Uno dei gioielli nascosti di Roma: la ‘Scatola Archeologica’ dell’Aventino

scatola archeologica

Uno dei tanti tesori della Roma Antica, è nascosto sotto un palazzo di Viale Aventino, un tempo sede della Banca Nazionale del Lavoro.

E’ noto agli addetti del settore ed alle guida turistiche che la “Scatola Archeologica” sia un vero gioiello che ci racconta la Roma degli ultimi 3 millenni.

La incredibile storia del ritrovamento di questo frammento della Roma antica

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Combinazione di reperti e video mapping

La Scatola Archeologica è stata scoperta solo recentemente, nel 2014, a seguito delle indagini approfondite collegate con il cambiamento della destinazione d’uso degli uffici del colosso bancario, avvenuto nel 1950.

Solo allora si sono scoperti sotto le fondamenta del palazzo importanti resti urbani del passato, inclusi oggetti di uso quotidiano, iscrizioni antiche e importanti mosaici davvero ben conservati.

Nella zona esisteva l’antico ‘Vicus Piscinae Publicae’, oggi sovrastato dal moderno Viale Aventino.

Ci sono voluti 4 anni di duro lavoro per rendere fruibile ad archeologici e visitatori il sito. Sistemazioni, restauri e ricollocamenti si sono resi necessari per allestire il percorso di visita.

I primi insediamenti circa 3000 anni fa

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La Domus come si presenta, senza i video mapping di Paco Lanciano

Dagli studi effettuati e dati ritrovamenti, è possibile ricondurre all’VIII° secolo a.C. le prime tracce di insediamenti nella Scatola Archeologica. Si trattava, forse, di una fortificazione militare, probabilmente una torre di guardia.

Una seconda serie di tracce successive si riferisce, invece, al III° secolo a.C.: si tratta di un rialzo di terra e detriti che voleva limitare le asperità del terreno circostanze.

Il salto di qualità da insediamento militare ad abitazione privata sembra essere avvenuto nel II° secolo a.C., quando la Scatola Archeologica diventa una ricca Domus con ambienti dedicati all’immagazzinamento delle scorte alimentari e a giardini.

Dai reperti analizzati, si ha la certezza che ogni 30 anni, quindi ogni nuova generazione, si provvedeva alla ristrutturazione completa della Domus.

Importanti sono poi i ritrovamenti di iscrizioni risalenti all’epoca dell’Imperatore Traiano (98-117 d.C.).

I reperti più pregiati si riferiscono a grandi mosaici in tessere bianche e nere dell’età di Adriano (117-138 d.C.).

Inoltre, altri 5 ricchi mosaici dell’età Antonina (150-175 d.C.) con dettagli cromatici rendono questo luogo uno tesoro nascosto di quella che doveva essere la Domus di una ricca famiglia della Roma Imperiale.

La voce di Piero Angela e le luci di Paco Lanciano accompagnano i visitatori

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Pavimento a mosaico, con gli avvallamenti portati dai millenni

Grazie allo sforzo profuso da BNP Paribas Real Estate e dalla Soprintendenza di Roma, ad accompagnare i visitatori nella storia della Roma del passato ci sono oggi la voce di Piero Angela e le luci ed i Video-mapping curati dal premio Oscar Paco Lanciano.

L’atmosfera che viene ricreata è unica: grazie alla fusione perfetta dei resti murari e della ricostruzione per immagini, nei circa 30 minuti di visita, ci si immerge nell’atmosfera che si doveva respirare nella Domus, circondati da colori e decori che sono miracolosamente giunti fino a noi.

Nel buio della grande sala, sapienti luci vanno ad evidenziare muri, tappeti, mosaici e iscrizioni che ci vengono raccontate da un Piero Angela davvero coinvolgente.

Come prenotare la visita

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Ricostruzione della Domus

E’ possibile visitare la Scatola Archeologica il primo ed il terzo Venerdì del mese, a gruppi di massimo 15 persone ed accesso ogni ora a partire dalle 14.00 e fino alle 17.00.

Le modalità di prenotazione sono molto semplici utilizzando il link www.scatolaarcheologica.it.  La cortesia e la competenza degli archeologi che gestiscono il sito sono un ulteriore valore aggiunto.

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Frammento con iscrizione del periodo Traianeo (98-117 d.C.)

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