Compie 50 anni “Il Gattopardo” di Luchino Visconti

tomasi-di-lampedusa-il-gattopardo-tancrediLa Cineteca di Bologna e la The Film Foundation di Scorsese (un’organizzazione no-profit fondata nel 1990 da Martin Scorsese per finanziare progetti di restauro e conservazione dei film considerati patrimonio della storia del cinema) hanno reso possibile riproporre al pubblico un film, considerato un capolavoro assoluto del cinema italiano degli ani 60: Il Gattopardo, che nel 1963 portò alla ribalta attori che rimarranno nella storia del cinema di tutti i tempi, come Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, per la regia di uno dei più grandi maestri del cinema italiano, Luchino Visconti.

Dal prossimo 28 ottobre, a distanza di 50 anni, verrà proiettata nelle sale cinematografiche italiane, la pellicola completamente restaurata ed arricchita da un breve documentario che raccoglie le scene che il regista decise di non utilizzare.

Il film fù ispirato dal celebre romanzo, dal quale prende anche il titolo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato un anno dopo la sua morte nel 1958; Il Gattopardo è considerato un romanzo storico (perché ambientato nell’Italia risorgimentale);  tuttavia, più che una semplice ricostruzione storica dell’epoca risorgimentale, è “la maniera” con cui l’autore (un’aristocratico della famiglia dei principi di Lampedusa, duchi di Palma e Montechiaro) volle rappresentare i cambiamenti storici e sociali del tempo dando un taglio profondamente ironico allo stile letterario del romanzo.

Le scene tagliate, prima del Festival di Cannes che valse a Visconti la Palma d’oro, non furono più reinserite; dal 28 ottobre, in 70 sale cinematografiche italiane, verranno presentate al pubblico e proiettate come introduzione al film, offrendo agli spettatori una descrizione molto interessante del clima che accompagnò l’uscita del libro, prima, e del film, dopo. L’ambiente letterario, quello cinematografico e perfino quello politico, furono animati da vivaci dibattiti che il documentario ricostruisce con estrema bravura.

Può rendere bene l’dea ciò che si disse di Visconti: riuscì a “trasformare un romanzo di destra in un successo di sinistra” in quanto, gli esponenti culturali dell’allora Partito Comunista videro nella rielaborazione cinematografica di Luchino Visconti, un’accusa di tradimento degli ideali risorgimentali e della soppressione violenta delle prime lotte di classe, cosa un po’ diversa da quella che nel romanzo di Tomasi era piuttosto l’esperienza esistenziale e storica di un aristocratico “sconfitto”.

La realizzazione del film costò alla Titanus, che lo produsse, 3 miliardi delle vecchie lire, le quali causarono un duro colpo alle casse della più antica società di produzione cinematografica italiana, che venne fondata nel 1904 a Napoli.

Oggi, grazie alla collaborazione della Cineteca di Bologna, della Titanus, Pathé e Twentieth, della Century Fox e con il sostegno finanziario di Gucci e della The Film Foundation di Martin Scorsese, si potrà ammirare in tutta la sua spettacolare bellezza un film che, come ha detto il costumista Piero Tosi che ne creò i bellissimi costumi, “ha bisogno del grande schermo, non può essere visto in DVD, a casa”.

A tutti coloro che andranno a vederlo auguriamo una buona visione.

Di Redazione

Foto: swide.com

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