Galileo Galilei: La scienza, la luna e la verità

galileo galilei

La natura ha le sue leggi, ma è un libro troppo grande per essere letto da un solo uomo e in una sola epoca. Ogni pagina viene conquistata a suon di osservazioni, ragionamenti, teorie che — per quanto espressione di grande intelligenza — possono essere confutate. Esempio celebre è la confutazione della teoria aristotelico-tolemaica da parte di Galileo Galilei. Verità scoperta sulla base di vero e proprio metodo scientifico inedito prima del Seicento. 

Un modo nuovo di fare scienza

Non a caso quando parliamo del XVII secolo si parla di Rivoluzione Scientifica e Nuova Scienza. Galileo è certamente uno dei volti più rappresentativi di questa rivoluzione. Il suo campo d’indagine prediletto era il cielo. Ci si potrebbe chiedere perché, dato che sulla Terra c’erano ancora così tante cose da scoprire. Lui probabilmente risponderebbe che la conoscenza del cielo ha molto a che fare con la vita di ogni uomo perché libera la mente, proprio come la poesia e in generale la letteratura. 

Come afferma Massimo Bontempelli: «La scienza stessa, ch’egli [Galileo] ha la passione di divulgare, costringe alla chiarezza. Chiarezza e precisione, mosse da passione, ecco i termini d’ogni poesia, prendendo poesia nel suo senso più esatto: suscitamento di commozione superiore ottenuto con la parola. […] Liberarsi da Tolomeo, e dall’Aristotele della Scolastica, [significa liberarsi] dell’autoritarismo teocratico in materia di conoscenza». In poche parole, la conoscenza rende liberi e saper sottrarre le valutazioni scientifiche dall’influenza dogmatica dell’autorità significa fare davvero scienza. 

La Terra e la Luna nel Sidereus Nuncius

Copernico l’aveva già detto e Galileo ribadisce: è la terra che gira intorno al sole, non il contrario. Le prime scoperte galileiane a sostegno della teoria copernicana si hanno nel Sidereus Nuncius. Si tratta di un breve trattato filosofico-scientifico redatto tra il gennaio e il marzo del 1610. Tra le varie scoperte scientifiche ivi contenute ci sono i quattro satelliti di Giove, l’osservazione di nuove stelle e soprattutto la scoperta della natura montuosa della Luna. È proprio osservando la Luna che Galileo inizia a ridefinire la meccanica celeste. Puntandovi il telescopio, si accorge che la superficie lunare non è affatto liscia e uniforme come appare a occhio nudo. Anzi, è diseguale e piena di sporgenze e cavità come la Terra.

Come afferma lo studioso Paolo Rossi nel saggio Galileo Galilei: «Il paesaggio lunare è dunque un paesaggio terrestre. La terra ha caratteristiche che non sono uniche nell’universo». E aggiunge che «L’osservazione della parte non luminosa della superficie lunare porta Galileo a concludere che lo splendore della Luna è dovuto alla riflessione della luce proveniente dalla Terra, che è a sua volta illuminata dal Sole». L’osservazione delle luci e delle ombre proiettate dalla Terra sulla Luna consente a Galileo di capire come i due corpi celesti si muovono l’uno rispetto all’altro. Scoperte che contrastano con la teoria tolemaica comunemente accettata all’epoca.

La verità e l’abiura

La confutazione della teoria tolemaica (e la difesa del copernicanesimo) viene approfondita in Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo, pubblicato a Firenze nel 1632. Una prosa scientifica scritta in volgare che coniuga rigore scientifico e abilità letteraria. Quest’opera costa allo scienziato — all’epoca sessantottenne — una convocazione al Sant’Uffizio di Roma, un processo e una condanna alla detenzione. Il giorno in cui viene pronunciata la condanna Galileo pronuncia l’abiura, anche se la leggenda vuole che lasciando il Tribunale dell’Inquisizione egli abbia detto: «Eppur si muove». 

La frase non è stata pronunciata davvero dallo scienziato pisano, gli è stata attribuita dallo scrittore Giuseppe Baretti in un’antologia scritta nel Settecento in difesa delle sue scoperte. Eppure esprime benissimo quello che doveva essere stato lo stato d’animo di Galileo, che dopo anni passati a indagare il cielo si trova costretto a negare le verità a lungo cercate, pur continuando a crederci fermamente. 

Foto di jplenio da Pixabay

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