I 50 anni di “Rimmel” di Francesco De Gregori

Francesco De Gregori

Nel 1975, un ventiquatrenne Francesco De Gregori dava alle stampe un album destinato a diventare un classico della storia della musica italiana. Si tratta di “Rimmel”, quarto lavoro per il cantautore romano. Attraverso testi carichi di poeticità, ermetici ma mai enfatici o retorici, il Principe ha saputo regalarci alcune delle più belle pagine del cantautorato italiano, narrando vizi, virtù e contraddizioni della nostra società ed esaminando i vari aspetti dell’animo umano. E a proposito di questi ultimi, “Rimmel” ci offre 9 ritratti capaci di raccontarci tutto questo, grazie a melodie immediate e di grande impatto.

Ispirato dal grande Bob Dylan, Francesco De Gregori ci ha regalato brani immortali, come appunto la title-track di questo disco del quale parleremo oggi, “Generale”, “Titanic”, “La Donna Cannone” e tanti altri classici ancora oggi capaci di ispirare nuove generazioni di artisti italiani. “Rimmel” risulterà uno degli album più venduti del 1975 e col tempo la rivista Rolling Stone lo posizionerà alla ventesima posizione tra i 100 migliori dischi italiani di tutti i tempi. Ma andiamo adesso a sviscerare alcuni dei momenti più significativi di questo disco.

C’è la title-track, ispirata a una storia d’amore di De Gregori finita in quell’anno. Il noto cosmetico viene usato come metafora per mascherare la fragilità umana, in seguito alla fine di questa relazione, e a pervadere il brano è anche un senso di nostalgia e malinconia, come dicono i noti versi “E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure”. Quasi come se si sentisse una ferita non del tutto rimarginata. La fragilità umana viene anche trattata nel brano “Pezzi di Vetro”, anche qui mescolata alla nostalgia, mentre “Pablo”, composta a quattro mani con il mitico e indimenticabile Lucio Dalla, tratta il tema dell’emigrazione e delle morti bianche, in questo caso del protagonista Pablo, uno spagnolo emigrato in Svizzera. Nel disco troviamo un altro grande classico di Francesco De Gregori, un pezzo divisivo per molti suoi fan, ma che orgogliosamente il Principe ama riproporre tuttora nei suoi concerti. Si tratta di “Buonanotte Fiorellino”, il brano più romantico dell’album, ispirato a “Winterlude” del grande Bob Dylan, come dichiarato dallo stesso De Gregori, da sempre grande appassionato del menestrello della canzone americana.

Degne di nota anche “Quattro Cani” e “Piano Bar”. Su questi pezzi sono state elaborate nel tempo varie congetture, in quanto il primo si è pensato facesse riferimento a persone reali, produttori, cantanti e cantautori in questo caso. Come Antonello Venditti, che sarebbe il cane che “conosce la fame e la tranquillità”, il produttore Italo Greco “che va dietro i fratelli e si fida”, Patty Pravo (nei versi “la cagna qualche volta si nega e qualche volta si dà”) e lo stesso De Gregori (“il cane di guerra che ossi non ha”). Il cantautore romano però ha smentito tutto questo affermando che il pezzo usava i cani come allegoria per descrivere le varie sfaccettature dell’animo umano e allo stesso tempo la passione per i cani di De Gregori. Oggetto di congetture è stato anche, come abbiamo detto, il brano “Piano Bar”, in cui si è sempre pensato che il pianista di piano-bar fosse stato Antonello Venditti. Anche qui De Gregori ha smentito, affermando che il pezzo era dedicato a un pianista che suonava nell’hotel Hilton di Roma e del quale il cantautore provava empatia per la condizione non proprio positiva del suo mestiere.

rimmel

A 50 anni di distanza “Rimmel” continua a ispirare varie nuove voci della musica italiana, forte anche della penna di De Gregori, che usa un linguaggio sì ermetico, ma che allo stesso tempo sa parlare alla gente, grazie anche alla sua sensibilità e dell’empatia che viene provata nei confronti delle varie personalità raccontate nei suoi pezzi. E questo importante anniversario discografico viene celebrato con un tour di concerti che il cantautore romano sta portando nei vari teatri italiani, fino a toccare i palasport di Milano e Roma per poi approdare nei vari club, luoghi che per De Gregori sono stati come una palestra ai suoi esordi, tutto per un’atmosfera intima e di contatto diretto tra artista e spettatori. Ogni parola per descrivere “Rimmel” può risultare superflua, quindi lasciamo che sia la musica di questo gioiello intramontabile a parlare, musica ancora oggi capace di toccare le varie corde dell’anima.

Fonte foto: profilo Facebook di Francesco De Gregori

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