Dopo la pandemia la guerra

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Il nostro equilibrio mentale e la nostra libertà si trovano in un vicolo sempre più stretto. L’attacco russo all’Ucraina sta portando alla luce in modo crescente traumi psicologici in parte della nostra popolazione, già provata dall’era pandemica. 

Una sciagurata iniziativa bellica unilaterale

L’impressione, finora, era quella di liberazione dalla pandemia, di ritorno alla libertà. Iniziavamo a riorganizzare la nostra vita sociale con incontri, cene, cinema, teatro e viaggi. Di colpo ci siamo ritrovati a dover fare i conti con una sciagurata iniziativa bellica unilaterale di un presidente che, per quanto si proclami capo di uno stato democratico, appare in realtà come un cinico dittatore. 

L’arroganza e la violenza di Vladimir Putin stanno scombussolando la nostra visione del futuro. Grazie ai vaccini, avevamo ormai la convinzione di poter tornare a vivere normalmente, a godere delle stesse libertà di sempre; con una guerra alle porte, ed il timore che possa espandersi in Europa, Italia compresa, torniamo a vivere un momento di enorme incertezza. 

Il rischio della terza guerra mondiale

La risoluzione del problema non è facile: se è vero che non si può combattere contro un leone con carta e penna è altrettanto vero che una crescita della aggressività bellica rischierebbe di scatenare una terza guerra mondiale. E nessuno vuole correre questo rischio.

Dunque, sembra non resti che continuare con le trattative diplomatiche e le armi “economiche”, sanzionando la Russia ed escludendola dai mercati del mondo; c’è però anche chi vorrebbe mostrare i muscoli della coalizione atlantica più che i testi delle sanzioni. 

Europa e USA compatti con voce univoca

Le minaccia neanche tanto velata di Putin – «In caso di interferenze, conseguenze mai viste prima» – è una dichiarazione provocatoria inaccettabile. Eppure non si può rispondergli con le sue stesse armi, pena il rischio di un conflitto mondiale. L’Europa deve essere compatta e avere una voce univoca di concerto con quella degli Stati Uniti d’America.

Foto di Alex343 da Pixabay

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