
Fabio Bruno Ernani Piccaluga, in arte Fabio Concato (cognome d’arte preso da quello della nonna paterna), è uno dei cantautori più raffinati e intimisti del pop italiano. La sua vocalità spesso sussurrata e i suoi arrangiamenti tra jazz, funk, blues, bossanova e sonorità tropicaliste, ci hanno donato una discografia dal notevole standard qualitativo, grazie a tematiche che raccontano le varie sfaccettature dell’amore e della vita quotidiana con toni rassicuranti, a tratti ironici e con il cuore in mano.
Oggi vogliamo traghettarvi nel 1984, raccontandovi di uno dei suoi album meglio riusciti, quello che porta il suo nome. Ci troviamo di fronte a un lavoro di 10 brani dagli umori più variegati, sia musicalmente che liricalmente, in cui cifra stilistica predominante è una musica ovattata e di grande eleganza capace di raccontare il quotidiano in maniera intimista e profonda, con parole immediate ma per nulla scontate.
Il disco è ricco di pezzi forti, molti dei quali sono anche usciti come singoli, e tra questi è doveroso citare “Fiore di Maggio”, grande evergreen di Concato, un brano scritto per celebrare la nascita di sua figlia Carlotta, oppure “Ti Ricordo Ancora”, pezzo sulla nostalgia dei ricordi d’infanzia. Degni di menzione sono anche brani come “Guido Piano”, anch’esso nostalgico, e “Sexy Tango”, mentre la tematica esistenzialistica predomina in “Quando Sarò Grande”. Ottime anche “Computerino” e “Rosalina”, due pezzi allora avanti sui tempi, in quanto il primo parla dell’importanza che avrebbero avuto i computer e i dispositivi multimediali nell’insegnamento in futuro (anche in anticipo sulla didattica a distanza attuata recentemente durante i tempi del Covid-19). Il secondo si può dire sia una canzone anti body-shaming, un inno ad accettare l’aspetto fisico al di là degli standard spesso imposti dalla società (la donna del brano in questo caso è in sovrappeso).
L’omonimo di Fabio Concato del 1984 trae linfa, oltre che dalle varie tematiche trattate, anche dalla parte strumentale-musicale affidata a musicisti italiani di alto livello come Vince Tempera, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Stefano Pulga, Alfredo Golino, Claudio Pascoli, alcuni di questi provenienti dall’ambito del jazz e della fusion tricolore. Al di là dei suoi cavalli di battaglia, la produzione di Fabio Concato è ricca di perle in musica. Durante la sua carriera ha collaborato con musicisti di prim’ordine come Pino Daniele, Stefano Bollani e anche nomi internazionali come l’armonicista belga Toots Thielemans, oltre che produttori di fama mondiale come Phil Ramone e Peter John Vettese, presenti nell’ottimo album “Giannutri”(1990), inciso in Francia con il contributo di eccellenti session-men italiani ed internazionali, tra cui il chitarrista Carlos Alamar, noto per aver collaborato con David Bowie, Paul McCartney e Mick Jagger, tra gli altri.
La grande capacità di Fabio Concato è quella di toccare ed esplorare le varie emozioni dell’animo umano, attraverso una musica che riesce a mantenere sempre intatta la sua autenticità e grazie a ottime esibizioni dal vivo dalle atmosfere vellutate, impreziosite dalla sua vocalità spesso confidenziale. Si viene catapultati quindi in una musica capace di infondere un senso di empatia verso chi la ascolta, grazie a un repertorio formato da grandi classici e pezzi rivisitati in periodi recenti con i migliori musicisti della scena jazz tricolore. Tutti elementi che rendono lo stile di Fabio Concato riconoscibile e in grado di farsi apprezzare da diverse generazioni per i suoi toni poetici e introspettivi e per la sua penna sofisticata e personale.
Fonte foto: pagina ufficiale Facebook di Fabio Concato
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