Cani della Serbia, prosegue l’impegno del ministro Frattini

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Il nostro Ministro degli Esteri, Franco Frattini, prosegue nel suo impegno a favore dei randagi della Serbia. Il Ministro, di cui è nota e apprezzata la grande sensibilità animalista che già altre volte lo ha spinto intervenire – spesso oltre le proprie competenze – in situazioni di grave maltrattamento ai danni degli animali, si è attivato fin dalle prime notizie che riferivano di maltrattamenti ai danni dei randagi del Paese balcanico.

Della questione è stato investito il nostro ambasciatore a Belgrado, il quale ha steso una relazione su quanto sta accadendo in Serbia. Nell’inoltrare all’Enpa il contenuto di questo documento, il responsabile della Farnesina ha confermato che farà quanto in suo potere per assicurare l’incolumità dei “trovatelli” e per garantire che essi ricevano un trattamento conforme non solo a quanto previsto dalla legislazione serba ma anche ispirato ai quei criteri di civiltà, umanità, rispetto che dovrebbero contraddistinguere “l’animus” di un Paese candidato all’ingresso nell’Unione Europea. L’Enpa ringrazia il Ministro Frattini e ne sostiene l’azione inoltrando alla Delegazione Europea per le relazioni con Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro e Kossovo (l’istituzione che valuta l’adesione di questi nuovi Stati all’Unione Europea) la richiesta che le nuove candidature siano condizionate anche dai comportamenti che i Paesi richiedenti abbiano nei confronti degli animali.
Riportiamo di seguito la relazione del nostro ambasciatore a Belgrado:

In merito alle segnalazioni pervenute al Ministero degli Esteri dalla Sezione ENPA di Treviso circa il trattamento dei cani randagi nelle città serbe di Pozega e Belgrado, si ritiene opportuno fornire un quadro complessivo della situazione.

Per quanto riguarda la città di Pozega, in data 30 maggio 2011 il Sindaco, su richiesta dell’Ambasciatore italiano in Serbia, ha accettato una proposta per la quale le comunità italiane di protettori degli animali hanno possibilità di recarsi in città per prendere in affido gli ospiti del canile.

Per quanto riguarda la città di Belgrado occorre precisare che il problema del randagismo è divenuto negli ultimi tempi una questione di ordine pubblico. I quotidiani locali riportano sempre più frequentemente notizie di aggressioni a persone da parte di cani randagi e proprio a causa di tali avvenimenti si e’ registrato un incremento della lotta al randagismo da parte delle Autorità pubbliche. Al tempo stesso, non vi e’ stata alcuna segnalazione da parte delle associazioni animaliste locali che tale lotta venga condotta secondo metodi brutali.

Dal punto di vista normativo, le Autorità serbe hanno messo in atto, a partire dal 2009, severe disposizioni a tutela del mondo animale. La legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Serbia al n. 41/09, regola in maniera capillare il trattamento e la cura degli animali ed i diritti, gli obblighi e le responsabilità penali degli individui che li maltrattino. Tale legge protegge gli animali da qualsivoglia abuso, ponendo rigidi standard in materia di cura, trattamento, trasporto, commercio ed esperimenti sugli animali stessi. Ai sensi del Codice Penale serbo del 2006, l’uccisione e la violenza contro i cani sono puniti con sanzioni economiche e carcere fino a 3 anni.

Inoltre, per quanto strettamente inerente al fenomeno del randagismo, ai sensi dell’articolo 54 della già citata legge, le Autorità locali hanno l’obbligo di predisporre un programma per il controllo e la rieducazione della popolazione canina randagia. Ai sensi dell’articolo 66, le stesse Autorità hanno poi l’obbligo di fornire rifugio ed assistenza a tutti gli animali randagi presenti sul proprio territorio. Tanto l’accalappiamento che il trasporto degli animali abbandonati devono essere condotti secondo modalità che causino minor sofferenza possibile, dolore e stress fisico agli animali. Sempre ai sensi del medesimo articolo, infine, le Autorità locali devono fornire un servizio veterinario agli animali malati e feriti, nonché provvedere all’eutanasia degli stessi in caso di malattie incurabili.

Alla luce di quanto sopra, risulta evidente che il fenomeno del randagismo e’ oggetto di crescente attenzione da parte delle Autorità serbe. Forte allo stesso tempo appare la determinazione di tutelare l’ordine pubblico, garantendo l’incolumità dei cittadini e, nel contempo, il benessere della popolazione animale.

L’Ambasciatore italiano in Serbia provvede in ogni caso a monitorare la situazione e a sensibilizzare gli organi competenti sulla base delle segnalazioni ricevute dalle Associazioni italiane.

Fonte: enpa.it

Foto: animaliblog.com

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