Il ritratto di Dorian Gray

“Ogni ritratto dipinto con sentimento è il ritratto dell’artista, non del modello”

Quali pensieri affiorano nell’udire il nome di Dorian Gray? Il quadro? Le nefandezze del protagonista? La chimera dell’eterna giovinezza? Sembrerebbe che Oscar Wilde contamini la sconvolgente bellezza del protagonista con la malvagità presente nell’uomo, a dimostrazione che il bello sia irrimediabilmente anche portatore del Male. Un messaggio forte con cui Wilde incornicia l’amicizia di tre uomini Basil, il pittore ucciso da Dorian, Lord Henry, cinico uomo di esperienza, ed infine Dorian, che si accorge della sua bellezza solo quando vedendo l’opera dell’amico si rende conto che attimo dopo attimo, lui invecchierà mentre il quadro rimmarrà eternamente giovane. Dunque ecco il patto: il quadro subirà lo scorrere del tempo, mentre il giovane Dorian ne rimarrà immune. Ma a quale prezzo? Ebbene, il ritratto muterà rispecchiando però la corruzione dell’anima e le empietà della vita di Dorian. Il lettore quindi potrebbe subito accanirsi contro il protagonista additandolo come il malvagio, il crudele, il perverso e addirittura il disumano. Non è così. Dorian è in verità la vittima. E’ il dolore della consapevolezza dell’implacabilità dello scorrere del tempo che lo porta a votarsi al Male. La sua unica colpa è di essere semplicemente bello, di una fantastica e narcisistica bellezza che lo porterà alla distruzione.

Wilde nasce nel 1854 e quasi 10 anni prima della sua morte scrive questo romanzo per cui ancora oggi è popolare: nel pieno della sua maturità artistica ed intellettuale nonchè di uomo, egli elabora un’opera che rispecchia quanto di più umano ci sia in ognuno di noi: la paura della vecchiaia, che non è quella della malattia, nè quella della morte stessa, ma il lento ed inesorabile deperimento del nostro essere fisico. La ricerca del piacere che Dorian si ostina ad inseguire non lo porterà mai alla felicità. 

L’opera “Il ritratto di Dorian Gray” è il quadro di Oscar Wilde dipinto con narcisismo, con un esasperato amore di sè che finirà col renderlo immortale: infatti le numerose opere che seguiranno prendendo spunto dal Ritratto o le rappresentazioni teatrali e cinematografiche non saranno altro che una replica di questo suo quadro degenerato. E sarà questo il suo vero capolavoro, anche se Wilde, come Basil, non potrà mai saperlo.

Segnaliamo inoltre la tournè della compagnia del Teatro Zeta de L’Aquila dedicata all’opera di Oscar Wilde: “Il caso Dorian Gray”

Info: www.teatrozeta.it/tournee/tournee_dorian.html

Giuseppe Chianese

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