Agnese Borsellino è morta, ma l’Associazione” Fraterno Sostegno” continua a non dimenticare

Uagneseborsellinona settimana fa, io, mio figlio (11 anni) e un amico dell’Associazione “Fraterno Sostegno ad Agnese Borsellino”, ci trovavamo davanti allo scoglio di una burocrazia che si nasconde dietro i tatticismi, a causa del quale ‘c’era stato negato l’accesso in Vaticano con lo striscione del gruppo su cui era scritto appunto “Fraterno sostegno-Agnese Borsellino”.

Eravamo stati etichettati, con toni di spregio “manifestanti non autorizzati”, solo perché volevamo portare al Papa il saluto e il sostegno “di “ e “ad” una donna coraggiosa dal cognome scomodo, che aveva come grande desiderio, ultimo prima di lasciarci, quello di vedere sventolare l’affettuoso vessillo dei suoi sostenitori a Piazza S. Pietro.

La notizia ha avuto una certa risonanza sui media non “allineati” tra cui Repubblica (pagina di Palermo), e l’azione è proseguita con una lettera aperta ai questori di Roma, Palermo, oltre che ai vertici della Polizia Vaticana, per l’atteggiamento becero e irrispettoso dei suoi rappresentanti.

Oggi, a sette giorni esatti quell’Angelus della “speranza tradita”, Agnese Borsellino, ci ha lasciati. A dare l’annuncio è stato Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, con un post su Facebook: “E’ morta Agnese. E’ andata a raggiungere Paolo. Adesso saprà la verità sulla sua morte”.

Agnese Piraino Leto, figlia del presidente del tribunale di Palermo Angelo, aveva sposato il giovane magistrato Paolo Borsellino il 23 dicembre 1968. Dal loro matrimonio sono nati Lucia, 44 anni, assessore regionale alla Sanità, Manfredi, 41 anni, attuale dirigente del commissariato di polizia di Cefalù, e Fiammetta, di 40.

Da quel tragico luglio del 1992, Agnese non aveva mai smesso di cercare la verità sulla strage di via D’Amelio e durante le udienze del processo, aveva affermato di essere preoccupata per il marito, parecchio tempo prima dell’attentato.

In un’intervista aveva raccontato: “Spesso usciva da solo per passeggiare o comprare le sigarette. Non volevano che fossero colpiti i suoi angeli custodi, la sua scorta. Ritengo che mio marito sia stato abbandonato al suo destino di morte. Quando andò a trovare sua madre, dissi che volevo andare con lui, ma mi rispose che era tardi e andava di fretta. Ci salutò come se stesse partendo“.

Grazie alla sua deposizione, rilasciata il 27 gennaio 2010, si è poi delineata la posizione ambigua dell’ex generale dei Ros, Antonio Subranni. “Mio marito era sconvolto e mi disse testualmente: ‘Ho visto la mafia in diretta, perché mi hanno detto che il generale Subranni era punciutu’. […] E tre giorni dopo Paolo durante una passeggiata sul lungomare di Villagrazia di Carini mi disse che non sarebbe stata la mafia a ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere”.

Intanto a Caltanissetta, il magistrato Nico Gozzo, uno dei padri fondatori dell’Associazione a sostegno di Agnese, presiede al quarto filone processuale sull’attentato. Agnese Piraino Leto, che già era stata sentita durante la fase istruttoria, era indicata fra i testimoni principali del dibattimento-.

A noi dell’associazione ha lasciato un grande senso di vuoto, un vuoto reale e sentito, non esibito con finti toni di mestizia, né tanto meno dettato da logiche di legami istituzionali che ci sono del tutto estranei ed è per questo che mi limiterò a raccontare chi era Agnese, non attraverso le lenti distorte di coloro i quali devono commemorarla per “forza”, ma attraverso la divulgazione di questa lettera, scritta da Agnese tanto tempo fa.

“Carissimi giovani, mi rivolgo a voi come ai soli in grado di raccogliere davvero il messaggio che mio marito ha lasciato, un’eredità che oggi, malgrado le terribili verità che stanno mano a mano affiorando sulla morte di mio marito, hanno raccolto i miei tre figli, di cui non posso che andare orgogliosa soprattutto perché servono quello stesso Stato che non pare avere avuto la sola colpa di non avere fatto tutto quanto era in suo potere per impedire la morte del padre.

Leggendo con i miei figli (qui in ospedale dove purtroppo affronto una malattia incurabile con la dignità che la moglie di un grande uomo deve sempre avere) le notizie che si susseguono sui giornali, dopo alcuni momenti di sconforto ho continuato e continuerò a credere e rispettare le istituzioni di questo Paese, perché mi rendo conto che abbiamo il dovere di rispettarle e servirle come mio marito sino all’ultimo ci ha insegnato, non indietreggiando nemmeno un passo di fronte anche al solo sospetto di essere stato tradito da chi invece avrebbe dovuto fare quadrato attorno a lui.

Io e i miei figli non ci sentiamo persone speciali, non lo saremo mai, piuttosto siamo piccolissimi dinanzi la figura di un uomo che non è voluto sfuggire alla sua condanna a morte, che ha donato davvero consapevolmente il dono più grande che Dio ci ha dato, la vita.

Io non perdo la speranza in una società più giusta ed onesta, sono anzi convinta che sarete capaci di rinnovare l’attuale classe dirigente e costruire una nuova Italia, l’Italia del domani.

Un caloroso abbraccio a voi tutti”

Agnese Borsellino

Le esequie si svolgeranno domattina alle 9.30 nella Chiesa di Santa Luisa di Marillac, in forma privata, la stessa chiesa in cui Paolo andava a pregare ogni giorno e ed è stato salutato per l’ultima volta.

Agnese era socia onoraria del “ Centro Studi Paolo Giaccone ”, e lei stessa aveva scelto come tesoriere il Dott. Nico Gozzo, per questo motivo chiunque voglia contribuire alla memoria di Agnese può farlo con una piccolissima donazione al Centro Studi Paolo Giaccone.

di Simona Mazza

“Centro Studi Paolo Giaccone”

IBAN: IT40G0303204603010000003342

Credito Emiliano Ag.4 Via Libertà nr.8

 90141 Palermo

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