Ministeri in Padania, scompiglio nella maggioranza. Rivolta dei “romani”

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A questo punto si vada a votare perché il limite della demagogia e dall’anti politica negli ultimi tempi è stato più volte varcato. Dopo le parole pronunciate da Bossi a Pontida sul dislocamento dei ministeri al nord ed il fermento che queste hanno portato in tutto l’arco politico, credo che l’idea di votare sia oggi una considerazione trasversalmente riconosciuta. Nei partiti si cominciano ad affilare le “armi” e l’inquietudine serpeggia tra i potenziali candidati al Parlamento. Soprattutto nella maggioranza si respira un’aria pre-elettorale: tutti contro tutti. La rivolta dei “romani” ha portato Gianni Alemanno, sindaco di Roma, e Renata Polverini, presidente della regione Lazio, ad attivarsi per raccogliere “le firme del popolo contro la proposta dei ministeri al nord”. Un attivismo che però non è piaciuto al ministro La Russa, “Gianni e la Polverini esagerano”, e che cozza con la palese staticità governativa degli enti locali da loro gestiti. Due problemi irrisolti su tutti: il traffico di Roma e la mala sanità laziale. Punti fermi nelle campagne elettorali dei due “romani” ma tuttora questioni irrisolte. Stallo governativo locale che sembra fare il paio con l’agenda parlamentare, ricca di proclami ma poco pragmatica. Per questo motivo credo che l’unica cosa auspicabile in questo momento siano le elezioni. Anche perché il governo è ormai una macchina senza propulsione, il volano governativo che all’inizio di mandato girava vorticosamente oggi è fermo. Le difficoltà economiche sono sempre più evidenti e non solo nel ceto medio basso. La crisi economica purtroppo si fa sentire sempre di più e in ogni strato sociale. Tuttavia anche se politicamente l’aria che si respira è un’aria competitiva già carica di agonismo, non bisogna dimenticare che prima di dare inizio alla “partita” è necessario modificare la legge elettorale. Non si può andare a votare nuovamente sapendo che, con la normativa attuale, gli eletti vengono calati dall’alto dei palazzi partitici e posti nel Parlamento solo per amicizia, opportunità politica o, nei casi migliori, per peso politico all’interno del partito. Dove la lista degli eletti viene ancora oggi redatta dai leader di partito in base alle potenzialità delle correnti interne ai gruppi politici. Questa è l’anomalia da sanare che non giova a nessuno, se non ai diretti interessati . Quindi speriamo di chiudere al più presto questo periodo di politica patetica dove hanno primeggiato il nulla governativo e il niente contrastante. Si vada a votare ad ottobre prossimo, o al massimo a marzo 2012, affinché ci sia il tempo per la riforma fiscale, assolutamente necessaria, e per la riforma elettorale, indispensabile prima del voto. I candidati premier ? Matteo Renzi da una parte e, Silvio permettendo, una donna (Carfagna, Gelmini, Meloni, Prestigiacomo) dall’altra. Intanto nella notte è stato raggiunto l’accordo sui ministeri tra Pdl e Lega, l’eventuale trasferimento riguarderà solo uffici di rappresentanza, anche se con con compiti operativi. Il caos aumenta e le spese pure.

Enzo Di Stasio

Foto: terranews.it

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