Art. 18, secondo la sinistra radicale c’è un attacco alla Costituzione: il 18 ottobre manifestazione nazionale

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Tutta la sinistra, eccetto quella renziana favorevole al Jobs Act, è d’accordo sul fatto che lo Statuto dei lavoratori non si debba toccare. Il coro unanime unisce Fassina, Sel, Landini, Civati, Tsipras e pure il M5s.

Modificare l’articolo 18, l’articolo 81 ed altri ancora, per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio è, secondo la sinistra radicale, pura follia e per questo si terranno una serie di mobilitazioni a carattere nazionale, organizzate appunto da tutte le sinistre.

Come prima cosa dal 1 ottobre inizierà la raccolta firme. Ne basterebbero 50 mila per garantire il risultato sperato, ma la voglia di allargare a macchia d’olio la protesta e la rilevanza politica dei partiti che aderiscono all’appello è tale, che il dibattito verrà proposto su più ampia scala.

Tra gli strenui difensori dello Statuto, spiccano Rodotà e Landini. Il “maniaco dei diritti”, come si è autodefinito Rodotà, ricorda ancora gli esempi di “buona politica” e le “5 milioni e mezzo di firme rac­colte da Ser­gio Cof­fe­rati e la Cgil nel 2002 dopo la difesa dell’articolo 18”.

Nel libro “la vita e le regole” datato 2006, il giurista aveva scritto “ i diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci” e ancora oggi propugna questa tesi con­tro “la super Costi­tu­zione det­tata dall’economia” che uti­lizza “un attacco ai diritti che non è più nean­che dis­si­mu­lato”.

Anche Lan­dini intende proseguire verso il cammino indicato dalla “Via Maestra”, iniziato con la manifestazione dello scorso anno in difesa appunto della Costituzione. Lo farà portando in piazza le Tute Blu di Fiom il 18 ottobre “Offriamo quella piazza per par­lare dell’iniziativa per­ché se noi siamo tor­nati in Fiat lo dob­biamo alla Corte Costi­tu­zio­nale che ha san­cito un diritto e non alla poli­tica”-ha declamato Landini -attaccando quella poli­tica che “oggi vuole rifor­mare il paese con la con­trap­po­si­zione, men­tre noi vogliamo unirlo, allar­gare l’alleanza per cam­biarlo davvero”.

Il leader Fiom in conferenza stampa alla Camera durante la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare, proposta da Sel, sulla cancellazione del pareggio di bilancio dall’articolo 81 della Costituzione, ha poi aggiunto “Non ho mai visto un imprenditore che motiva la lettera di licenziamento, perché uno è un sindacalista, uomo, donna, straniero. Un coglione così non dovrebbe nemmeno fare l’imprenditore e non esiste.

Se il Governo vuole fare una cosa seria e non raccontare balle deve dire che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è stato già cambiato e ora permette i licenziamenti economici senza reintegra”. “Ma modificarlo” – ha poi precisato- “ non ha creato un solo posto di lavoro in più e non ha fatto arrivare multinazionali nel nostro Paese”.

Per Landini insomma bisognerebbe estendere l’articolo 18 a chi non ce l’ha, non “cambiarlo ulteriormente e peggiorarlo ancora, ma garantirlo come elemento di dignità e libertà per tutti. I diritti non sono un elastico: o ci sono o non ci sono”.

Ma ecco la nota diffusa dalla Segreteria nazionale della Fiom-Cgil.

“Alla luce dei provvedimenti assunti dal Governo, la Segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha deciso di anticipare la manifestazione nazionale di Roma al 18 ottobre ed invita i suoi delegati e le strutture territoriali a proclamare assemblee in sciopero in tutti i luoghi di lavoro.”

“Siamo di fronte a proposte del Governo che cancellano interi articoli dello Statuto dei lavoratori, provocando il peggioramento dei diritti, delle tutele e della dignità di tutte le persone nei luoghi di lavoro. Se i provvedimenti dell’Esecutivo diventeranno legge, i lavoratori licenziati ingiustamente non potranno più riottenere il proprio posto di lavoro ma solo un indennizzo economico, sarà possibile il demansionamento dei lavoratori e il loro controllo a distanza.”

“Lo Statuto dei lavoratori va esteso perché è l’applicazione dei principi della nostra Costituzione.”

“Il Paese ha bisogno di affermare il diritto al lavoro, combattere la precarietà ed estendere l’’occupazione stabile, combattere la corruzione e l’’evasione fiscale, far ripartire gli investimenti pubblici e privati, definire una vera politica industriale, qualificare la contrattazione collettiva ed estendere universalmente le tutele sociali, di cittadinanza e il diritto alla formazione per tutte le persone.”

“L’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil – che si terrà il 26 e 27 settembre a Cervia – deciderà in dettaglio le modalità della manifestazione. Definirà, inoltre, le proposte per la difesa e la qualificazione del nostro sistema industriale e manifatturiero. Proposte che saranno sostenute con la mobilitazione e sottoposte al Governo ed al Paese per chiedere le riforme necessarie – anche nel rapporto con l’Europa – al fine di far ripartire una nuova crescita ed una vera e stabile occupazione.” “È il momento di mobilitarsi, un lavoro senza diritti è un ritorno all’ 800.”

Nel frattempo lunedì sarà presentato il testo attraverso il quale si pre­vede di modi­fi­care anche gli arti­coli 97 (pub­blica ammi­ni­stra­zione) e 119 (auto­no­mie ter­ri­to­riali ).

La formuletta proposta è quella di agire “nel rispetto dei diritti fon­da­men­tali delle per­sone”, ma non convince molto a dire il vero, mentre il testo con cui si vuole abro­gare la parte della legge Costi­tu­zio­nale 20 del 2012 che spe­ci­fica i cri­teri di attua­zione del pareg­gio di bilan­cio, è stato già depo­si­tato lunedì in Corte di cas­sa­zione.

di Simona Mazza 

foto: nuovosoldo.wordpress.com

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