Crisi in Moldavia: il ruolo dell’occidente per la difesa delle frontiere d’Europa

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Nonostante il silenzio mediatico di questi ultimi giorni, continuano le tensioni in Moldavia in seguito alle proteste filorusse avvenute nelle ultime settimane a Chişinău. In questi giorni, l’attenzione delle agenzie d’intelligence occidentali persiste nel tentativo di anticipare il modo in cui Mosca continuerà ad influire nella crisi moldava.

Moldova sul filo della crisi

Nei giorni delle proteste, diverse fonti, tra giornalisti e forze dell’ordine moldave, hanno confermato la presenza di un ampio numero di persone mandate in modo organizzato tra la folla con l’obiettivo di far presenza alle manifestazioni in piazza, seppur estranee alle principali motivazioni che spingono parte della popolazione a protestare.

Riguardo proprio quest’ultimi, le proteste hanno ribadito il peso attuale del carovita in Moldavia, l’aumento dei costi dell’energia a carico dei singoli cittadini in seguito alla guerra russa in Ucraina e, più in generale, il rischio percepito che il paese venga trascinato nel conflitto.

Al tempo stesso, queste rivendicazioni fanno parte, in diversi casi, di un uso strategico della falsa informazione da parte dei filorussi, con l’obiettivo di fomentare il malumore e le reazioni avverse da parte degli abitanti moldavi. Ancora una volta è stato evidente  l’impiego delle fake news in modo sistematico come vera e propria arma ibrida.

Ciò, assieme a diversi fattori economici, tra i quali l’inflazione e la dipendenza dal gas russo, hanno portato ad una coesione piuttosto amplia di una parte dei cittadini moldavi, che viene rappresentata dal gruppo definito Movimento per il Popolo, sostenuto dal partito populista e filorusso Shor, oppositore dell’attuale governo.

Criticità geopolitiche del paese

La posizione geografica in cui si trova, al confine con l’Ucraina, il conflitto con la Transnistria, dov’è collocato un contingente russo stimato attorno a 1300 militari, dove inoltre è presente uno dei maggiori depositi d’armi e munizioni d’Europa orientale, rendono la Moldavia al centro di una situazione particolarmente sensibile.

Il rischio di un’escalation delle proteste è consistente e ciò sottolinea il presunto obiettivo della Federazione Russa di destabilizzare il governo. Inoltre, la persistenza della minaccia di militari/paramilitari russi tra i manifestanti, come già la stessa presidente moldava avvertì qualche settimana fa, continua ad essere reale.

Questo rappresenterebbe la concreta possibilità dell’inizio di azioni violente, mirate a far pressione alla presidenza, ma mascherate dal caos delle proteste. È infatti a metà febbraio che la presidentessa Maia Sandu avvertì che le forze di sicurezza moldave avevano sventato un nuovo tentativo russo finalizzato a scatenare un colpo di stato.

Cancellazione dei voli con la Moldavia

Un indicatore concreto della situazione allarmante è stata la notizia del 27 febbraio della chiusura dei voli di WizzAir per Chişinău. Decisione motivata dalla priorità della compagnia aerea di tutelare la sicurezza dei suoi viaggiatori, avvenuta pochi giorni dopo la revoca da parte di Putin del decreto che sosteneva la sovranità della Moldavia.

Ciononostante, come invece viene ipotizzato da alcuni analisti, al momento la possibilità di un intervento militare diretto da parte della Federazione Russa dalla zona della Transnistria rimane poco probabile. Benché,  tale ipotesi bellica potrebbe dipendere dall’andamento dei piani russi d’eversione dello stato moldavo.

Allo stesso modo, una reazione militare ucraina contro la Transnistria con l’obiettivo di sventare la presunta minaccia dell’apertura di un nuovo fronte offensivo, rimane un’ipotesi per lo più irrealistica; supposizione che è, più che altro, un’accusa di tipo propagandistico filorusso contro l’Ucraina.

Pertanto, il pericolo più concreto non è la perdita della sovranità moldava, ma le strategie sovversive di Mosca che spingono dall’interno il paese ad allontanarsi da quella parte occidentale, intesa nei fatti come Unione Europea, in cui già formalmente il paese si sta avvicinando da anni e che buona parte della popolazione richiede di farne parte.

Il ruolo dell’occidente per prevenire la crisi

Nonostante la momentanea fine delle proteste nel centro di Chişinău, il pericolo di una degenerazione degli scontri da un momento all’altro è concreto e un rovesciamento dell’attuale establishment moldavo a favore dei silovik russi complicherebbe ancor di più lo scenario internazionale.

Uno scenario che non comprende solo il conflitto russo-ucraino, ma si estende in tutto il contesto europeo. In che modo, tuttavia, la UE e la Nato possono sostenere la Moldavia, paese candidato ufficialmente ad entrare nell’Unione Europea e parte dei programmi di partenariato del Trattato Nord Atlantico?

Gli strumenti della Nato per supportare la Moldavia trovano una funzione nella prerogativa dell’Organizzazione Nord Atlantica per la cooperazione per la sicurezza, dando sostegno strategico d’intelligence al governo di Chişinău, seppur non in modo diretto militare. Tuttavia, può essere proprio la UE ad avere la responsabilità risolutiva.

Europa come difesa politica della stabilità moldava

È infatti Bruxelles che può adoperarsi di alcuni strumenti di cui ne è già stato osservato l’utilizzo con il conflitto in Ucraina, focalizzandosi sull’insieme degli aspetti economici, politici e civili. Ciò trova legittimazione all’interno dello stesso Trattato di Lisbona, prevedendo obiettivi riguardanti la politica estera comune e sulla cooperazione internazionale.

 Esempi concreti possono essere la decisione di stanziare fondi per il sostegno economico diretto del paese, che attualmente presenta un’economia instabile. Eventuale supporto con strumenti militari attraverso gli European Peace Facility, inviando dispositivi efficaci a rafforzare la sicurezza interna moldava.

Ed è in questo particolare contesto di disequilibrio internazionale dato dalla guerra che l’Unione Europea può e deve svolgere un ruolo di leader politico per preservare la stabilità del paese, dando priorità alla sua leadership politico-economica come strumento di garanzia della sicurezza della Moldova.

Foto di jorono da Pixabay

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