Veicoli elettrici: quale futuro?

impatto-ambientale-veicoli-elettriciSono anni ormai che i veicoli elettrici circolano sulle strade delle nostre città. All’inizio, sembravano veicoli quasi fantascientifici, dalle linee futuristiche e tanto rari quanto costosi. Oggi non è più cosi, molte case automobilistiche e motoristiche hanno investito capitali in ricerca ed innovazione per sviluppare un prodotto contemporaneo ed efficiente. Pensiamo ad esempio a Nissan con la vettura Nissan Leaf, prima auto elettrica a vincere il tanto ambito premio di Auto dell’Anno 2011, che ha dato vita allo sviluppo commerciale di un furgone elettrico, il Nissan e-NV200, che presto girerà i centri storici delle nostre città con le scritte Poste Italiane e che per la storia è il primo veicolo a marchio straniero ad entrare in un numero superiore alla decina (70).

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La ricerca e lo sviluppo del trasporto elettrico è progredita in questi anni a velocità sostenuta, grazie a forti investimenti pubblici come in Francia e Germania, dove i marchi locali hanno messo in commercio validi veicoli dal commerciale Renault Kangoo al simpatico quadriciclo Renault Twizy.

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Ormai in giro i veicoli elettrici ci sono, li vediamo, eppure sono ancora pochi, e purtroppo i dati confermano che i veicoli elettrici ancora oggi sono una esigua minoranza di tutto l’immatricolato, tanto che da gennaio ad ottobre 2016 in Italia abbiamo immatricolato 1.098 veicoli (autovetture) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando si contavano 1.276 veicoli; in sostanza un meno 13,90%.

Perché i veicoli elettrici non vendono più dei veicoli tradizionali?

La risposta non è semplice e non è una sola, ma proviamo comunque a rispondere.

  1. Il Costo. La risposta è semplice per quanto riguarda il prezzo di acquisto, che sicuramente è inferiore rispetto al passato ma è ancora elevato, spingendo il pubblico a preferire autoveicoli ad alimentazione tradizionale.
  2. La Gestione. Un aspetto importante è la gestione, la gente ha difficoltà a capire ciò che riguarda la ricarica e la durata di un pacco batterie, che ad oggi non è molto chiara a nessuno, tant’è che quando si compra un’auto elettrica, spesso, le batterie vengono date dietro pagamento di un canone di noleggio. Più o meno comunque vengono garantite non più di cinque o sei anni.
  3. La ricarica. Non tutti sono attrezzati per ricaricare a casa propria un’auto, soprattutto non si ha un parcheggio o un box dove attaccare la presa di ricarica. Ancora, purtroppo, non esiste in Italia una rete di ricarica significativa sul territorio tale da accompagnare uno sviluppo del settore della mobilità elettrica.
  4. L’autonomia. In termini di batterie, attualmente lo sviluppo è arrivato nell’ordine di 300-400 km di autonomia per ricarica, e per guadagnare un’autonomia effettiva maggiore – sui 500 – 550 km – dovremo aspettare almeno due anni con l’arrivo di batterie di nuova generazione al litio, combinate o con idruri metallici o con cobalto. Quindi comunque una limitazione nelle grandi percorrenze rimane.

Quale futuro per i veicoli elettrici?

Il futuro è ancora incerto, sicuramente non in declino, ma per vedere una diffusione maggiore di tali autoveicoli bisognerà investire tanto e meglio nella crescita delle infrastrutture come le colonnine di ricarica e prese di corrente tali da poter essere installate anche nei garage privati.

Una scossa al settore può arrivare anche dalle case automobilistiche che potrebbero offrire nelle grandi città un servizio di car sharing elettrico anziché ad alimentazione tradizionale.

Ovviamente, un altro fattore che attualmente sta influenzando la scelta nell’acquisto di tali veicoli è il prezzo “contenuto” del greggio abbondantemente sotto i 70 dollari al barile.

di Giorgio Chiatti

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