Decidere per legge che cos’è l’odio ricorda il periodo fascista

Sventolare continuamente lo spauracchio fascista sta provocando dei danni enormi al sempre attivo movimento antifascista italiano.

Nell’ultimo periodo si sono verificati almeno tre casi di diversa importanza (locale, nazionale e mondiale) che hanno chiaramente messo in evidenza la precipitazione di giudizio che non ha lasciato spazio alla riflessione, alla verifica delle fonti o semplicemente all’attesa dell’evolversi della situazione.

Analizziamo per primo il caso della libreria Pecora Elettrica di Roma, locale dichiaratamente antifascista,  andato a fuoco qualche giorno fa. Ancora a ceneri calde la gran cassa dei media locali e nazionali, e i luminari da tastiera con le consonanti solo a sinistra, si sono prodigati nell’incominciare a rispolverare il pericolo fascista gridando all’attacco alla cultura: i libri non si toccano! Dopo neanche 24 ore gli inquirenti avrebbero fatto luce sui fatti e comunicato che dietro gli incendi c’era la mano  della criminalità interessata a controllare lo spaccio e i locali notturni del quartiere.

Qualche giorno dopo ecco il caso di Predappio con le “solite” critiche al Sindaco locale che non ha voluto finanziare il viaggio di due studenti ad Auschwitz e, prima ancora che si conoscessero le motivazioni, il pensiero dominante lo aveva già sommerso.  Il Sindaco Roberto Canali  ha poi potuto precisare: “Questo treno va in un’unica direzione, cioè solo verso Auschwitz. E’ un progetto encomiabile ma quando saranno organizzati treni anche per il muro di Berlino o le Foibe o i gulag, allora la nostra amministrazione contribuirà all’iniziativa. Io dico che la storia va conosciuta tutta, a 360 gradi, e non solo quella di parte: bisogna sapere anche cosa ha fatto il comunismo per 50 anni. Ci sono associazioni che strumentalizzano le tragedie per ragioni di parte”.”  

Nel mezzo di questi due casi vi è stato quello più eclatante che ha riguardato non la persona di Liliana Segre (verso la quale nutriamo profonda ammirazione e rispetto e per la quale ha speso già le giuste parole la nostra Valentina Clavenzani) ma la commissione da lei, e da altri proposta e che la destra in Parlamento non ha votato non perché a favore dell’antisemitismo ma perché non era d’accordo sul fatto che politici, a colpi di maggioranza, possano decidere su che cosa è odio e che cosa non lo è (nel testo del DDl è chiamato hate speech). Il confine tra decidere che cosa è “odio” e cosa non lo è è troppo labile e troppo soggettivo. Facciamo qualche esempio.

Sostenere che la famiglia è formata da un uomo e una donna è considerata un’espressione di odio rispetto ad altri tipi di famiglia? Sostenere che l’immigrazione illegale possa mettere a repentaglio il nostro stile di vita e la nostra civiltà, è odio?

La Sinistra italiana farebbe bene a riflettere prima di giudicare chi non la pensa (o chi non vota) come loro, perché gli italiani sono maturati negli anni e non credono più al giochetto di mettere davanti un simbolo (come Liliana Segre) per far passare una commissione per decidere se è giusta o no l’opinione altrui e puntare, su questi temi, a trovare una comunione di intenti e non a vincere a colpi di maggioranza.

La Destra italiana, invece, dovrebbe continuare a scrollarsi di dosso quel senso di inferiorità che le è stato appiccicato e perseverare nel  prendere iniziative coraggiose e democratiche, come quella del Sindaco di Predappio,  che contemplano il rispetto di tutta la Storia e di tutti i nostri concittadini italiani.

I dirigenti nazionali e locali della Destra politica attuale sono tutti nati almeno trent’anni dopo la fine del Fascismo in Italia.

L’Italia politica dovrebbe guardare al futuro e non a cent’anni fa perché una sinistra e una destra seria sarebbero solo un bene per il nostro Paese.

12 Risposte

  1. Raffaella

    L’articolo mi è stato segnalato da un amico e devo ringraziarlo. Molto chiaro, molto equilibrato. Dà senso alle parole senza estremismi di nessun segno. Il dialogo politico democratico non consente bavagli e la storia è storia, non va cambiata, né riscritta, va studiata tutta per imparare dal passato come camminare verso il futuro. Complimenti al giornalista Gibertini.

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  2. Franco

    Articolo che meriterebbe di essere l’editoriale di un quotidiano nazionale, ma sono proprio questi che spesso si rendono colpevoli e sono responsabili di una cattiva informazione che poi, inevitabilmente, si trasforma in una cattiva formazione.
    Questo articolo, invece, è molto equilibrato, finalmente una cosa molto intelligente e non di parte (anche se non mancheranno gli ultras, onnipresenti e nascosti da un monitor e una tastiera che diranno il contrario, mentendo), assolutamente condivisibile e con contenuti che andrebbero insegnati nelle scuole.

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    • Letizia

      Articolo assolutamente equilibrato, che finalmente fa riflettere in modo oggettivo e non strumentalizzato come siamo ormai avvezzi a leggere: dai libro di testo scolastici ai quotidiani, assistiamo costantemente ad un’informazione unilaterale e spesso fuorviante. L’articolo fornisce finalmente una visione equilibrata e realistica. Dovrebbe essere pubblicato una testata nazionale. Un applauso all’autore Gibertini!

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      • Giorgio Gibertini

        Ti ringrazio Letizia per il bel commento e la condivisione dell’articolo e delle idee

    • Giorgio Gibertini

      Ti ringrazio: addirittura insegnato nelle scuole. Si fa fatica ad esprime queste opinioni sui giornali online (ringrazio qui il direttore di Inliberta), nelle redazioni, figuriamoci a scuola…. però sono d’accordo con te, per una vera e propria libertà e democrazia la verità va detta tutta
      Grazie Franco

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  3. Sandro

    Una persona equilibrata come te Giorgio. Un articolo che nn dice nulla di male. Ma perché si accaniscono così nn si capisce.

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  4. Massimo

    La nostra costituzione, per molti la più bella del mondo, tutela la libertà di pensiero e di espressione escludendo violenza, razzismo, ecc. . L’articolo del Gibertini rientra perfettamente nei canoni sopraenunciati, e siamo fortunati a poterne adesso discutere senza paura di arresti o processi come potrebbe succedere in altre parti del mondo. Il pensiero a senso unico non porta da nessuna parte.

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    • Giorgio Gibertini

      Ti ringrazio Massimo. Questo mio articolo voleva non solo esprimere una opinione libera ma proprio dare un contributo diverso ai lettori di Inlibertà e non solo nella speranza di poter continuare in Italia a poterci esprime liberamente anche se purtroppo alcune avvisaglie mi fanno essere pessimista su questo punto

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  5. Lidia

    Apprezzo molto questo articolo per i toni pacati e le idee condivise.
    Si può ancora fare giornalismo e dare voce a un pensiero non dettato dal political correct senza essere tacciati di intolleranza.
    Grazie.

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    • Giorgio Gibertini

      grazie Lidia, diciamo che qualcuno dei problemi che dici tu li ho avuti ….. ma …. resisto e resto umano

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