Elezioni USA. Donald J. Trump è stato rieletto Presidente degli Stati Uniti battendo la candidata democratica Kamala Harris per almeno 295 voti elettorali contro 226. Ciò consente al candidato repubblicano di essere il secondo Presidente USA ad esercitare per due volte non consecutive il mandato presidenziale. Il primo (ed unico sinora) era stato Grover Cleveland nel 1893.
Ci si chiede quali siano i motivi della “storica” vittoria alle Elezioni USA di un candidato che si avvia ad essere il più anziano inquilino di sempre della Casa Bianca. Un candidato già condannato dal Tribunale di Manhattan per 34 capi d’imputazione e colpito, nel tempo, da altri 4000 procedimenti. Da cui è però uscito indenne nel 92% dei casi.
Harris ha ferocemente accusato Biden per aver perso le Elezioni USA
La candidata sconfitta era vicepresidente in carica e gareggiava per la rinuncia (tardiva) del Presidente uscente Joe Biden. Nel discorso a poche ore dalla sconfitta, ha ferocemente accusato Biden di essere stato il principale artefice della debacle democratica alle Elezioni USA. Soprattutto, per non avergli dato il tempo necessario per costruire una efficace campagna elettorale.
Come sempre, in questi casi, prevale il senno di poi. Soprattutto tra i “guru” della politica che, secondo un’opinione, sono bravi a spiegare le cose dopo che sono successe. Ma a prevenirle non ci “azzeccano” mai. Chi scrive, però, ritiene che effettivamente la sconfitta democratica sia dovuta ad almeno 3 errori macroscopici del Presidente uscente. Ma che anche la Harris ci ha messo del suo, contribuendo in gran parte al quarto errore dei democratici. Vediamo come.
L’errore di non aver concluso per tempo la guerra russo-ucraina
Primo errore: Biden doveva assolutamente chiudere la guerra russo-ucraina al più tardi nella scorsa primavera. Cioè prima dell’inizio della campagna elettorale. La questione ucraina, infatti, è assolutamente insignificante per gli USA. Anzi, ha contribuito a gettare la Russia nell’abbraccio letale con la Cina. Chiuderla non era difficile. Sarebbe bastato minacciare Zelenski della cessazione di tutti i rifornimenti di armi. Quelli che gli hanno sinora permesso di resistere ai russi. Poi accordarsi direttamente con Putin sulla base dello stato di fatto della situazione nel territorio.
È quello che farà Trump non appena si sarà ufficialmente insediato dopo le elezioni USA (20 gennaio 2025). Ammantandosi del velo del paciere mondiale. Per tutta la campagna elettorale, infatti, Trump ha battuto su questo tasto. Dando del guerrafondaio prima a Biden e poi a Kamala Harris. Presentarsi di fronte agli elettori con la pratica Ucraina chiusa avrebbe spezzato la principale arma elettorale di Trump.
Elezioni USA, Biden sarebbe stato il più anziano Presidente di sempre
Secondo errore: se avesse vinto Biden si sarebbe insediato all’età di 82 anni e 2 mesi. Alla fine del secondo mandato ne avrebbe avuto quattro di più. Sempre che non fosse premorto. Avrebbe dovuto rendersi conto della situazione e rinunciare molto prima alla seconda candidatura. Quanto meno prima dell’inizio delle elezioni primarie. Dando modo al Partito democratico di scegliersi liberamente il proprio candidato alla Presidenza, senza dover sconfessare il Presidente uscente.
D’altronde, quattro anni fa, già circolava la voce che Biden avrebbe consegnato il testimone a Kamala Harris, senza concorrere per la seconda volta alle Elezioni USA. Poi, probabilmente, ci ha ripensato. E, temendo la concorrenza della sua vice-Presidente ha commesso il terzo errore per il campo democratico.
Ha delegato Harris a risolvere la questione dell’immigrazione ispanica dal Messico. Un incarico assolutamente irrituale per un Vice-Presidente e, soprattutto, irrisolvibile. Così Kamala Harris si è trovata per tutta la campagna elettorale esposta alle critiche di Trump. Il quale ha fatto della soluzione per “deportazione” della questione ispanica un altro dei suoi cavalli di battaglia. Facendo fare alla Harris la figura dell’incapace per una questione che non risolverà nemmeno lui.
Elezioni USA, esiziale per Harris non aver costretto Trump ad altri confronti TV
Il quarto errore in campo democratico lo attribuiamo a Biden/Harris in coabitazione. Con l’avvento della TV, infatti, tranne rarissimi casi, sono stati i confronti televisivi a far pendere la bilancia del gradimento elettorale dei candidati. Biden ha acconsentito a confrontarsi due volte con Trump, prima ancora di aver ottenuto la nomination democratica. Il primo confronto l’ha sfangata. Il secondo è stato un disastro. Tanto è vero che fu quello il momento che si vide costretto a rinunciare alla candidatura.
Dopo la rinuncia di Biden, quando Harris è stata ufficialmente designata dal suo partito, si è anch’ella confrontata televisivamente con Trump. E, dal tenore dei media, lo ha vinto nettamente. Diversamente da Biden, però, il 78enne Trump ha capito che non avrebbe retto altri confronti televisivi con la più giovane rivale. Così non ne ha voluto tenere altri, pur mancando un paio di mesi alle elezioni USA. Privando Harris della sua arma principale.
L’errore di Harris è stato quindi quello – a parere di chi scrive – di non essere riuscita a stanarlo. Avrebbe dovuto battere il tasto dell’incapacità di Trump a sostenere confronti televisivi. Anche minacciando di sostenerli da sola davanti alle telecamere. Non lo ha fatto. E ha perso.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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