo molto apprezzata tra i professionisti del settore.

La più grande delusione invece è quella di non essere riuscito a superare la mia emotività che spesso mi ha bloccato durante la mia carriera di ballerino.

C’è un’età per iniziare a fare danza e sopratutto si può iniziare a fare danza anche da grandi?

Prima si inizia e meglio è. A livello professionale nelle accademie si inizia a studiare a dieci anni. Certamente la danza è per tutti e si può iniziare a qualsiasi età ma da adulti si può solo fare danza a livello amatoriale e non si può pensare di accedere al mondo del professionismo.

Cos’è per lei la danza e perché la consiglierebbe?

E’ una disciplina meravigliosa e in quanto tale porta con sé tutti i vantaggi delle discipline più antiche e strutturate. 

Quali sacrifici deve sopportare un ballerino?

Molti, moltissimi! Ovviamente dipende da quali sono gli obiettivi che si pone un ballerino, ma per arrivare al professionismo la strada da fare è davvero dura. Solo pochi ce la fanno.

Bisogna avere le doti fisiche e mentali e bisogna avere una tenacia di ferro. Il lavoro non finisce mai. Come dicevo è un lavoro che tende alla perfezione, e più ci si avvicina alla perfezione più ci si accorge che la perfezione è irraggiungibile e questa “tensione verso” è la vera sfida che un ballerino ogni giorno deve affrontare.

Come gestisce i nervosismi pre performance?

Ehhhh! L’ansia è una brutta bestia! Almeno parlo per me, io sono una persona emotiva e gestire l’ansia non è cosa da poco. Anche la capacità di gestire l’ansia rientra secondo me nelle doti di cui parlavamo prima.

Ci potrebbe elencare alcune abilità che ha sviluppato come ballerino, che possono essere utili anche nella vita “ordinaria”?

La disciplina, la dedizione, la capacità affrontare e talvolta di superare le proprie difficoltà, direi che solo questo è già sufficiente per capire quanto la danza possa aiutare ad affrontare i problemi della vita.

Proiezioni future: cosa farà nei prossimi dieci anni?

Non ne ho la più pallida idea! Sicuramente ho tanta voglia di insegnare e trasmettere tutto quello che ho imparato in questi anni, sono sempre stato un entusiasta e amo la vita per cui aspetterò a braccia aperte tutto quello che la vita mi proporrà davanti.

Ho una famiglia meravigliosa, una moglie e due figli, per cui crescere i nostri figli sarà sicuramente una cosa che nei prossimi dieci anni mi terrà impegnato. 

Tra le diverse discipline artistiche coltivate come ballerino, qual è la più interessante per lei?

Mi piace pensare ad un ballerino come ad un uomo che balla nella sua interezza nella sua completezza. Direi quindi che non c’è qualcosa di particolare ma la vera cosa interessante è proprio l’interezza.

La danza, per Baryshnikov, consta di cinque punti: la testa, le due mani e i due piedi.  “Non puoi ballare con tre elementi”, diceva il famoso ballerino  “Devi sempre pensare a queste cose, che è un’estensione naturale”. Quanto è difficile coordinare tutte queste parti e quando diventa naturale?

Torniamo un po’ al discorso di prima, sono d’accordissimo con quanto detto dal grande Baryshnikov il ballerino balla con l’interezza del suo corpo nulla può essere dimenticato o tralasciato, il corpo, la mente l’anima del ballerino fanno parte di un unico organismo e tutto deve procedere in maniera armonica.

Coordinare tutto non è certo facile è un esercizio quotidiano, è un po’ come prendere una medicina. Esercitarsi in questo è un po’ come “prendersi cura di se stessi”

Quanto conta la tecnica e quanto la personalità di un ballerino nelle sue performance?

Se teniamo buono quanto detto prima conta tutto. Un ballerino è fatto dalla sua interezza e quando un ballerino va sul palcoscenico è come se si mettesse a nudo davanti a centinaia di persone. La tecnica è importante certo ma da sola vuol dire poco.

Chi è stato il suo mentore e il suo modello? 

Da ragazzo il mio modello è stato sicuramente Baryshnikov, penso di aver consumato le VHS a guardare i video dei suoi balletti. I miei genitori hanno fatto il resto, mi hanno sempre supportato anche quando avevo deciso di andare a S.Pietroburgo a studiare. Senza il loro aiuto e il loro supporto oggi non sarei qui.

Ci regalerà ancora qualche diretta? 

Diciamo che queste dirette sono nate per cercare di aiutare le persone in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo in questi mesi. L’augurio è quello che non si debba più fare lezioni di danza online, fare lezione di danza in sala ballo è di gran lunga più bello. 

Tuttavia sono felice di sapere che queste lezioni online siano piaciute e siano state apprezzate così tanto, quindi chissà, magari…

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