Perchè l’eiaculazione non sia precoce

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I nuovi consigli degli sessuologhi per prevenire quella che non è assolutamente una malattia ma una naturale predisposizione della specie animale 

Se si facesse un test su “vero” e “falso” in materia di sesso, c’è da credere che molti totalizzerebbero un punteggio piuttosto basso. Prendiamo per esempio l’imbarazzante problema dell’eiaculazione precoce, che crea dissapori almeno nel 30 per cento delle coppie. Una convinzione dura a morire  vede un rimedio nella cosiddetta “posizione del missionario” (lui sopra lei) quando invece è vero proprio il contrario. Recentemente i sessuologi hanno compiuto una revisione del problema dell’eiaculazione precoce, e hanno raggiunto alcuni punti fermi.

NON E’ UNA MALATTIA– Per prima cosa (e gli uomini saranno contenti di saperlo) questa conclusione veloce dell’atto sessuale non va considerata una malattia, e nemmeno un disturbo della sessualità. Il maschio della specie umana non differisce in nulla dagli altri animali, e la natura l’ha programmato per eiaculare rapidamente, chissà mai che arrivi un rivale con intenzioni omicide oppure un dinosauro furente interrompa  il rendez-vous. Dobbiamo ammettere, sia pure con dispiacere, che nello schema della natura il godimento sessuale ha un posto molto piccolo rispetto al grande obiettivo della propagazione della specie. Una soddisfacente durata dell’atto sessuale è quindi soltanto un prodotto culturale.

I SEGRETI PER RITARDARE– Detto questo, non è che i sessuologi abbandonino la partita e ci respingano verso l’era dei Neandertal. Secondo una definizione soggettiva, l’eiaculazione precoce è quella che ha luogo, nel 50 per cento dei casi, prima che l’uomo e la sua partner lo desiderino. Secondo una definizione oggettiva, è quella che sopravviene all’incirca nello spazio di due minuti, e in meno di una ventina di spinte. Si tratta di ritardare questa tabella di marcia, e i metodi a disposizione sono essenzialmente due. Il primo risale agli anni Sessanta, ed  è dovuto agli ormai venerabili Master  e Johnson. E’ efficace al 90 per cento, anche se poco erotico. Quando l’uomo avverte imminente l’eiaculazione,  prega la sua compagna di premere la base del glande, il che imprime una frenata all’eccitazione. 

LA TERAPIA DEL SESSO FUNZIONALE– Il secondo metodo è più complicato e raffinato, e viene insegnato da sessuologi specializzati.  Battezzato “terapia sesso-funzionale”, è fondato sull’apprendimento di tecniche, anche di remota origine orientale,  che permettono di controllare non già l’eiaculazione, che è un fenomeno riflesso e perciò incontrollabile, bensì l’eccitazione. E’ un metodo ritenuto adatto agli uomini che non hanno una partner stabile, e che perciò non possono contare sulla sua collaborazione. Ma se imparano a controllare l’eccitazione con le risorse della loro mente, possono contare su un buon risultato.

Antonella Cremonese

Fonte: Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze

Foto: mosinforma.org

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