2020 QG – L’asteroide che ha sfiorato la Terra

La notte tra il 15 ed il 16 agosto alle 4 del mattino, ora di Greenwich,  un asteroide ha sfiorato la Terra passandole molto vicino. Così vicino da renderlo l’oggetto che più si è avvicinato al nostro pianeta, senza colpirlo, di sempre.

Gli asteroidi

Gli asteroidi sono corpi celesti di modeste dimensioni. Ne sono stati classificati alcuni di dimensioni ragguardevoli il più grande dei quali si chiama Cerere, si trova tra Marte e Giove  ed ha un diametro di quasi mille chilometri. Sono formati da materiali simili a quelli che compongono i pianeti rocciosi di tipo terrestre. Si differenziano dalle comete, che invece sono fatte principalmente di ghiaccio, proprio per la loro composizione.

Sono i resti della materia che non si è amalgamata nella formazione dei pianeti primigeni che, conseguentemente, è rimasta vagante nel nostro Sistema Solare. In genere hanno orbite molto eccentriche e possono avere dei satelliti naturali che gli orbitano attorno. Cinque di essi, tra i più grandi, sono classificati come pianeti nani. Il più grande di tutti è Plutone. Se Plutone dovesse essere classificato come asteroide o come pianeta il dibattito è ancora molto acceso.

La loro osservazione iniziò per merito di un astronomo italiano, Giuseppe Piazzi, che nel 1801 scoprì il primo asteroide. Lo definì “pianetino” ma, in realtà, si trattava appunto di Cerere.

Near Earth Objects

Un oggetto classificato come Near Earth Object (NEO in sigla) è un oggetto che si trovi a meno di 1,3 UA (Unità Astronomiche) dalla Terra. Si tratta di 195.000.000 chilometri. Contemporaneamente a questo requisito deve soddisfarne anche un secondo: deve avere un orbita che intersechi quella terrestre.

Perciò noi contempliamo come NEO tutti quegli oggetti, naturali ed artificiali, che, potenzialmente, potrebbero collidere con il nostro pianeta. Quindi, oltre ad alcune migliaia di asteroidi, sono comprese in questo elenco anche le comete la cui orbita intersechi quella terrestre, le sonde spaziali orbitanti attorno al Sole ed alcuni meteoridi; categoria di corpi celesti che generano le “stelle cadenti” di cui abbiamo già parlato su queste pagine. Non sono compresi in questa categoria i satelliti artificiali e la Luna che, orbitando insieme alla Terra, non possono collidere con lei. Lo stesso vale anche per Venere e Mercurio, che si trovano a meno di 1.3 UA da noi, ma che hanno orbite proprie attorno al Sole.

Le probabilità di impatto

L’impatto con un NEO è un evento abbastanza frequente. Tralasciando l’impatto con le stelle cadenti, che avviene più volte l’anno, si consideri che un oggetto con diametro fino a 10 metri colpisce la Terra, in media, almeno una volta l’anno. Questi, entrando nell’atmosfera terrestre, vaporizzano, bruciando, il materiale di sono composti e poi esplodono. L’energia che rilasciano gli asteroidi di questa dimensione è pari a quella della bomba di Hiroshima, ovvero 15 chilotoni.

Oggetti considerevolmente più grandi si schianterebbero sulla superficie distruggendo ogni cosa per diversi chilometri. Un NEO di ragguardevoli dimensioni (circa 50 metri di diametro) impatta ogni migliaio di anni ed uno potenzialmente distruttivo per le forme di vita terrestri ogni 10 milioni di anni.

L’ipotesi Alvarez

Due geologi statunitensi, padre e figlio, di cognome Alvarez avanzarono l’ipotesi che l’estinzione di massa verificatasi nell’era terziaria, che ha estinto moltissime specie di forme di vita sulla Terra, sia stata causata dall’impatto di un meteorite di 12 chilometri di diametro.

L’ipotesi è oggi accettata dalla comunità scientifica. L’impatto avvenne nella penisola dello Yucatan, nell’attuale Messico, ed il cratere che generò è largo 180 chilometri. Si chiama cratere di Chicxulub. Sicuramente avrete già sentito parlare di questo impatto: è quello che estinse i dinosauri 66 milioni anni fa.

Alcuni impatti avvenuti di recente

Molti eventi da impatto sono accaduti nella storia recente. Il primo degno di nota in epoca moderna è quello che avvenne nel 1908 a Tunguska, in Russia. Il meteorite, di circa 65 metri, esplose in aria a circa 8 chilometri di altezza, distrusse decine di milioni di alberi e prosciugò un fiume. L’onda d’urto interessò tutto quanto c’era nel raggio di più di 2.000 chilometri.

Nel 2008 vi fu un altro impatto in Sudan. L’oggetto in questione era di circa 5 metri di diametro proprio come quello che ci ha sfiorato in questi giorni. Questo fu il primo evento del genere che l’umanità sia riuscito a prevedere attraverso osservazioni dirette.

Nel 2013, ancora in Russia, presso la città di Čeljabinsk che si trova in prossimità dei Monti Urali, vi fu l’impatto di una grossa meteora di circa 15 metri. Esplose, frantumandosi, ad alcune decine di chilometri di altitudine. Ciò nonostante l’onda d’urto frantumò decine di migliaia di finestre e generò una pioggia di detriti che, colpendole, ferirono circe mille persone. Fu ripescato un detrito, caduto in un lago delle vicinanze, pesante mezza tonnellata.

2020 QG

L’asteroide che ci ha sfiorato domenica è passato a 2.950 chilometri dalla Terra. Questa distanza è la stessa che separa Roma da Baghdad. In poche parole ci ha davvero sfiorato. Si tratta di un asteroide di piccole dimensioni: circa la grandezza di una vettura. Se avesse colpito il pianeta azzurro si sarebbe disintegrato senza arrecare danni alle persone od alle cose. Il fattore che rende strabiliante questo evento è proprio la brevissima distanza a cui ci è sfrecciato accanto. La sua velocità è stata stimata in circa 45.000 km/h.

 La gravità della Terra lo ha accelerato e deviato generando quello che noi chiamiamo “effetto fionda”. Noi usiamo questo effetto nelle nostre missioni spaziali per accelerare le sonde sfruttando, soprattutto, la gravità di Giove.

Ce ne siamo accorti sei ore dopo

E’ transitato nell’emisfero australe, sopra l’Oceano Pacifico, ad alcune centinaia di chilometri dalle coste australiane. Un fattore che invita alla riflessione è che abbiamo notato questo asteroide solo alcune ore dopo il suo passaggio. Questo dato è indice di arretratezza tecnologica. Abbiamo censito più di 600.000 asteroidi indipendentemente dal fatto se possano collidere o meno con la Terra. Secondo le stime più prudenti ce ne sarebbero almeno altrettanti da censire. Molti di questi potrebbero essere potenzialmente pericolosi.

A parziale giustificazione possiamo dire che 2020QG proveniva dalla direzione del Sole. Questo, infatti, rende molto più difficile l’individuazione di un corpo celeste in movimento per effetto del bagliore solare. Le nostre osservazioni, infatti, vengono condotte, su queste brevi distanze, quasi totalmente con strumenti ottici.

Ciò nonostante un impatto catastrofico resta abbastanza improbabile in tempi relativamente brevi.

Il futuro

Esistono una decina di programmi che hanno come fine la scoperta di nuovi NEO, la loro classificazione, il calcolo delle loro orbite ed il calcolo delle probabilità di impatto. Tuttavia queste ricerche hanno, al momento, solo scopo di censimento ma non di prevenzione. Non siamo in grado, con le attuali tecnologie, di deviarli né di distruggerli.

Secondo le nostre attuali conoscenze l’oggetto, il cui impatto potrebbe essere potenzialmente catastrofico, con più probabilità di colpire la Terra è l’asteroide (29075) 1950 DA. Ha un diametro di 1 km. ed ha una possibilità su 300 di colpire la Terra intorno al 16 marzo 2880. Ne abbiamo calcolato, dopo averlo perso per una cinquantina di anni, l’orbita. Questo calcolo ci permette di avere una data accurata.

Da solo, questo asteroide, ha più probabilità di colpire la Terra di tutti gli altri NEO attualmente censiti messi insieme. Perciò, a meno di altre clamorose scoperte, possiamo stare abbastanza tranquilli fino al 16 marzo 2880.

Foto: il meteorite del 2013 in Russia – Credits: 3Bmeteo

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