L’industria dell’auto sotto le bombe di guerra

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L’avvento della drammatica guerra in Ucraina evidenzia come sotto le bombe cominci a deflagrare l’intera industria automobilistica europea.

La guerra

Il conflitto bellico vede protagoniste in primo piano la Russia e l’Ucraina e assistiamo da diversi giorni alla morte di innocenti civili, militari appartenenti ai due eserciti e non solo. Un’invasione da parte della Russia nei riguardi dell’Ucraina.

Il conflitto sta anche fortemente compromettendo il settore automobilistico: nelle due nazioni esistono fabbriche che producono importati componenti impiegate nella realizzazione delle auto nuove.

Ucraina, Russia e l’auto

Sotto le bombe non cadono soltanto le persone, cade anche l’economia: molte aziende della componentistica auto hanno costruito impianti di lavorazione in Ucraina e la componentistica è essenziale per la costruzione di auto.

Sul territorio ucraino vengono prodotti componenti come i cablaggi, fasci di cavi elettrici che mettono in comunicazione le varie centraline, sensori per l’alimentazione elettrica della vettura. Vengono anche prodotti accessori in plastica. Un altro elemento, fornito a gran parte delle fabbriche auto d’Europa, proveniente dall’est, è l’acciaio con il quale vengono realizzati anche circuiti stampate per centraline.

La Russia è una delle principali fornitrici ed esportatrice di materiali rari per realizzare semiconduttori impiegati per le batterie delle auto elettriche ed ibride. La Russia è importante anche per la produzione ed esportazione degli pneumatici dei maggiori brand mondiali tra cui Bridgestone, Continental, Michelin e Pirelli.

Un altro aspetto da tener presente è il rallentamento nelle forniture di prodotti petroliferi raffinati come il gasolio, che l’Europa importa dalla Russia in una quantità importante, per alimentare il settore trasporti.

Gravi conseguenze

Una guerra porta solo danni; anche questa quando finirà porterà delle conseguenze pesanti, tanto in campo umanitario che economico, ormai sempre più uniti nella tragedia.

È probabile che decine di milioni di investimenti realizzati da varie aziende andranno persi. Molti costruttori d’auto subiranno un riposizionamento dovuto a minori quote di prodotto venduto. Dall’inizio del conflitto diverse case automobilistiche hanno interrotto le produzioni di veicoli elettrici ed ibridi; altre non stanno ricevendo componenti e stanno mettendo sotto cassa integrazione gli operai. Si registra un clima incerto e le piccole aziende di servizi e trasporto del settore auto pensano ad un proprio ridimensionamento nella forza lavoro, non rinnovando i contratti ai dipendenti in scadenza. Il costo dell’energia peserà ancora di più, dal trasporto alla lavorazione e per l’agricoltura; assistiamo in Europa ogni giorno a proteste spontanee di piccole dimensioni.

La transizione energetica imposta sul settore automobilistico dovrà per forza subire un rallentamento ed in alcune forme un ripensamento.

Le bombe continuano, anche, il massacro dell’auto.

Foto di Tama66 da Pixabay

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